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19/12/2018

Verità e Dubbio

Siamo nuovamente giunti a questa scadenza di fine anno... assai vicina, e non a caso, al solstizio d'inverno, al momento in cui la durata del dì smette di accorciarsi, lasciando il posto a un lento allungamento.
Ora a me francamente non interessa più quello che note religioni in questo periodo collocano, che siano realmente esistiti e, se sì, con le peculiarità tramandate, i personaggi la cui nascita è data nei prossimi giorni, né mi è chiaro il motivo per cui una parte del globo abbia deciso di far partire un suo calendario da tale nascita.
Secondo me l'umanità, nonostante la sua carica di razionalità testimoniata da una realtà tangibile fatta di progressi in termini scientifici e inventivi, ha finito con l'adagiarsi su consuetudini incerte, ciò forse per convenienza, praticità, pigrizia oppure per essere stata tratta in inganno... ma probabilmente anche per una ricerca, ahimé vana, di verità inarrivabili, di punti fermi dei quali sentiva il bisogno.
Proprio per questo io credo che questo momento sia adatto per una riflessione, un'occasione per riflettere appunto su quanto di ciò che diamo per acquisito, scontato, abitualmente preso per vero, sia per noi utile o necessario, o quanto piuttosto non finisca per condizionare, per instradare la nostra vita su percorsi ideologici, religiosi, di ricostruzione storica, già segnati da altri, compattati e resi forti dal trascorrere del tempo, ciò perché non adeguatamente dubitati, contestati e, per questo, consolidatisi per ripetitività.
Sgombriamo la mente, mettiamo noi stessi al centro e proviamo a giudicare, a valutare con la nostra testa: siamo dubbiosi e critici, facciamoci, proprio adesso, questo regalo.
Auguri a tutti voi... il tempo che verrà sia per ognuno di noi propizio e ricco di frutti.

10:14 Scritto in Date | Link permanente | Commenti (4)

18/12/2017

Natale 2017

Ed eccoci giunti nuovamente alle soglie del Natale e delle festività a lui legate, oltre che alla fine di questo anno a cui seguirà il nuovo, augurabilmente per noi migliore, come sempre e obbligatoriamente è d'auspicio.
Come da tempo sostengo, il Natale, al di là del suo aspetto religioso di cui dirò in seguito, è soprattutto la festa dei bambini perché è nei loro teneri cuori che vive la magia di questa festività, fatta di simboli, di colori, di anelati piccoli e grandi doni, ove essi trovano, ancora una volta, la conferma, la materializzazione, dell'amore dei loro cari.
Certo, è anche la festa di coloro che commerciano questi doni, di coloro che hanno fatto di questa festività un'occasione di lucro, ma ciò poco importa pensando ai momenti magici che vivono i piccoli, mentre rappresenta una fastidiosa e insistente pressione a spendere per i regali vicendevoli fra i grandi: profumi, gioielli, orologi, utensili domestici, prodotti per la cura personale, telefoni cellulari, abbonamenti a canali televisivi a pagamento..
E' comunque un momento che segna un passaggio preciso dell'anno, una festa popolare che si fonda su un fatto supposto, fulcro delle credenze di una religione che conta numerosi fedeli e un suo possente apparato.
D'altronde l'uomo da sempre ha affannosamente cercato di darsi delle verità e ad esse credere, ha sempre voluto crearsi dei punti fermi, dei picchetti a cui appigliarsi non sapendo sostenere il peso del dubbio, della propria incapacità a cogliere la verità assoluta, incontrovertibile, indubitabile per tutti.
E questa verità potrebbe essere anche qualcosa di molto più semplice delle complicate costruzioni edificate dalle religioni per spiegare il perché e il percome, il bene e il male, il giudizio e la pena, la vita e la morte.
Forse invece non esiste nessun fine, nessun perché all'esistenza... ciò che è, è e basta: la verità è immanente, è in ciò che vediamo, il resto per noi o è inconoscibile o è frutto di fantasia.

15:38 Scritto in Date | Link permanente | Commenti (7)

13/12/2011

Viaggio nello Harz

heinrich-heine.jpg

Piacevole e leggero questo incipit del «Viaggio nello Harz» di Heinrich Heine, poeta tedesco di origine ebrea di cui oggi ricorre il 214° anniversario della nascita.

L'Harz, onde individuare esattamente la natura della destinazione agognata da Heine, è una catena montuosa della Germania settentrionale, il cui nome, sotto il profilo etimologico, significa foresta.

Come sottotitolo del brano sceglierei «Voglio andarmemene sui monti», aspirazione, parzialmente soddisfatta, che condivido con il mio omonimo tedesco, «enricamente» parlando...

Con la differenza che io, a valle, non ho lasciato giacche nere, calze di seta, distinti polsini bianchi, paroline dolci, baci, leziosità (che già non sarebbe stata male come base di partenza da cui elevarsi) quanto soprattutto problemi di parcheggio, rumori condominiali, ronzii di motori elettrici... ma non badiamo a dettagli così insignificanti.. :-))

VIAGGIO NELLO HARZ

Giacche nere, calze di seta,
distinti polsini bianchi
paroline dolci, baci, leziosità!
Ah, se avessero un po' di cuore!
Un po' di cuore in petto, e amore,
un po' di vero amore in cuore!
Oh! le litanie delle loro false
pene d'amore mi tolgono la vita.

Voglio andarmene sui monti
dove stanno le capanne quiete,
dove il cuore si dilata libero
e l'aria soffia libera.

Voglio andarmene sui monti
dove sono gli abeti alti e scuri,
dove i ruscelli mormorano, gli uccelli cantano,
e le nuvole galoppano orgogliose.

Addio, saloni lucidi,
lucidi gentiluomini, signore levigate,
voglio andarmene sui monti
e da lassù ridere di voi.

16:45 Scritto in Date | Link permanente | Commenti (4)

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