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09/02/2010

Un anno dopo, in ricordo di Eluana

E' nota la mia posizione sul caso Englaro, posizione che non è mutata oggi, a un anno dalla morte di Eluana, provocata dall'intenzionale interruzione delle pratiche di alimentazione e idratazione che consentivano il suo mantenimento in vita. Aggiungerei altro, ma non posso...

In questa occasione avrei voluto riproporre le parole di qualche alto prelato (il card. Tettamanzi in primis) in favore della prosecuzione della vita di Eluana e in appoggio e consolazione delle Suore Misericordine che l'avevano presa con amore sotto la loro protezione e cura, ma ho visto che anche il nostro Presidente del Consiglio, pur con tutti i suoi difetti, ha voluto oggi indirizzare un messaggio a quelle caritatevoli suore... e questo messaggio adesso riporto, confermando il mio personale orrore per l'epilogo di questa triste vicenda:

"Carissime sorelle, è trascorso ormai un anno dalla scomparsa di Eluana Englaro. Vorrei ricordarla con voi e condividere il rammarico e il dolore per non aver potuto evitare la sua morte". "Vorrei soprattutto ringraziare tutte voi per la discreta e tenace testimonianza di bene e di amore che avete dato in questi anni; i gesti di cura che avete avuto per Eluana e per tutte le persone che assistete lontano dai riflettori e dal clamore in cui invece sono immerse le nostre giornate, sono un segno di carità, un esempio da seguire per me e per tutti noi che abbiamo la responsabilità di governare il nostro amato Paese". "Vi prego di pregare per l'Italia perché ritrovi pace e serenità nella vita pubblica e in quella privata di ciascuno di noi, cordialmente Silvio Berlusconi".

12/12/2009

Graviano & C.

Ho ascoltato anch'io in tv stralci della deposizione di Filippo Graviano all'udienza processuale tenutasi ieri nanti la Corte d'Appello di Palermo, nella quale lo stesso Graviano ha smentito la deposizione di Gaspare Spatuzza, rilasciata sette giorni prima.
Riguardo a ciò mi sento di osservare alcune cose:
La prima è che Graviano è un uomo che si esprime con proprietà, misura e intelligenza, e che quindi non è uno qualunque.
La seconda è l'esitazione che ha avuto quando gli è stato chiesto se conoscesse o meno il Senatore Dell'Utri: è passato infatti qualche interminabile secondo prima che dicesse «NO» (ed è una mia congettura, egli ha agito così per dare, pur nella sua sfavorevole condizione di carcerato, un segno del suo persistente potere, facendo capire, con quell'attesa, che egli avrebbe potuto scegliere fra più risposte... e ha scelto quella).
La terza è che al momento nulla c'è ad indicare che la verità stia con certezza dalla parte di Graviano e non da quella di Spatuzza, perché non mi pare che i Giudici si siano già espressi in proposito.
La quarta ed ultima è che l'On. Fini ha dichiarato che la deposizione di Graviano «dimostra che occorre avere fiducia nella volontà e nella capacità della Magistratura di accertare la verità», la qual dichiarazione mi pare si spinga un po' troppo avanti e presupponga che la Magistratura abbia già stabilito che la «miglior verità» sia l'ultima che è emersa.
Forse l'On. Fini è particolarmente ansioso di dare dimostrazioni della sua «amicizia» verso l'apparato giudiziario quale esso ora è...

08:59 Scritto in Attualità | Link permanente | Commenti (3)

04/11/2009

Scrociatura


Il divieto di esporre il crocifisso stabilito dalla corte europea dei diritti umani mi lascia alquanto sconcertato e perplesso.
Non perché io sia un fervente cattolico o un credente, quanto perché quella figurina dolente rappresenta un simbolo della nostra tradizione, non solo religiosa, ma anche civile, territoriale... chi di noi infatti non è abituato a cogliere la sua presenza negli ambienti pubblici e nelle aule scolastiche in particolare?
Essa costituisce, anche per chi non crede, almeno un ornamento, un oggetto che ha comunque uno spazio preciso e "sacro" nella propria vita.
Ma perché, mi chiedo prima ancora, è stato conferito tanto invasivo potere decisorio a organi sovranazionali la cui esistenza è per lo più ignorata dalla maggioranza di noi?
Si è fatto questo per soddisfare un illusorio ideale europeistico, comunitario, o più facilmente per creare nuovi e più estesi organismi di comando ai quali sottoporre in modo uniforme e uniformante un maggior numero di cittadini?
E' questo, dell'abolizione del crocifisso, un altro segno del relativismo che, in nome dell'uguaglianza, della parità, dell'equipollenza, depotenzia lo spirito e i contenuti di ogni "principio" che col tempo e col pensiero degli uomini ha assunto una sua forma, un sua consistenza, un suo spessore, un suo peso culturale e una sua capacità di unire e rendere attivo chi vuole che tale principio vinca, si radichi, si imponga e duri nel tempo.
E' la stessa idea della prevalenza che viene affossata, per cui nessuno deve credere o pensare di agire nella direzione giusta e di ben operare perché ciò che ritiene giusto si affermi... tutto diventa relativo, opinabile, equivalente, dubitabile: è la rappresentazione di un'umanità debole che non sa più quel che vuole, che non ha più volontà o ideali sociali, politici, religiosi forti, su cui reggersi e nei quali sperare; un'umanità disorientata e pavida, più facile per questo da controllare e sottomettere, intimorita e svuotata da pericoli veri o falsi per la sua esistenza e per la sua salute che, se non creati ad arte, certo sono divulgati con enorme clamore.