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04/11/2009

Scrociatura


Il divieto di esporre il crocifisso stabilito dalla corte europea dei diritti umani mi lascia alquanto sconcertato e perplesso.
Non perché io sia un fervente cattolico o un credente, quanto perché quella figurina dolente rappresenta un simbolo della nostra tradizione, non solo religiosa, ma anche civile, territoriale... chi di noi infatti non è abituato a cogliere la sua presenza negli ambienti pubblici e nelle aule scolastiche in particolare?
Essa costituisce, anche per chi non crede, almeno un ornamento, un oggetto che ha comunque uno spazio preciso e "sacro" nella propria vita.
Ma perché, mi chiedo prima ancora, è stato conferito tanto invasivo potere decisorio a organi sovranazionali la cui esistenza è per lo più ignorata dalla maggioranza di noi?
Si è fatto questo per soddisfare un illusorio ideale europeistico, comunitario, o più facilmente per creare nuovi e più estesi organismi di comando ai quali sottoporre in modo uniforme e uniformante un maggior numero di cittadini?
E' questo, dell'abolizione del crocifisso, un altro segno del relativismo che, in nome dell'uguaglianza, della parità, dell'equipollenza, depotenzia lo spirito e i contenuti di ogni "principio" che col tempo e col pensiero degli uomini ha assunto una sua forma, un sua consistenza, un suo spessore, un suo peso culturale e una sua capacità di unire e rendere attivo chi vuole che tale principio vinca, si radichi, si imponga e duri nel tempo.
E' la stessa idea della prevalenza che viene affossata, per cui nessuno deve credere o pensare di agire nella direzione giusta e di ben operare perché ciò che ritiene giusto si affermi... tutto diventa relativo, opinabile, equivalente, dubitabile: è la rappresentazione di un'umanità debole che non sa più quel che vuole, che non ha più volontà o ideali sociali, politici, religiosi forti, su cui reggersi e nei quali sperare; un'umanità disorientata e pavida, più facile per questo da controllare e sottomettere, intimorita e svuotata da pericoli veri o falsi per la sua esistenza e per la sua salute che, se non creati ad arte, certo sono divulgati con enorme clamore.

Commenti

Relativismo fino a un certo punto, però...
Non dimenticare che, qualche anno fa, ci furono musulmani che caldeggiarono la presenza del crocifisso nei luoghi pubblici poichè in tal modo, e in nome del principio costituzionale della non discriminazione tra religioni, anche le religioni diverse dalla cattolica e, in particolare, la loro avrebbero avuto buon gioco nel rivendicare i segni esteriori della loro identità. Eliminando il crocifisso dai luoghi pubblici, si eliminerebbero i contenziosi di varia natura. Non è iconoclastìa, è buon senso comune.
Ma ben ritrovato, Rebora! :-) Se fai il bravo ragazzo, ti riposiziono fra i miei links. Contento? :-))

Scritto da: lella | 04/11/2009

Insomma, il mio principio è che ognuno "a casa sua" faccia quel che vuole, e che sia opportuno non scivolare nella retorica dei diritti intoccabili e dei principi tassativi di uguaglianza.
Il buon senso, il senso comune, il senso dell'"identità" devono, secondo me, comunque prevalere su qualsiasi norma, anche costituzionale, qualora si volesse intenderne (od estenderne) il significato al di là di un generico e teorico principio di uguaglianza, e si pretendesse di darne esecuzione anche con azioni che urtino le tradizioni, gli usi e i sentimenti religiosi dei cittadini o della loro maggioranza.

Scritto da: Enrico | 04/11/2009

Ma dico: un credente ha forse bisogno di vedere il crocifisso anche quando va alla posta, per dire?
La fede o l'hai nel cuore, o non è fede: è superstizione.
Manzoni sarebbe fiero di me, per questo splendido anacoluto, lui che di anacoluti era maestro.
Va be', ti riposiziono fra i miei links. E mi aspetto che tu faccia altrettanto, naturalmente :-))

Scritto da: lella | 04/11/2009

Ah...puoi anche commentare, eh... :-))

Scritto da: lella | 04/11/2009

L'ho sottratto con destrezza a rainbowman56.wordpress.com, che è un uomo intelligente:

“Signor Gesù Cristo, cosa pensa della decisione della Corte Europea sui crocifissi nelle scuole?”

“Che è ora di finirla di rappresentarmi inchiodato su quella maledetta croce. E’ stato un vero calvario, me lo lasci dire. E tutti quelli che a parole mi adorano, giù a ricordarmi quei terribili momenti, in cui mi sentivo abbandonato persino da Dio, cioè me. Mai che mi si rappresenti mentre salgo in cielo. No, sempre lì, occhi stravolti, ferite sanguinanti, sembra che ci prendano gusto a ritrarre uno strazio che preferirei dimenticare. A chi dice di adorarmi, direi, lasciate perdere la mia effigie, seguite piuttosto i miei insegnamenti di amore, misericordia e carità, rinunciate a egoismo, razzismo, omofobia, violenza e odio. Aiutate chi soffre e chi ha bisogno.”

Scritto da: lella | 04/11/2009

Non credo nella validità di un principio relativistico che assegni ugual valore, ugual peso a tutto e che quindi bolli come illegittima ogni azione volta a dare priorità a una particolare idea o scelta.
Il relativismo è un'invenzione della mente, un'ipotesi di scuola, che cozza col principio reale, concreto, naturale, della prevalenza, il quale è la molla che anima l'uomo, che lo spinge a scoprire, a capire, a vincere... è attraverso la voglia di imporsi, di far prevalere se stesso o le proprie idee, che si ha lo stimolo per elevare la potenzialità della propria condizione, con la conoscenza e con l'affinamento delle proprie capacità

Scritto da: Enrico | 04/11/2009

Alla faccia del bicarbonato di sodio!

Scritto da: lella | 04/11/2009

Uff, Rebora.... butta giù un altro post, pigrone! :-))

Scritto da: lella | 11/11/2009

Come dovrei intitolarlo?

Fini-to il pdl? ;-))

Scritto da: Enrico | 11/11/2009

eh! Sarebbe già un buon titolo. Veridico, perfino ih ih ih :-))
c'è poco da ridere...

Scritto da: lella | 11/11/2009

Ho scritto qualcosa ma, a parte che non mi pare nulla di speciale, non vorrei essere querelato da Gianfranco.. quindi ci penso su se pubblicarlo o no, o modificarlo..;-)

Scritto da: Enrico | 11/11/2009

Hai sentito Fini a Otto e mezzo? Era un po' nervoso...altro aplomb, tuttavia, rispetto a quell'altro. Fini è l'unico uomo di sinistra di oggi.Ossignur :-))

Scritto da: lella | 11/11/2009

I commenti sono chiusi.