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07/07/2006

La ruota del tempo

medium_ruota.jpg

Il tempo implacabilmente va, ora dopo ora, e l’idea che non corra diritto verso l’infinito in me s'insinua... forse in tondo esso va, sì che quel che è stato ancor sarà e quel che ora è già fu e un giorno tornerà.
Non con questo affermare voglio che ogni fatto si ripeta in continuazione del tutto simile a se stesso, ma, io penso, quel che accade potrebbe ricordar un teatro ove gli attori della compagnia restano sempre uguali, mentre la commedia muta... o forse mutano solo gli sfondi in cui si svolge..... una commedia che dura giusto lo spazio di una vita.. un circolo completo compiuto dal tempo.
Proprio come una ruota (non per caso, dunque, parlar si sente della ruota del tempo?) che nel suo rotolar spazi nuovi tocca e sperimenta.
E in questa sperata o presunta verità mi adagio, mentre intorno ogni cosa il suo destino segue... e sfuma o s’illumina via via..
;-)

Commenti

e bravo il filosofo poetico....
o il poeta filosofico non saprei :-)

b-r

ps. la mia vita più che altro...va a rotoli

Scritto da: b-rightful | 07/07/2006

mio papà è del '50...

Scritto da: ele | 07/07/2006

B-r, accostamento divertente e spiritoso..;-)
Ele, per lo meno non è più giovane di me... ;-))

Scritto da: Enri | 07/07/2006

Allora! Vogliamo smetterla con queste malinconie? Il tempo, per noi umani del pianera Terra è quello che è: sono i 350.000km della velocità della luce che si prendono gioco di noi. Se riuscissimo a superarli, invecchieremmo molto più lentamente. Ma poi...ma ci pensate? Vivere, che so...250,350,450 anni...anche in modo decente, ma sempre circondati dalle stesse facce ( perchè il processo di invecchiamento rallenterebbe per tutti, mica solo per noi), con gli stessi parenti, gli stessi vicini, gli stessi colleghi, gli stessi uomini politici...Che barba, che noia, che noia, che barba...A un certo punto, la morte è una gradita liberazione, secondo me. E anche vivessimo 500 anni, non potremmo rivivere quello che abbiamo dimenticato, o rifiutato, di vivere al momento giusto, e saremmo comunque pieni di rimpianti, di amarezze e di " rose che non colsi", che, detto tra noi, e nonostante quello che si può pensare, sono i fiori migliori in assoluto, e quelli che rimarranno sempre nel nostro cuore e nella nostra mente. I fiori che si colgono appassiscono presto, e presto li dimentichiamo...Vi pare? ;-)) E comunque, è vero che la vita è una rappresentazione teatrale: tutti noi recitiamo la nostra commedia sul palcoscenico della vita, fino a quando non calerà il sipario.Qualcuno sarà stato un ottimo attore, qualcun altro sarà stato un cane, qualcuno avrà strappato applausi, qualcun altro non avrà avuto che fischi...ma alla fine della recita, bravi e meno bravi, tutti dovremo ugualmente abbandonare il palcoscenico. Il pubblico se ne sarà andato e sarà solitudine per tutti noi, ciascuno solo e disperato per conto suo. Se proprio ci pungesse vaghezza di recriminare, potremmo immalinconirci sul fatto che non ci è dato di aggiustare, nel corso della prima recita, quella del debutto, ciò che abbiamo sbagliato nella prova generale. La vita è solo una prova generale, i cui errori non è consentito correggere. Ma forse è il bello...chi lo sa...Su con la vita, gente, che tanto è lo stesso...:-))

Scritto da: lella | 07/07/2006

La mia ipotesi mi sembra assai più ottimistica e allegra della tua, Lella..... è una visione di speranza e continuazione contrapposta all'oblio, al nulla.. alla fine senza possibilitá di replica e di rinascita dei rapporti interrotti...;-)

Scritto da: Enrico | 07/07/2006

E chi ti dice che la mia visione del mondo contempli il nulla dopo la morte? ;-)) Si chiuderà il sipario, per noi umani, abitanti del pianeta Terra, sull'unica vita che abbiamo conosciuto, o di cui abbiamo memoria, ma l'energia vitale che ci ha animato, i sentimenti che abbiamo coltivato, il mondo interiore intorno al quale, nel bene e nel male, ha ruotato la nostra esistenza terrena non andranno perduti. Ne sono convinta. Non so in quale modo tutto ciò potrà essere recuperato, e mi piace pensare che sarà una bella sorpresa, ma in qualche forma sarà recuperato. Lavoisier diceva che in natura nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma; e io credo che qualcosa del genere possa avvenire anche a livello metafisico. Non voglio scomodare le religioni o le filosofie orientali, ma il Karma, ad esempio, è qualcosa di ragionevolmente interessante. ciao gente, e ricordate: tutto è relativo, anche il tempo. Diceva non so più chi: dieci secondi seduto su una stufa ardente sono una crudele eternità; due ore trascorse con un'incantevole fanciulla sono uno stupendo battito di ciglia ;-))

Scritto da: lella | 07/07/2006

Allora ero io che avevo inteso male il concetto..... e certo anche il tempo è relativo, sia in rapporto a quel che si fa, sia anche alla velocità con cui si fa...... infatti se potessimo accelerare, sveltire, a dismisura le nostre azioni (e avessimo anche una percezione del tempo adeguata, così da farci apparire normale, naturale, tale velocità di esecuzione) la nostra vita ci parrebbe estremamente lunga ... di converso, se dovessimo rallentarci significativamente, essa ci parrebbe assai breve..
;-)

Scritto da: Enrico | 07/07/2006

....ma forse se accelerassimo le nostre azioni anche il nostro ciclo vitale accelererebbe, per cui vivremmo di meno..
Di qui l'irrilevanza e la relatività del tempo, entità valutata soggettivamente e legata alla velocità con cui possono compiersi con normalità, secondo i ritmi naturali, le azioni.
Due tempi reputati eguali da chi li vive, in realtà, osservati da fuori, oggettivamente, possono essere diversissimi..
Almeno credo...
;-))

Scritto da: Enrico | 07/07/2006

Guarda, possiamo fare un esempio banalissimo: quando siamo molto impegnati e abbiamo tante incombenze cui fare fronte, ci viene spontaneo dire: avrei bisogno di una giornata di 48 ore...Perchè, indaffarati come siamo, sembra che il tempo ci sfugga di mano e non ci basti mai. Alla fine di una giornata così, ci sembrerà che il tempo sia trascorso velocissimo. Al contrario, nei momenti di calma, abbiamo persino il tempo di annoiarci. Annoiarsi è bellissimo, ed è bellissimo ANCHE perchè il tempo sembra spalmarsi sulla nostra noia e sembra dilatarsi all'infinito. Al termine di una giornata lenta e rallentata, ci sembrerà di aver vissuto un tempo senza tempo. Oppure, altro esempio banalotto: il tempo dell'infanzia. Ricordi qual era la percezione del tempo, nell'infanzia? Le giornate non finivano mai, e si viveva giocando, leggendo, fantasticando, e non riflettendo sul tempo che passava. Il tempo passava comunque, ma erano affari suoi, non nostri. Il tempo si stemperava sulla nostra inconsapevolezza, e noi vivevamo: ma non esistevamo. Perchè esistere significa scendere a patti col tempo, per farne un uso ragionato e utile. Il tempo dell'adolescenza e della prima giovinezza, poi, ha altre caratteristiche ancora: è un tempo spostato oltre, proiettato nel futuro...L'adolescente vive il suo tempo come un tempo provvisorio,e di transizione, verso quella che egli immagina sarà la realizzazione piena e perfetta della sua esistenza. Dunque, l'adolescente non sa e non può cogliere i frutti pieni del suo tempo, perchè non li sa individuare e non li sa riconoscere. Ecco perchè, in età matura, è tanto diffusa la sindrome di Peter Pan: è quella dell'eterno adolescente, che, non avendo vissuto consapevolmente la propria adolescenza, la rincorre spasmodicamente anche quando quell'età, sotto il profilo anagrafico, se n'è andata, per sempre, da un bel po'. E' come se avesse bisogno di risarcire se stesso per un danno che lui stesso si è causato. Insomma, morire se sappiamo fare un uso corretto del nostro tempo, in ogni tempo della nostra vita. Ma, secondo me, è giusto e bello così...Non siamo mica robot programmati e programmabili...Che cosa saremmo senza rimpianti e senza rimorsi per ciò che poteva essere e non è stato, per ciò che siamo stati e non saremmo voluti essere, per ciò che non siamo stati e saremmo voluti essere, per tutto il tempo non percepito nel quale si è dipanata la nostra vita, per tutto il tempo rimpianto perchè apparentemente perso,per tutto il tempo che ci rimane e che vorremmo ottimizzare al massimo e che, invece, al momento del bilancio definitivo, ci apparirà perso come parte di quello già vissuto? O santo cielo, mi è di nuovo venuto caldo...la pianto lì, che è meglio. Ciao, Enrico: buon sabato 8 :-))

Scritto da: lella | 07/07/2006

Sì sì, il concetto è chiaro, pur restando nell'ambito della percezione del trascorrere del tempo legata al cosa si fa....
Buon sabato a te.... non vorrei essere nei panni dei tasti del tuo pc... ;-)))

Scritto da: Enrico | 07/07/2006

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