24/08/2008
Ceronetti
Guido Ceronetti (Torino, 24-8-1927), poeta, filosofo, scrittore, giornalista... italiano.
L'ottimismo è come l'ossido di carbonio: uccide lasciando sui cadaveri un'impronta di rosa.
Le donne hanno oggi il medico, come ieri avevano il confessore. I disastri che provocheranno questi nuovi confessori non saranno inferiori a quelli che provocavano un tempo quei vecchi medici.
Il sacro fa paura. Ma anche la sua assenza, anche il mondo dissacrato, senza regole, senza divieti. Liberi, non possiamo esistere. Bisogna eleggere quel che consola di più.
La collera, nel civilizzato, rientra quasi sempre. Non viene espulsa, lo attossica (anche nella saliva, secondo Bichat). Siamo tutti botteghe chiuse di collere rientrate (rientrate, non dominate, realmente ringoiate sprecando tanta preziosa energia nervosa per soffocarle); le botteghe chiuse sono uno spettacolo triste.
La misoginia è figlia del mistero. Al contrario, la misantropia è figlia della conoscenza: più si conoscono gli uomini, più si è misantropi. Ma il buon misantropo non fa distinzione di sesso: l'uomo, nelle due versioni proposte dal Creatore, non gli piace.
Nel non volere che siano posti limiti alle nascite, la Chiesa mostra che non si è estinta tutta la sua vocazione primitiva alla catastrofe assoluta.
La terra, fisicamente, si va corrompendo: dunque, Dio ha cessato di respingere certi uomini per mezzo di altri, ha reso questi impotenti e lasciato quelli moltiplicarsi e disfare, disfare tutto.
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13/07/2008
Enrico II il Santo

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05/01/2008
Clemente Rebora
Versi tratti da:
Sacchi a terra per gli occhi
Qualunque cosa tu dica o faccia
c'è un grido dentro:
non è per questo, non è per questo!
E così tutto rimanda
a una segreta domanda...
Nell'imminenza di Dio
la vita fa man bassa
sulle riserve caduche,
mentre ciascuno si afferra
a un suo bene che gli grida: addio!
Quinto dei sette figli di Enrico Rebora e Teresa Rinaldi, Clemente Rebora nacque a Milano il 6 gennaio 1885.
Poeta e uomo pio, dedicò gran parte della sua vita al bene del prossimo, già prima di rispondere alla "chiamata di Dio" giunta in età matura, che lo portò a essere ordinato sacerdote nel 1936, quando ormai aveva 51 anni.
Da quel momento don Clemente spese tutte le proprie energie in mezzo ai poveri, ai malati, alle prostitute, tornando solo negli ultimi anni di vita alla parola poetica.
Morì a Stresa il 1° novembre 1957.
Nota:
Come già scrissi in un precedente post, Clemente Rebora (al quale peraltro è intitolata una via nel comune dove ora abito) a quanto raccontava mio padre, aveva con noi un legame di parentela, che purtroppo non sono in grado di precisare.
La poesia che unisco al post è, se non ricordo male, la stessa che pubblicai la volta scorsa.
Link:
http://www.ccrebora.org/
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