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08/02/2017

Adelante con juicio

Ho ascoltato la scorsa settimana una conduttrice di un programma televisivo che si ripromette di trattare tematiche di politica interna e internazionale, affermare con tono solenne, preoccupato e funesto, in quello che forse nel suo intento voleva apparire come una sorta di avvertimento o di presagio da regalare all'umanità dietro lo schermo, troppo offuscata e acerba per cogliere la verità, che il Presidente Trump è un fascista.
Vecchia categoria, vecchia di 70 anni almeno, buona per attribuire a ogni personaggio ideologicamente non gradito, un marchio, un bollino, utile a indicarne la pericolosità, e la necessità, anzi l'impellenza, di metterlo al bando, di espungerlo dal contesto sociale, dalla buona, umana, giusta, corretta e solidale società.
Sarebbe bastato dire che Trump ha un piglio autoritario, è impetuoso e irruente nelle sue decisioni, segue ed attua le sue scelte, sulle quali è ben lecito non essere d'accordo, con eccessivo clamore e rigore, forse anche sì, con una certa imperfezione e dilettantismo propri del neofita: una sorta di elefante nella cristalleria.
Questo almeno a noi così è sembrato attraverso le notizie che ci vengono rimandate dai nostri mezzi di informazione, che non brillano certo per indipendenza nel giudizio.
E invece, riprendendo il filo del discorso, si è preferito dargli del fascista.. un fatto non isolato che non va archiviato come se fosse una banale questione lessicale, legata all'uso di un termine piuttosto che un altro.
Un fatto che non va sottovalutato e trascurato perché, posto che il regime fascista è stato sconfitto, messo al bando, annientato e non senza ragione, sotto tale scelta di nome, di attributo, sta proprio il netto richiamo alla necessità di distruggere, cancellare, quale nemico e pericolo mortale, chi è rappresentato e catalogato in tale precisa maniera.
Un messaggio da respingere con fermezza, tipico di un certo estremismo elitario di comunicazione che si propone di combattere con così gretti e violenti modi chi accusa, a sua volta, di essere un estremista.. e c'è stato persino chi si è spinto, all'apice del furore, ad auspicare la morte e l'uccisione del Presidente degli Stati Uniti.
Sono grida sguaiate di personaggi che a noi fanno un po' pena, illusi come sono di appartenere a una casta che ha il potere di condizionare il mondo, ma nello stesso tempo timorosa di essere indebolita, sono fatti recenti, anche dalle cosiddette bufale del web, le post-verità che vorrebbero controllare.
Illusi e malvagi: il tempo sentenzierà chi è dalla parte del giusto.
Nel frattempo per noi il messaggio più appropriato e libero è questo:
avanti Presidente Trump, ma con giudizio!

16:27 Scritto in Attualità | Link permanente | Commenti (5)

11/12/2014

Natale 2014

Pensavo di scrivere un pezzo natalizio, se non altro per dare ancora un respiro di vita a questo blog, ma mi accorgo che non ho niente da dire... niente, perché se lo facessi sarebbe troppo.. troppo in tutti i sensi, troppo lungo, troppo fuori dalle righe.

Dico solo che mi considero uno straniero in Patria e che il senso di estraneità si espande ogni giorno di più, mentre ogni via di fuga si evidenzia ardua da percorrere e sempre più, invece, necessario difendersi dove si è, scavare trincee, erigere mura e resistere, nella speranza che il nemico si stanchi o cada, prima di aver avuto ragione di noi, definitivamente.

La verità, l'equilibrio, il raziocinio, la giustizia, la lealtà, la sincerità... sembrano ormai in gran parte sovvertiti, non solo a livello locale, ma globale, e le forze che pur ci sono e potrebbero riportare l'insieme intero sulla retta via, impedendone la disgregazione, ancora oggi troppo deboli per trionfare.

La grande bolla della falsità, della stupida e ottusa mistificazione, deve ancora scoppiare... né forse lo farà prima che i nostri occhi si chiudano alla possibilità di assistervi, se non altro nella forma in cui siamo adesso, se vogliamo credere, come crediamo, a una prosecuzione oltre i limiti di ciò che chiamiamo morte.

Lontana lontana suona quest'anno a me la festa del Natale, simbolo di una religione che ha su di sé macchie non cancellabili, lasciate da chi disse di agire in nome suo.. ma se un Dio c'è, questa la mia preghiera, fermi la mano dell'Uomo e rifletta sull'errore fatto nell'avergli dato tanto potere senza la capacità di esercitarlo con saggezza.

09:33 Scritto in Attualità | Link permanente | Commenti (5)

09/04/2012

Vox Pasqualis

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Viene l’impulso, anche leggendo quanto scritto più o meno professionalmente da altri circa il significato di rinascita e di liberazione che può darsi alla Pasqua, di aggiungere qualcosa di proprio.

Pare sempre più difficile però, andando avanti con gli anni, immaginare una nuova fase che innovi e cambi rispetto al passato e che, rispetto a questo, rappresenti una ripartenza, una rinascita, un lasciarsi alle spalle ciò che legava.

Difficile sì, perché il passato è unito a noi con un filo che non possiamo e non vogliamo infrangere, difficile sì perché proprio quando la visione della vita si fa più chiara, le forze che permetterebbero di giovarsene divengono più flebili.

Forse Dio ha tolto il vigore al vecchio e la saggezza al giovane perché troppo sarebbe stato il loro potere, troppo sarebbero stati simili a lui..

Ma probabilmente qualcosa si può ancora fare, qualcosa si può ancora auspicare: si può almeno tentare di liberarsi da quello scudo che ci prometteva, spesso invano, di proteggerci dagli errori, quello scudo che chiamerei dubbio, timore dell’ignoto, incapacità di mettere a repentaglio il presente.

Forse anche, quando il presente si fa più scomodo e incerto, puntarlo come un gettone sul tavolo da gioco fa meno paura.