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11/04/2005

Valori

E’ di stamane la notizia che il Principe Carlo avrebbe creato all’interno della sua residenza londinese, come dono di nozze per la sua sposa, un giardino di 120mq, costato 120.000 euro.
A parte i dubbi sul fatto che sia stato realmente possibile per i giornalisti venire a conoscenza dell’entità esatta delle spese di realizzazione, ciò che mi ha dato fastidio è stato constatare che, al fine di dare un valore a un’opera, ancora una volta, ci si è affidati a una sua monetizzazione.
In altre parole, avrei preferito di gran lunga aver letto e leggere che quel giardino, o qualsiasi altra realizzazione di un certo impegno, sono costati tot ore di lavoro, l’impiego di tot uomini, di cui tanti aventi la qualifica x, tanti la qualifica y, e tanti altri la qualifica z.... e magari mi piacerebbe anche conoscere il nome di questi uomini, o la ditta per cui lavorano, e la storia di questa... e l’età, e ciò in cui sono “unici”, “artisti”.
Ecco ciò che mi urta, voler dare sempre un valore in danaro a tutto, anche a ciò che palesemente non è in vendita e non possiamo comprare, sottacendo le incredibili professionalità e le ore e ore di lavoro che hanno permesso il compimento di un’opera, in ipotesi straordinaria.
Invece, proprio questa voglia di cogliere l’”uomo” nell’oggetto, presente in molti di noi, ci porta ancora oggi a desiderare qualcosa al di là della sua effettiva pratica utilità o funzionalità (faccio l‘esempio di un orologio “meccanico"), a sentirci gratificati dal possedere ciò che crediamo sia il frutto della mano di un abile artigiano o comunque di persone dotate di specializzazione e passione, e non di una macchina, o di un uomo-macchina.

09:30 Scritto in Pensieri | Link permanente | Commenti (19)

Commenti

Sai cosa penso? Che a sti due sia già stato dato fin troppo spazio...Forse hai ragione tu, meriterebbero più spazio tutte quelle persone che hanno reso possibile il loro matrimonio...Ma comunque sia, che hanno fatto sti due per meritarsi tutto questo clamore?!? Nulla... a parte rompere le palle alla gente...Bah, non le capirò mai ste cose!! Buona giornata Enri e buon inizio settimana ;-)) Un bacioe*

Scritto da: Alyjha | 11/04/2005

visto sopratutto il significato che il giardino in se dovrebbe assumere, mio caro enrico. piuttosto che quantificare, monetizzare, come dici tu, sarebbe stato ancor più significativo, a parer mio, dare il valore effettivo/affettivo del regalo descrivendone tutte le piante ed i fiori presenti, la loro provenienza, coltivazione, la difficoltà nel mantenere i giusti innesti, l'impegno e le difficoltà per riuscire a ricreare simili colori, o profumi, o specie di pianta, il tipo di terra... ma che vuoi, io sono una romantica... ;O)
ciao

Scritto da: nuvola | 11/04/2005

in linea teorica sono d'accordo con te però mi pare strano che tu ti chieda come mai non si pensa ad altro che al valore in moneta di ogni cosa. perchè è così che funziona il mondo. coi soldi. e basta.

Scritto da: deb | 11/04/2005

Ti do ragione, Nuvola, ho trascurato il lato botanico della cosa, certamente interessante... ma anche questo fa parte di ciò che sta al di fuori del prezzo.
Anche tu Deb, dici delle cose giuste... ma quanto sostieni può accadere anche perché si è "spersonalizzato" il risultato del lavoro, oggi tutto (o quasi) è divenuto prodotto... e non si sa da dove venga, nè chi e come lo realizzi (a parte la poco significativa e generica indicazione della società produttrice)

Scritto da: Enrico | 11/04/2005

Esco... saluto tutti.. ci sentiamo piu tardi! ;-)
(sono le 12 e 53)

Scritto da: Enrico | 11/04/2005

ed il motivo è sempre lo stesso, purtroppo. si sacrifica la qualità e la genuinità di un prodotto favorendo cose fatte in serie, scadenti, economiche. in pochi si possono permettere il privilegio di scegliere, ormai.

Scritto da: deb | 11/04/2005

Accade ciò che è inevitabile che accada.

L'uomo (e la donna) non vuole sapere che tipo di fiori ci siano o che genere di affetto abbia spinto a regalare un giardino.
L'uomo interessato a quanto costa quel giardino è lo stesso uomo che - sbavando gioia - guarda e tifa ventenni miliardari tirare a un pallone. O attori miliardari vendersi al migliore offerente.

Lo stesso uomo che ammira Bonolis per aver firmato un contratto Mediaset da 30 miliardi di vecchie lire. Lo stesso che compra un libro perché vende un milione di copie.

Non frega niente a nessuno, Enrico, di cose che non fanno numero.

Naturalmente, le eccezioni vogliano scusarmi.

giorgio sannino

Scritto da: giorgio | 11/04/2005

Eccomi di ritorno o miei sapienti commentatori! ;-)

Deb, è vero, il privilegio di avere oggetti od opere "fuori serie" può costare molto... ma anche questa è una distorsione perché così si finisce con l'ideare "ad arte" cose molto particolari, magari in serie limitata, non tanto per la gioia di costruire qualcosa di bello e personale con l'idea di venderlo a chi lo sa apprezzare, quanto già calcolando e prevedendo un ingente lucro legato a questa "particolarità".

Io condanno, Giorgio, il malvezzo di valutare le cose in base al loro prezzo, col metro del costo, non con quello del lavoro che hanno richiesto o dei sentimenti che le hanno "provocate", oppure, nel caso particolare del giardino, in base al tipo di piante o fiori che vi sono stati sistemati.
Dovremmo forse, imparare a cogliere il bello, il segno distintivo, anche nelle piccole cose, non di serie, nelle quali avessimo l'occasione di imbatterci, e non parlo necessariamente degli oggetti ultracostosi a cui accennavo sopra.

Scritto da: Enrico | 11/04/2005

Lo condanniamo in molti, Enrico.
E giriamo come trottole per cercare una scorciatoia.
Per conto mio non guardo calcio, sport in genere, film. Non guardo TV (però stasera Cefalonia sì), non compro libri da più di duecentomila copie che non siano classici. Non masterizzo CD proprio perché conosco - per avere alle spalle quindici anni da pianista - il lavoro che c'è dietro ogni pezzo realizzato. Lavoro d'ore e di uomini e di tecnici e di artisti.
Lo so, riduttivo, molto riduttivo. Ma tant'è.

Scritto da: giorgio sannino | 11/04/2005

Noi, forse, possiamo più di quanto crediamo.... o forse mi illudo... o forse non sapremo mai in realtà quanto i nostri piccoli soffi saranno stati capaci d'increspare l'acqua.... ;-)

Scritto da: Enrico | 11/04/2005

gasp! cosa mi son persa quì.

giorgio. siamo tutti più o meno dello stesso avviso e la pensiamo allo stesso modo. però, attenzione: non confondiamo parametri con valori o passione. mi riferisco, ad esempio, al calcio. sono cresciuta con un padre appassionato di calcio e molto tifoso (ahimè dell'inter) che mi ha trasmesso la stessa passione (ma non per la stessa squadra). e condivido il tetto con qualcuno che da anni mi guarda con sufficienza per questo motivo, sostenendo la stupidità di tale passione. nonostante ciò, e nonostante oggi tutto lo sport, in generale, non solo il calcio, venga svilito da meccanismi che sanno più di leggi di mercato monetario ed investimenti, continuo ad essere appassionata. senza sbavare. certo, ai tempi dei nostri genitori era tutto più genuino, pulito e meritocratico di adesso. ma continuo a pensare che oggi i nostri figli vengono purtroppo tentati con pubblicità televisive e vetrine appariscenti da giochi ultracostosi che una volta ricevuti subito accantonano, quando un tempo bastava riunirsi tirando quattro calci ad un pallone per renderci felici...

Scritto da: nuvola | 11/04/2005

scusate, questa sera sono piuttosto polemica. non fatemi caso.

enrico, buonanotte a te ed a tutti i tuoi ospiti...

Scritto da: nuvola | 11/04/2005

Nuvola, anch'io sono uno di quelli che si chiede come uno sport come il calcio possa interessare.... d'altronde non vedo perché dovrei nascondere questa mia opinione...

Scritto da: Enrico | 12/04/2005

buongiorno enrico
scusate, non fraintendetemi. io non sto affatto dicendo che non dovreste esprimere questa vostra opinione, cié che il calcio per voi non é interessante anzi, e ben venga. ci mancherebbe. così come, spero, io posso esprimere la mia di opinione. ciò che volevo soltanto dire era, appunto, seguendo un ragionamento venutomi dal commento di giorgio, di non condannare o giudicare negativamente ciò che non si condivide. c'è chi segue il calcio e chi no, a chi gli piace e a chi non interessa. ma la questione sollevata dal tuo post erano i valori e la loro monetizzazione. poi si è passati ad accomunare calcio con persone che sbavano dietro un ventenne pagato miliardi. per carità, è una opinione. ho solo voluto rimarcare che il calcio, per taluni, é e rimane soltanto una passione (e non certo un valore), come potrebbe esserlo un qualsiasi altro sport, e come tale resta indipendentemente dal giro di soldi ed interessi che circola in esso.

Scritto da: nuvola | 12/04/2005

Buon giorno dalla solita Aly :-))) Un bacione*

Scritto da: Alyjha | 12/04/2005

Buon giorno Aly... testatissima Aly..;-))

Scritto da: Enrico | 12/04/2005

il mio amore domenica mi ha regalato un videogioco, omaggio mcdonald, destinato a bambini al di sotto dei dieci anni. a parte il fatto che non ho ancora capito come funzioni ... è il più bel regalo ... altro che l'invertebrato di carlo che spende soldi non suoi ;P

Scritto da: Rossella | 12/04/2005

e bravo il tuo amore..... il fatto è che col tempo la tua mente si è evoluta troppo.... è per questo che hai difficoltà con le cose semplici, elementari....;-))

Scritto da: Enrico | 12/04/2005

tanto evoluta che fa le volute di fumo ;P andrò alla scuola materna, oggi. chissà se qualche bambino di buona volontà mi spiega il gioco ;-)

Scritto da: Rossella | 12/04/2005

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