Ok

By continuing your visit to this site, you accept the use of cookies. These ensure the smooth running of our services. Learn more.

25/05/2018

Girotondo

In Italia oggi si assiste a un lavorio, palese o nascosto ai nostri occhi di utenti e vittime dei media d'informazione, intorno alla formazione del nuovo governo.

Un girotondo di persone, un incessante brontolio di parole, si susseguono senza tregua, a raccontare diverse verità, diverse promesse, diversi timori, diversi interessi.

E' uno spettacolo scoraggiante, che si aggiunge a tutto ciò che è già scoraggiante in questo mondo che sembra andare alla rovescia e sembra accanirsi nel perseguimento di un progetto comune che a molti pare sbagliato, se non suicida, deleterio, folle.

C'è da chiedersi se il sistema, il metodo, la linea, l'indirizzo dell'"occidente" sia emendabile o invece sia destinato a un'implosione, a un tracollo improvviso, al limite rivoluzionario.

Dubbi salgono alla mente, come quello che civiltà che non hanno fatto del consumismo e della corsa al maggior pil, al progresso senza fine, il loro unico e incrollabile credo, siano state messe all'angolo alimentando quel terrorismo, quegli estremismi apparentemente scaturiti dal loro interno, tali da annullarne il potere attrattivo, annullare la loro possibilità di rappresentare un'alternativa, un diverso possibile orizzonte.

Mah, le mie sono solo riflessioni, pensieri lasciati in libertà, ma certo è che questo mondo, questo nostro mondo, così com'è è un mostro che ci spaventa, un mostro che ci distrugge e ci svuota, giorno dopo giorno.

13:55 Scritto in Attualità | Link permanente | Commenti (3)

04/04/2017

Valore della vita e legittima difesa

Di fronte ai casi di violenze legate a furti e rapine, con ferimenti od uccisioni delle persone coinvolte, voglio esprimere adesso la mia opinione, soprattutto concentrando l'attenzione sulla valutazione del valore della vita.
Pertanto la domanda che subito mi pongo è questa: è giusto dare un peso equivalente alla vita di chi si trova nella parte dell'aggressore, quindi di colui che delinque, e a quella di chi subisce l'azione delinquenziale?
Perché una cosa va detta: il magistrato giudica l'eventuale reazione di chi è vittima del reato, sulla base delle norme della legittima difesa, ma nello stesso tempo non perdendo di vista il «principio morale» secondo cui il valore della vita umana è assoluto, indipendentemente dal soggetto a cui appartiene la vita stessa e dalle azioni più o meno dannose che mette in atto.
La mia opinione invece, che credo condivisa da altri, è che il valore della vita di chi compie azioni criminali venga automaticamente diminuito durante il compimento delle azioni stesse, ciò fino al punto estremo di azzerarsi del tutto o quasi.
Un valore attenuato che va recepito quindi nella valutazione della legittimità della difesa, la quale deve tener conto in primis dello stato d'animo di chi si trova a fronteggiare inaspettatamente un soggetto del quale non conosce la potenzialità offensiva anche se apparisse disarmato, e del privilegio inderogabile da tributare al bene della vita e dell'integrità fisica dell'aggredito e della sua famiglia rispetto agli stessi beni in capo a chi sta compiendo l'azione criminale.
Inoltre, quand'anche si riconoscesse la sussistenza di un'eccesso nella legittima difesa, il risarcimento economico al ladro/rapinatore o a chi per esso, in caso di decesso o gravi lesioni subite durante il compimento del reato, andrebbe pecuniariamente commisurato all'attenuazione del valore «bene vita» a cui facevo riferimento poc'anzi.
Altra cosa è la circostanza in cui chi è vittima del reato di furto o rapina spara al ladro alle spalle mentre sta scappando, anche se, pure in questo caso, va considerata l'attenuante dello stato d'animo alterato di chi ha subito l'azione criminale e, nel risarcimento dei danni all'aggressore o ai suoi familiari, il principio di attenuazione precedentemente espresso.

14:29 Scritto in Attualità | Link permanente | Commenti (6)

28/02/2017

Rispetto della morte e della vita

Si parla oggi della morte per suicidio assistito del dj Fabo, una ghiotta occasione in cui i dibattitori di professione si buttano a capofitto.
Io vorrei dire solo poche cose su questo tema:
La vita è di chi la possiede, di chi è titolare di quel corpo e di quella mente, ed è sua facoltà interromperla quando e come crede, questo se ha la possibilità di farlo in autonomia, senza chiedere l'intervento di altri e senza ad altri causare danno.
A chi, per malattia o per le lesioni gravissime e inabilitanti riportate, condizioni per le quali non esista possibilità di guarigione, rimedio o miglioramento, e che rendano obiettivamente dolorosissima e angustiante la prosecuzione della vita, deve essere concesso un aiuto a sottrarsi da questa condizione, quando ciò corrisponda a una decisione espressa lucidamente e inequivocabilmente in un momento immediatamente antecedente all'atto definitivo e irreversibile.
Chi, essendo nelle precedenti condizioni e in quella di malato terminale, si trovi adesso impossibilitato ad esprimere una volontà, escluso un inutile accanimento terapeutico, deve essere assicurato un passaggio oltre il meno doloroso e il più sereno possibile, ma pur sempre provvedendo a idratarlo e alimentarlo nelle forme consentite, senza condannarlo a un'orribile morte per disidratazione e inedia.
Quanto sopra vale anche per chi abbia precedentemente lasciato disposizioni diverse in forma scritta che prevedano anche l'esclusione di idratazione e alimentazione, in quanto ora non più in grado di manifestare un'eventualmente mutata e opposta intenzione.
Illecite e perseguibili penalmente le azioni volte a sopprimere una persona non più in condizione di esprimere una volontà attuale, tanto più se non possa a lui essere applicata la categoria di malato terminale, sempre per il motivo che tale volontà potrebbe essere mutata rispetto a uno scritto precedente e, a maggior ragione, rispetto a una dichiarazione verbale non certificata, priva di per sé di alcun valore.
La legge del buonsenso, della prudenza e del rispetto, per quanto non cogente, vale più di qualsiasi legge dell'ordinamento che se ne discosti: essere giusti è anzitutto un obbligo verso noi stessi, esso va oltre ciò che dalle norme ci è concesso o vietato.

09:43 Scritto in Attualità | Link permanente | Commenti (3)

1 2 3 4 5 6 7 8 Prossimo