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30/11/2005

Moralismo



"Un uomo che moralizza è di solito un ipocrita, una donna che moralizza è invariabilmente brutta"

(Oscar Wilde -- 16/10/1854 - 30/11/1900)

08:37 Scritto in Citazioni | Link permanente | Commenti (7)

Commenti

Buongiorno, Oscar ha sempre ragione del resto..

Scritto da: ele | 30/11/2005

vabbè...questa volta sono "quasi" d'accordo.
senti...se vieni da queste parti ti accompagno a boscochiesanuova. ma a patto che tu mi faccia foto di neve rosa;)))

Scritto da: dEb | 30/11/2005

Buondì Ele e Deb... Oscar è molto arguto e sfacciatamente fuori dagli schemi..... ama stupire.. è affascinato dagli eccessi, gli stessi eccessi che poi hanno determinato il suo declino.
Ciao ciao ;-)

Scritto da: Enri | 30/11/2005

un uomo che moralizza è sicuramente tipo prete: tira la pietra e nasconde la mano. una donna che moralizza è sicuramente giustificata: se ti vanti passi per poco di buono e allora tanto meglio agire sottacqua .... o no?

Scritto da: Rossella | 30/11/2005

....poco o molto di buono... ;-)

Scritto da: Enri | 30/11/2005

...ma a quest'uomo gli è stato fatto un monumento o nessuno ci ha ancora pensato??? Lo adoro...
comunque l'argomento è interessante. Ritengo che spesso chi moralizza ha la mente chiusa o è mosso dall'invidia. Oppure ha la mente talmente aperta che, dopo aver riflettuto e ponderato all'ennesima potenza, ha gli elementi per "moralizzare".
Personalmente lo faccio molto di rado, in quanto essere mutevole, sono troppo possibilista-fatalista-relativista, e per moralizzare bisogna invece credere che "io quella cosa non la farò mai". Il che non è detto....
(Vorrei però tranquillizzare chi di dovere che quello che sto facendo lo sto facendo coscientemente e con l'impegno che una tale decisione richiede.)
ciao

Scritto da: annasal | 30/11/2005

La morale implica una serie di punti fermi, punti che potremmo chiamare di "dignità", varcati i quali scatta la riprovazione per chi li supera... non è quindi solo un giudizio negativo come può essere una semplice disapprovazione, ma unisce a questa una sorta di "marchio d'infamia".
Personalmente credo che, nella maggior parte dei casi, sia più che sufficiente la disapprovazione anche perché il giudizio etico implica da parte di chi lo emette una sua presunzione di "superiorità morale"... il che è generalmente condannabile..

Scritto da: Enrico | 30/11/2005

I commenti sono chiusi.