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21/03/2007

Dimissioni

medium_sircana_silvio.jpg

La mia opinione, discordante da quella espressa dalla maggior parte dei politici e commentatori, è che il portavoce del Governo, On. Silvio Sircana, debba dimettersi.
Egli deve lasciare l’incarico ricoperto, non tanto per la gravità delle azioni compiute (almeno con riferimento a quelle divenute di pubblico dominio) quanto perché il suo comportamento, quantomeno disinvolto, leggero (e tuttavia indizio di una certa personalità), mal si concilia con il ruolo politico che attualmente riveste.
Gli errori purtroppo si pagano… e comunque i nostri comportamenti, giusti o sbagliati che siano, portano le conseguenze che ad essi sono legate, anche se, nel momento in cui li adottiamo, spesso non siamo consapevoli di tutto ciò che da tali scelte o azioni potrebbe derivarci, nell’immediato o nel futuro.

Commenti

ma lo sai che per una volta (ma ormai mi pare di più...) la penso come te?
sposiamoci zio;)))))))

Scritto da: deb | 22/03/2007

sìììì.... è anche il mio primo pensiero del mattino.. e l'ultimo della sera..
;-)))))

Scritto da: Enri | 22/03/2007

Mah.
Sarei d'accordo se pero' si fosse dimesso anche Berlusconi il giorno in cui è venuto fuori che ha ospitato per anni a casa sua uno stalliere che era il tramite tra lui e la Mafia. Quando Andreotti è stato condannato per associazione mafiosa, salvo prescrizione prima del 1980.
Fintanto che i comportamente "pesanti" non vengono sanzionati né dalle istituzioni né dagli elettori, non vedo perché sanzionare quelli "leggeri".

Scritto da: emanuele | 22/03/2007

Io, invece, non sono d'accordo. Sircana, a mio giudizio, si sarebbe dovuto dimettere se l'epiosodio che l'ha visto coinvolto, fosse rimasto racchiuso, come sarebbe dovuto accadere in un paese civile, nell'entourage familiare- politico di Sircana stesso. Nel momento in cui quest'episodio, ridicolo prima che immorale, è divenuto occasione di dileggio e di ricatto morale o ricatto vero e proprio, Sircana non deve più dimettersi, perchè chi lo accusa e lo espone al pubblico ludibrio, e chi della sua debolezza sghignazza è peggiore di lui e non merita la soddisfazione di veder crollare un uomo sotto il peso della sua stupidità. Mi spiego. Sircana si è comportato come un quattordicenne guardone e stupidotto. Ma Sircana è il portavoce del governo Prodi ed è un uomo di mezza età: dunque, non gli devono essere consentiti comportamenti cretini. Se non fosse stato reso noto il fatto e Sircana si fosse dimesso per motivi che all'opinione pubblica non sarebbe mai stato dato di sapere, egli avrebbe riscattato abbondantemente, di fronte alla sua famiglia e ai suoi compagni di partito, cioè di fronte a coloro ai quali andava, di diritto, una spiegazione, la leggerezza di una sera. Nel momento in cui, ripeto, questa leggerezza è diventata di dominio pubblico e ha dato origine a ipotesi di ricatto, a piogge di fango e di altro materiale poco nobile, Sircana ha il diritto-dovere di combattere la sua battaglia di uomo che resiste allo sbeffeggiamento, alla vergogna e, soprattutto, al ricatto morale. Sircana, a mio giudizio, non deve dimettersi ORA. E i ricattatori di ogni tipo e cilindrata, a mio avviso, devono finire in galera per direttissima, perchè sono individui assolutamente schifosi. Ciao, Enrico: buona serata :-))

Scritto da: lella | 22/03/2007

Emanuele, ognuno può considerare grave o meno il comportamento di Sircana e, di conseguenza, se esso consigli o no l'abbandono di una funzione, di un compito che, a mio vedere, richiederebbe di essere svolto da una persona che agisce e ha agito in modo assolutamente non criticabile da alcuno.... però eviterei di fare collegamenti del tipo "se non si è dimesso il tale, allora anche lui non deve farlo", perché ognuno è responsabile del suo, a prescindere da ciò che fanno o hanno fatto altri.
Nello stesso modo rispondo a Lella dicendo che, anche nel suo caso, eviterei di collegare, escludendola, l'opportunità delle dimissioni con l'esigenza di "non dare soddisfazione" agli aspiranti ricattatori.
Secondo me occorre prendere la persona e il suo comportamento da soli, liberandoli da ogni possibile nesso esterno e valutare il tutto in base ai principi morali che uno ha, i quali possono essere coincidenti o no col comune sentire della maggioranza della popolazione.
Ciao.. buona serata.;-)
19:55

Scritto da: Enrico | 22/03/2007

in ogni caso, siamo governati da lussuriosi, viziosi, drogati, ex-terroristi, galeotti nemmeno tanto ex, mafiosi, corrotti......
devo continuare?
ma perchè non se ne vanno tutti a casa?

perchè gli italiani non si ribellano a questa situazione?

Scritto da: ele | 22/03/2007

Ele, gli italiani li hanno eletti.... qualcosa di più del 50%.. e quindi la possibilità di una caduta è legata solo ad eventi parlamentari... la politica estera e i dico potrebbero essere argomenti sui quali il governo potrebbe scivolare..
Buon venerdì!
;-))

Scritto da: Enri | 23/03/2007

Leggiti un pò questi appunti della Prof. M. Bernadetta Costa, sul suffragio universale e su quello ristretto, che sono abbastanza in tema

Il processo storico che ha portato (in Italia) all’ ampliamento del suffragio è stato lento e contrastato.
La seconda metà dell’ 800 è stata caratterizzata dal suffragio ristretto che riconosceva la capacità elettorale solo a coloro che presentassero determinati requisiti.: età , censo, livello di istruzione.
Comunque erano ammessi al voto solo cittadini di sesso maschile.
L’esclusione delle donne era motivata dalla disuguaglianza degli organismi maschili e femminili e dalla presunta incompatibilità tra i doveri di una madre e di una moglie con quelli di cittadino.

Nel maggio 1880, durante un dibattito parlamentare su un progetto di legge di riforma della legge elettorale il relatore, On. Zanardelli, si dichiara contrario a concedere il voto alle donne poichè “nella sua missione tutta d’educazione e di affetti, a gioia, conforto ed altissimo incitamento dell’uomo nella vita domestica ed intima, la donna sarebbe spostata, snaturata, involgendosi nelle faccende e nelle gare politiche”.

Nel dicembre1888 , relativamente ad un altro progetto di legge, il Presidente del Consiglio Crispi si esprime così sul voto alle donne:”…la questione non è ancora matura. Non è il diritto naturale al suffragio della donna che si impugna, ma si nega la convenienza e la opportunità di applicarlo. I nostri costumi, le condizioni della nostra educazione non consentono, al presente, che la donna sia distratta dal domestico focolare, dal santuario della famiglia, per gettarla nella vita pubblica, nelle gare di parte”.

Che ne dici, si potrebbe tornare al suffragio ristretto.... :-))

Scritto da: Enrico | 23/03/2007

talebbano :-))))))
mi vedi molto in disaccordo sul suffragio ristretto,
e che??, vogliamo lasciare gli ultimi indietro????????
bisogna progredire tutti assieme e imparare tutti
dagli sbagli, anche elettorali, altrimenti gli ultimi,
esclusi da tutto, prima o poi si rompono e fanno
la rivoluzione, così invece di una democrazia
del meno peggio avremo una dittatura dei "peggiori".
Su Sircana, non mi esprimo, invoco soltanto la
privacy e considero la lussuria un peccato minore,
da depenalizzare (nulla in confronto a furto e a
menzogna e a ira e violenza), oltretutto nella fattispecie
si tratta di "devianze" molto di moda, da compatire
e da studiare antropo-psico-sociologicamente invece
di condannarle tout court.
Questa è la mia opinione, almeno.
ciao, qui sole, come al solito.

Scritto da: b-rightful | 23/03/2007

In effetti i tempi attuali rendono ormai difficile il ritorno al suffragio ristretto... tuttavia questa soluzione ha il suo fascino...
;-))

Scritto da: Enrico | 23/03/2007

"però eviterei di fare collegamenti del tipo "se non si è dimesso il tale, allora anche lui non deve farlo", perché ognuno è responsabile del suo, a prescindere da ciò che fanno o hanno fatto altri."

Ri-mah.

Forse non mi sono spiegato: allora, l'Italia in cui ci troviamo (anzi in cui vi trovate, dato che io per il momento vivo a Parigi) non è cosi per caso. Lo è divenuta per l'azione di una serie di peggioramenti di natura morale e culturale che sono stati prodotti consapevolmente da chi voleva trarne vantaggio. Non è stato Sircana a volere la tv che vediamo ogni giorno, non è stato Prodi a ridicolizzare le istituzioni, gli insegnanti, la cultura per anni.
E' stato il tuo stimatissimo nano mefitico di Arcore, personaggio che qua in Francia ad esempio è considerato, giustamente, al pari di un qualunque dittatorello illegale centroafricano.
Ora, se il clima politico è tale da sopportare senza alcun brivido che Berlusconi sieda ilegalmente in parlamento da anni invece che essere in galera e senza tv (come vorrebbero sentenze definitive e la logica di ogni paese non dico moderno ma almeno sviluppato), mi pare che formalizzarsi su una serata di Sircana sia intellettualmente disonesto.
Come - intellettualmente disonesta, pezzente, da paese in via di sviluppo - è questa morale cattolica un tanto al chilo che la Cei e i cosiddetti centristi pretendono di tirare fuori dalle proprie perverse fantasie istituzionali.

Scritto da: emanuele | 23/03/2007

Piccola chiosa a Ele: siamo governati, ma anche "oppositati", da tutto quello che hai detto tu, Ele. E l'amara considerazione è la seguente: se noi italiani votiamo, a destra e a manca, e costantemente, gente tanto ributtante, non sarà che saremo portati a votare coloro che percepiamo più affini a noi stessi? E dunque: non sarà che anche noi italiani siamo un filino ributtanti? Ciao, Enrico: buon venerdì ventoso dalle parti mie. Dalle tue, non so. Facci sapere. :-))

Scritto da: lella | 23/03/2007

Wikipedia:
Dittatura è il termine con cui si indica una forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato in un solo organo - se non addirittura nelle mani del solo dittatore, non limitato da leggi, costituzioni, o altri fattori politici e sociali interni allo stato - e tende a controllare ogni aspetto della societá (totalitarismo).
Ecco, alla luce di tutto questo, non direi, Emanuele, che Berlusconi sia stato un dittatore... e non credo neppure che i dittatori, anche qualora fossero giunti al potere per elezione, indicano consultazioni elettorali dalle quali siano poi esautorati.
Inoltre non vedo proprio come si possa dire che la sua presenza in Parlamento sia illegale, è stato eletto e lì deve rimanere.
E' inesatto pure affermare che sia il "mio" Berlusconi, in quanto escludo di definirmi un suo estimatore e potrei anche convenire sul fatto che le sue televisioni non abbiano contribuito all'elevazione del popolo italiano... e pure sulla circostanza che probabilmente la sua "discesa" in politica non sia stata nel complesso un fatto positivo.
Ciò detto, rigetto totalmente il tuo modo di esprimerti, col quale insulti sia lo stesso ex premier, sia i cattolici e i centristi che si riconoscono nel pensiero della cei... e comunque disapprovo nel complesso il contenuto aspro e provocatorio del tuo commento, che mal si concilia con i toni solitamente abbastanza pacati in uso qui.

Scritto da: Enrico | 23/03/2007

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