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27/04/2006

Condivisione

In questo momento di lutto e di dolore per il nostro paese e soprattutto per i familiari delle vittime del recente attentato a Nassirya, mi piace pubblicare, al di là di ogni partigianeria politica, un comunicato dell'Arci che ho trovato in rete e il cui contenuto condivido:

"Ci stringiamo ai familiari delle vittime dell'attentato di Nassirya. Siamo vicini al loro lutto e al loro dolore. Ogni giorno siamo costretti a piangere la perdita di vite umane a causa della guerra, della violenza, degli attentati terroristici che avvelenano il mondo. Ogni giorno continuiamo a credere che esista una alternativa alla barbarie e che sia responsabilità di tutti praticarla con determinazione e con coraggio: rifiutare l'uso della forza per risolvere le controversie internazionali, sostituire le armi con la forza della politica e della diplomazia è possibile e sempre più necessario. Il coinvolgimento italiano nella guerra e nell'occupazione illegale dell'Iraq, contraria al dettato della nostra Costituzione e al diritto internazionale, è una grave responsabilità che pesa tutta sulle spalle del governo Berlusconi che si è appena concluso. Alla coalizione che si appresta a sostituirlo sta in queste ore la responsabilità, altrettanto cruciale, di indicare con chiarezza una discontinuità netta con quelle scelte: l'annuncio del ritiro immediato delle truppe, il ritorno dell'Italia a un ruolo politico e diplomatico autonomo per ricostruire la pace e la convivenza in Iraq e in tutto il Medio Oriente. E' un dovere di fronte alle leggi superiori del diritto, è un dovere verso il futuro, è un dovere di fronte ad altro sangue versato inutilmente per una causa sbagliata".

20:25 Scritto in Attualità | Link permanente | Commenti (5)

Commenti

No, non condivido. Per niente.
Buon week end Enri :-)

Scritto da: alyjha | 28/04/2006

Non condivido nemmeno io. Assolutamente. Non siamo lì per combattere, ma per formare gli iracheni, renderli capaci di governarsi da soli.

se un uomo ha fame e tu gli dai da mangiare, domani avrà fame di nuovo, ma se gli insegni a pescare mangerà per tutta la vita

più o meno diceva così un detto lontano.

saranno contenti quelli che gridano 10 100 1000 nassirya.
Perchè non vanno loro laggiù o dovunque ci sia una guerra? Forse che l'Iraq è diverso dal Darfour? O dall'Afghan? o dal Belize?

Enrico, da ieri l'Italia ha 3 eroi in +

Scritto da: ele | 28/04/2006

E' evidente che non posso che dissentire col vostro dissenso... il punto è che, secondo me, gli iracheni non sentono alcun bisogno di essere "istruiti" o "formati" da noi, giunti al seguito di un esercito di occupazione che ha fatto fra loro migliaia e migliaia di morti..
E comunque la nostra presenza militare non fa altro che legittimare un intervento compiuto nel dispregio del diritto internazionale e adducendo motivazioni palesemente false..
Ciao... buon w-e.
;-)

Scritto da: Enrico | 28/04/2006

Sono totalmente d'accordo con il contenuto dello stralcio e con il commento di Enrico. E spiego i motivi. A mio giudizio, il permanere di eserciti stranieri in Irak non è soltanto un controsenso giuridico internazionale, perchè, appunto, ogni Stato è sovrano in casa sua, ma è anche un insulto all'intelligenza o, semplicemente al buon senso della gente cui viene raccontato che gli americani e i loro alleati sono lì per " portare la democrazia " ai poveri iracheni. Come si può credere a una simile fandonia? Come si può credere in buona fede che la democrazia possa essere esportata e cucita addosso come un abito su misura a popoli che non hanno una minima idea di che cosa significhe "democrazia"...La democrazia non s'impara dagli altri, si costruisce sulla propria pelle con fatica, errori e riposizionamenti, oltre che, naturalmente, con l'istruzione e la cultura. La democrazia è la prassi politica più seria e più difficile da realizzare, perchè presuppone la presenza di un popolo maturo e consapevole, che sappia distinguere tra diritti, doveri e privilegi e non confonda gli uni con gli altri per il proprio bieco tornaconto. I popoli che per decenni hanno patito la dittatura o un regime molto autoritario devono riprendersi dallo choc politico e devono farlo secondo le loro possibilità culturali e i loro ritmi di assimilazione di una visione del mondo differente. Come si fa a non capire che l'imposizione all'Irak della cosiddetta democrazia occidentale è solo una forma di violenza più raffinata rispetto alle violenze becere del regime precedente...Come si fa a non capire che se non si educa ogni singolo iracheno alla democrazia, mandando a scuola i bambini e i ragazzi, ad esempio, la democrazia sarà sempre una caricatura e un simulacro di se stessa...E questo è un punto, seppure trattato in modo estremamente sintetico. Ma il secondo punto, quello forse più importante perchè coinvolge tutto il mondo occidentale è il seguente: ma davvero dobbiamo stare a guardare gli Stati Uniti mentre si arrogano il diritto di fare i gendarmi del mondo? Dall'alto di quale mai autorevolezza i suddetti States hanno stabilito che quello ipotizzato e voluto da loro rappresenti il migliore dei mondi possibili? All'America dobbiamo essere grati, e lo siamo di cuore, per averci aiutati nel corso dei due conflitti mondiali e nei dopoguerra successivi...Ma io credo che non si debba concedere loro il diritto di sentirsi superiori a chiunque altro...Ciao,Enrico!:-) E ciao a tutti

Scritto da: lella | 28/04/2006

Ma voglio aggiungere: giù il cappello di fronte ai nostri militari caduti, e rispetto deferente per loro e per le loro famiglie. Ma caduti..perchè? perchè impegnati in una missione che deve concludersi in tempi brevissimi, in quanto priva di un vero significato etico, politico e sociale.

Scritto da: lella | 28/04/2006

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