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10/06/2009

Codacons... fra le gambe

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dell'associazione di consumatori Codacons sull'ultima direttiva del governo Berlusconi del luglio 2008 che disciplina i voli di Stato.

Confermando la decisione del Tar del Lazio, il Consiglio ha sottolineato che il Codacons non prova quali danni gravi creino tali norme e afferma che è "prevalente" tutelare l'interesse pubblico "teso ad evitare soluzioni di continuità del trasporto aereo di Stato".

 

(Articolo TGCOM a titolo -Voli di Stato, respinto ricorso- pubblicato online il 9-6-09)

08:05 Scritto in Attualità | Link permanente | Commenti (6)

02/06/2009

Voli di Stato

"E' noto e riconosciuto che, soprattutto per ragioni di sicurezza, l'impiego dell'aereo di Stato e' di fatto imposto al presidente del Consiglio al quale viene, di norma, precluso l'uso di mezzi diversi. La disciplina dell'impiego degli aerei di Stato e' stabilita' dalla Direttiva 25 luglio 2008, regolarmente registrata alla Corte dei Conti, che ne detta le regole per tutte le Autorita' ammesse ad usufruirne".

"La presenza di ospiti a bordo dell'aereo di Stato e' prevista e regolata dal comma 2 dell'art. 5 della stessa Direttiva, che ha sostituito le precedenti del 21 settembre e del 30 novembre 2007, proprio per chiarire alcuni dubbi interpretativi e per eliminare alcune palesi incongruita' con l'obiettivo di superare ogni difficolta' applicativa da parte degli uffici competenti. A tale proposito la Direttiva prevede espressamente la possibilita' di imbarcare persone estranee alla delegazione, 'purche' accreditate al seguito della stessa, su indicazione dell'Autorita', anche in relazione alla natura del viaggio e al rango rivestito dalle personalita' trasportate'".

"Sulla base di quanto espressamente previsto, e' chiaro che il presidente del Consiglio ha agito in piena legittimita', anche con riferimento alla facolta' che a persone estranee alla delegazione possa essere offerta la possibilita' di un passaggio sull'aereo di Stato assegnato al suo servizio. Ovvio, tra l'altro, che l'imbarco aggiuntivo di uno o piu' passeggeri su un volo gia' programmato non comporta alcun aggravio di spesa. Su questo punto del resto, pur in vigenza della precedente Direttiva, per casi del tutto simili, si e' gia' espressa la Corte dei Conti che ha disposto l'archiviazione di tutte le relative istruttorie non essendo emersi, dagli accertamenti svolti, gli elementi costitutivi della responsabilita' patrimoniale e amministrativa. Altrettanto ha fatto il magistrato inquirente che aveva in istruttoria precedenti casi analoghi, in relazione a ventilate ipotesi di reato".

 

(Nota di Palazzo Chigi - fonte Adnkronos, 1/6/09)

10/05/2009

La democrazia imbavagliata

All'alba dell'8 maggio se ne è andato, all'età di 84 anni, Gianni Baget Bozzo, sacerdote e uomo politico.
Rendendo a Lui omaggio, riporto parte di un suo articolo pubblicato nel maggio 2003.

[....] "Le sentenze si rispettano" può essere un principio valido in qualunque regime, ma che si possano contestare politicamente è proprio della sola democrazia. Ciò non significa che la democrazia abbia sempre ragione e i giudici torto, ma l'opposizione alle sentenze sul piano politico è un diritto democratico fondamentale, che toglie alla magistratura il carattere di potere assoluto.
[....] La sinistra ha sempre capito che la via alternativa alla conquista del potere mediante la democrazia poteva essere l'opera di una burocrazia, quella dei giudici. Questo era un principio antico: non a caso Togliatti aveva scelto nel governo del Cln per sé l'incarico di ministro della giustizia: il segretario di Togliatti al tempo, Massimo Caprara, segnala il fatto che egli suggerì al presidente della Corte di Cassazione di non proclamare immediatamente l'esito per la Repubblica del referendum istituzionale del '46, lasciando la patata bollente della proclamazione repubblicana al presidente del Consiglio Alcide De Gasperi.
La cultura comunista ha fatto levitare il prestigio della magistratura inquirente in Italia: ed i partiti democratici, che ne sarebbero state le vittime, non se ne sono accorti.
La modifica del codice di procedura penale, che trasformò il processo istruttorio in processo dibattimentale, diede larga autonomia al pubblico ministero. Sarebbe stata quella l'occasione per separare le carriere dei magistrati inquirenti dai magistrati giudicanti: i partiti democratici non si erano resi conto che, con la riforma Pisapia, essi avevano piantato l'albero in cui sarebbero stati impiccati.
I partiti democratici pensarono di acquisirsi la benevolenza dei magistrati facendone una categoria così privilegiata che le carriere avvengono automaticamente per anzianità e senza giudizio di merito. E Magistratura democratica, la corrente di sinistra, diretta da Luciano Violante, fece del potere giudiziario il vero potere rivoluzionario, che interpretava la legge non secondo il testo della norma ma secondo la definizione del bene sociale che "secondo il magistrato" essa intendeva tutelare. Tutto fu tolto alla lettera, tutto affidato all'interpretazione.
Il problema istituzionale è dato dal ruolo di ultimo giudice dei fatti politici assunto dalla
magistratura. Essa, con la procura di Milano, definì la politica come corruzione sistematica. La fine del comunismo, come "socialismo reale" rendeva possibile il comunismo come figura ideale di critica alla realtà occidentale democratica ad ogni livello. Prima del nichilismo e del pacifismo, il comunismo, dopo il fallimento dell'Unione Sovietica, aveva assunto la figura di critica della democrazia in base alla coscienza dei giudici.
[.....] L'Italia, sede del più intellettuale dei partiti comunisti, fu l'unico paese in cui i comunisti ebbero, grazie ai giudici, il potere a portata di mano. La politica giunse al punto di stoltezza da liquidare l'immunità parlamentare e di esporsi senza rete all'azione del potere giudiziario [........]
La reazione della democrazia e della politica non può essere che il ripristino dell'immunità parlamentare e la separazione delle carriere.
La democrazia non può perdere la partita contro la magistratura milanese che ha reso l'Italia del '92 simile a quella del gennaio del '25, con l'eliminazione di tutti i partiti democratici occidentali.

Gianni Baget Bozzo

Tratto da:
Ragionpolitica, periodico on line n. 4 del 8/5/2003, già pubblicato da Il Giornale il 4/5/2003.