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06/12/2011

Ubi maior...

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Nel momento in cui ci troviamo, la ragione e il buon senso ci portano ad auspicare fortemente il successo del Governo Monti, il quale appare (e sottolineo appare) come l'unica via percorribile per tentare di sottrarre, in modo moderatamente traumatico, il Paese dalla situazione di precarietà in cui si trova.

Da alcuni osservatori si fa notare la «non democraticità» di questo Governo, condizione che deriverebbe dal fatto che i suoi componenti non sono membri del Parlamento (a parte lo stesso Monti, «promosso» in extremis a Senatore a vita) ma tecnici espressi dalla «Società Civile» e quindi fuori dal circuito elettivo-parlamentare.

Ma, in aggiunta a questo, vorrei fare un'altra considerazione secondo me ancor più pregnante, e cioè che l'attuale Esecutivo gode anche di una «intoccabilità» e di una ineluttabilità del consenso che mai si erano visti prima: esso è così forte che lo stesso iter costituzionale in ossequio al quale un Governo si presenta in Parlamento, espone i suoi propositi, ascolta le enunciazioni dei Partiti e poi si sottopone al voto, si palesa oggi quasi come un adempimento formale, che nulla incide sulla sostanza, sulla discutibilità e la vincolatività delle sue decisioni.

La contemporanea presenza di questi fattori: l'estrazione extraparlamentare dei membri della compagine e il consenso «obbligato», sostanzialmente unanimistico, di cui il Governo si giova, evidenziano senza dubbio un quadro che si pone al di là dell'ordinarietà democratica... quella stessa ordinarietà democratica che, occorre sottolinearlo, ha portato sull'orlo del baratro, tanto da indurre all'estrema conclusione che «il miglior Esecutivo possibile», quello che può salvare, sia quello che non ha necessità né di essere eletto (inteso come composto di eletti) né di conquistare un consenso, perché questo è già nel suo «dna», è un dato da lui inscindibile.

Siamo quindi di fronte alla nascita di una forma nuova, inedita, di reggenza dello Stato, che diviene alternativa vincente alla prassi democratica finora conosciuta: una «neocrazia delegata» che viene vista come superiore, più efficiente, incisiva, seria e rispettata, se posta al confronto con quanto sperimentato prima... un fenomeno probabilmente temporaneo e contingente, ma che fa riflettere.

13:47 Scritto in Politica | Link permanente | Commenti (6)

Commenti

Certo che fa riflettere.
D'altra parte, e, se ricordi, non è la prima volta che ne parlo, la democrazia è una forma di Stato troppo seria per essere lasciata nelle mani di popoli non pronti a coglierne tutte le implicazioni e le responsabilità.

Era il caso che si arrivasse, in Italia, a questa situazione? Lo sapevamo tutti, da qualche decennio almeno, che in Italia si stava vivendo oltre le nostre possibilità oggettive; che lo sperpero della cosa pubblica stava assumendo proporzioni preoccupanti; che il regno del bengodi è destinato, sempre, a franare miseramente, ecc ecc ecc.
Eppure nessuno, in Italia,ma anche in altre parti del mondo, ha mai la percezione, in prima persona, di dover fare qualcosa per il bene collettivo. La domanda che ricorre è sempre la seguente: " Perchè proprio io? Chi sono? Il più fesso?"
Mancano senso civico, visione complessiva delle cose, volontà comune a che si agisca per il meglio nell'interesse di tutti e, in ultima analisi, senso dello Stato.
Ci meritiamo la democrazia nella sua accezione più ampia?
Io credo di no.
E dunque,ben vengano questi metodi spicci. Chissà che non ci insegnino qualcosa di nuovo e di utile.
(I popoli approssimativi sono come gli alunni indisciplinati: vanno educati alla civiltà e alla democrazia. Se gli alunni sono inteligenti e sanno comprendere il limite che non va valicato, i metodi di insegnamento saranno ragionevoli e morbidi; se gli alunni sono sciocchini e maramaldeschi i metodi saranno altrettanto ragionevoli ma moooolto meno morbidi. E, talora, costeranno lacrime e sangue.
Così dev'essere.
Ciao :-))

Scritto da: Lella | 06/12/2011

Una volta ti avrei risposto... e meno male che Silvio c'è..

Una volta....

;-)))

Scritto da: Enrico | 06/12/2011

La Storia cammina per conto proprio, indipendentemente dagli uomini piccini.
E meno male che Silvio se n'è andato.
Avesse tolto il disturbo un po' prima, magari...
:-))

Scritto da: Lella | 06/12/2011

Io non so proprio se questo sarà un fenomeno provvisorio e contingente.

La procedura politica ha ben poche cose (cattive) contingenti: crea subito consuetudini.
Adesso abbiamo alti dirigenti connessi ai gruppi bancari più potenti del mondo, a prendere decisioni cruciali sopra le nostre teste.
Vorrei capire che fine ha fatto il "popolo sovrano".

Ci sono molti modi per fare un colpo di stato: il metodo classico è quello di svegliarsi al mattino e ritrovarsi i carrarmati nelle piazze.
Il metodo più raffinato che oggi si sceglie, è quello di far cadere un governo e sostituirlo con tecnici provenienti dalle elite bancarie internazionali.

Non so cosa sia peggio. Davvero non lo so.

Scritto da: Presidente di Bananas Republik | 10/12/2011

Il secondo è sicuramente più ecologico: hai presente quanto fumo fanno i carri armati? ...senza contare che con i cingoli rovinano l'asfalto.

;-))

Scritto da: Enrico | 10/12/2011

Dissacratore...
ih ih ih ;-))

Scritto da: Lella | 10/12/2011

I commenti sono chiusi.