Ok

By continuing your visit to this site, you accept the use of cookies. These ensure the smooth running of our services. Learn more.

17/05/2017

Il recinto

Trovandomi nella necessità di scrivere qualcosa per evitare la cancellazione di questo blog, è diventato non più rimandabile individuare un argomento da trattare, che risulti di interesse, mio in primis, ed eventualmente di altri.
Impresa niente affatto facile, essendo che elucubrazioni sul perché dell'esistenza del mondo (tema che tempo fa avevo pensato di affrontare), prima ancora di ogni collegata considerazione sull'intervento divino e sul ruolo umano, paiono lontane dal quotidiano, da ciò con cui tutti i giorni abbiamo a che fare, che monopolizza gran parte del nostro tempo e dei nostri pensieri, lasciandoci spesso sgomenti di fronte alla realtà.
Ci limitiamo perciò a un'unica considerazione, e cioè che il primo interrogativo, che sta alla base di tutto, è senza dubbio il seguente: perché il mondo esiste e non «esiste» il nulla?
Questo che riguarda il nulla, se ci pensate, è l'unico vero padre di tutti i misteri..
Ma andiamo oltre: si parla molto, in questi tempi, di sovranismo, di europeismo, di mondialismo, di ritorno alle tradizioni, viste come baluardi verso la modernità che relativizza, che confonde ogni cosa in un amalgama omogeneo e informe, ubbidiente alla nuova religione del politicamente corretto, che sprezzantemente bolla quale mostro ogni diversa visione, anche se dettata, il più delle volte, da un rigurgito di buon senso, piuttosto che da una consapevole volontà restauratrice di vecchi equilibri, regole o principi.
Si parla di questo, ma ormai, io credo, la maggioranza si è convertita, pressata da ogni mezzo di comunicazione e da governi ideologicizzati, animati, non so quanto senza ipocrisia, da intenti moralistici e pedagogici, a una visione del mondo, della vita, in cui i valori sono attenuati, diluiti in un brodo comune, e il relativismo ha vinto.. dove il pur circoscritto prevalere di un'idea particolare che si proponesse di sfuggire al relativismo, sarebbe ritenuto pericoloso e quindi bisognoso di urgenti e decise misure di contenimento.
Per chi ancora dissente invece, di fronte alla caduta, allo svilimento, di quel che era, insieme all'inaccettabilità dell'oggi e della visione mondialista, incentrata su (dis)valori equipollenti e deboli, resta il nulla, il barcamenarsi quotidiano, l'arrangiarsi cercando di respingere i vari attacchi che vengono da ogni dove, da chi gli organizza una vita insulsa, in qualche caso simbolicamente protetta e tutelata, ma incanalata, ingabbiata... come maiali in un recinto che sguazzano nel guano, mentre fuori i prati sono verdi e gli uccelli cantano, ma non per lui..