Ok

By continuing your visit to this site, you accept the use of cookies. These ensure the smooth running of our services. Learn more.

03/12/2009

Bene, per sempre

Premetto che le considerazioni che ora farò sono prive di uno studio storico che dia loro sostanza o conferma, sono solo il frutto di una riflessione spontanea che mi ha portato a pensare che un'idea fissa dell'umanità, o di una parte di essa, o di chi si trovò nell'ambito di una certa area in una posizione di comando, sia stata quella di raggiungere il consolidamento nel tempo, la vittoria perenne e definitiva di un «modello» particolare, creduto migliore di altri, giudicati falsi o dannosi, se non addirittura equiparati al male, anche estremo, assoluto.
Ecco, rendere definitiva la vittoria del bene sul male, finalmente smascherato e respinto, distrutto, cancellato, non importa come, fu forse lo scopo della Chiesa che con l'Inquisizione tentò in ogni modo di far trionfare «per omnia saecula saeculorum» quella particolare idea di verità, intesa come santa e salvifica.
Anche i grandi dittatori dello scorso secolo ebbero, oso supporre, l'obiettivo, la missione, di far trionfare in via definitiva la loro verità, ebbero l'ambizione di consegnare ai posteri quella che era per loro la miglior condizione e il miglior destino possibili per il futuro del mondo o di gran parte di esso.
Ciò che ora, agli occhi dell'oggi, appare come un olocausto, una carneficina, uno sterminio, allora forse parve a chi lo produsse come un atto necessario, un atto crudele ma inevitabile per determinare il trionfo di quello che essi ritenevano il bene, visto come irriducibile antagonista del male, il cui seme si doveva estirpare per sempre, a ogni costo, senza alcuna remora o pietà.
Questo mi è parso, pensando... ma anche ho pensato che quando ciò che si considera il bene lotta senza quartiere contro ciò che si individua come il male, spesso si confonde con esso, prendendone il posto, senza neppure accorgersene, forse.. o forse quando il volano dell'odio gira ormai vorticoso, è difficile fermarlo..

14:26 Scritto in Pensieri | Link permanente | Commenti (8)

Commenti

E lo credo bene...
Ma poi, guarda, io credo che, molto semplicemente, quando le cose ti stanno per sfuggire di mano e tu ne sei consapevole, devi avere il coraggio di chiuderti in camera, da solo, e rivolgere a te stesso questa semplice domanda: " Ciò che sto per fare agli altri perchè mi sembra la cosa migliore da fare, a qualunque titolo, è esattamente ciò che vorrei che qualcun altro stesse preparando per me?" E devi avere il coraggio di risponderti sinceramente.
Io credo che se Hitler, Mussolini, Stalin, Pol Pot e compagnia criminale avessero messo l'angolino rimasto pulito della loro nera (in)coscienza al cospetto di questo semplice interrogativo e l'avessero costretto a una risposta chiara e razionale ( non arrivo neppure a parlare di onestà, guarda...), le cose al mondo sarebbero andate diversamente. Perchè sono sempre più convinta che i mali del mondo non derivino tanto dalla malvagità, quanto dall'idiozia, dall'ottusità e dalla mediocrità del cervello umano.
Ciao, Rebora: comportati bene :-))

Scritto da: Lella | 03/12/2009

Sì, la stupidità, ma anche l'ossessione... il folle convincimento di combattere per una giusta causa.. o per "la" giusta causa..;-)

Scritto da: Enrico | 03/12/2009

Il congiuntivo, questo sconosciuto! :-)

Scritto da: Lella | 03/12/2009

Quale congiuntivo?

Scritto da: Enrico | 03/12/2009

Quello di myspace, ultimo messaggio ih ih ih :-)

Scritto da: Lella | 03/12/2009

Ciao Enrico,
leggo ancora il tuo blog di quà (quello di my space lo
ignoro, quello ufficiale per me è questo ;)).
Non lo commento tanto poichè, come sai ho un pò
perso lo spirito per la speculazione pura, e non
voglio incentivare il dibattito, con te sempre civilissimo
e onesto, con molteplici reciproche repliche.
Trovo anche che tu ti meriteresti ulteriori
commentatori, del tuo livello filosofico.

Tuttavia, vorrei dire che questo post mi sembra
stridere un pò con la tua difesa di valori forti e del
tuo concetto di prevalenza, laddove imputavi a me di
essere sempre troppo relativista (vabbè, io mi pongo
al di sopra del bene e del male come avatar divino ;),
umile e misera incarnazione di non so neanche CHI).

Vorrei argomentare per ognuno dei vari casi che
hai citato (molto diversi, religiosi e atei), ma mi
sembra che, in linea generale, vi possono essere
gradi diversi di buona fede, cioè del credere veramente
nella bontà della verità che si afferma, anche con la forza,
così come pure, quasi sempre si mescolano ad essa
interessi particolari, patologicamente egoici e personali
o più frequentemente di lobby di potere determinate.

Tuttavia la verità è una, ma non a tutti è dato di coglierla
e quindi vivono nell'inganno. Inevitabilmente, così,
si crea un conflitto tra chi quella verità la percepisce
e persegue (sentendolo anche come un dovere morale)
e chi, non percependola, la avversa poichè si crede
nel giusto e nel bene (e tutto ciò nella buona fede
di entrambe le parti). Chi invece, pur percependo
la verità e il bene vi si oppone, si pone già in malafede
e nel male in se. Ti faccio un esempio semplicissimo
di attualità: C'è chi crede che il Cavalier Berlusconi
sia perseguitato dalla giustizia a fini politici e chi
invece accecato da molti fattori si inganni nel ritenerlo
un pericoloso potenziale dittatore (ultimamente anche
in odore di mafia, grazie alle dicerie vane di un
pluriassassino mafioso, neanche collaboratore di
giustizia e già incolpato di autocalunnia, in quanto
si accusò di aver rubato l'auto bomba per Borsellino,
che invece fu rubata da altri già passati in giudicato).
Ora, è molto semplice. Chi conosce qual'è la verità
è nel bene, e per questo, è legittimato a perseguirla,
fino al limite imposto dalla sua personale etica
(molto diversa da religione a religione, ad
esempio, un cristiano vero non potrebbe teoricamente
fare del male poichè si dovrebbe affidare al giudizio
divino, un induista, che crede nella reincarnazione
e nella lotta cosmica bene-male, lotterebbe credo
accanitamente, oppure soccomberebbe attendendo
per il cattivo la punizione karmica, dipende dalle
varie sette indù, per non parlare degli islamici
che uccidono addirittura per guadagnarsi il paradiso,
e così siamo all'assurdo totale).

Per ogni singolo fatto per il quale è possibile dire
se è vero o falso è d'obbligo interrogarsi. Non è
possibile o è difficile farlo per le grandi visioni
ideologiche e religiose, ma esse sono sempre
portate avanti e incarnate da uomini e fatti precisi
(ad esempio un Papa non è uguale ad un altro),
e questi si possono, prima o poi giudicare,
(i dittatori come sai sono stati giudicati dalla
storia e dai popoli, e si sono affermati per
una sorta di "destino mondiale", poichè i tentativi
per fermarli si sono avuti eccome, sia per
Hitler che per Mussolini).

Giudicare, fermo restando,
e qui torno ad un relativismo "di casta e livello",
che il giudizio di un uomo non è quello di un popolo,
quello di un popolo non è quello di un Dio, nè quello
che di chi sta più in alto di Dio.
Cioè, la verità esiste ma la verità Assoluta
è un percorso veramente arduo da raggiungere
e sostanzialmente credo...infinito.

ciao

Scritto da: b-rightful | 03/12/2009

Oh, Paolo, il tuo commento è talmente corposo che ho difficoltà a risponderti... e forse mi accorgo di aver commesso un errore, un peccato di superficialità, equiparando, rendendo sinonimi, verità e bene.
Per questo, quando tu accenni al relativismo, ti esprimi come se io, di fronte a più "verità" facessi la scelta di non giudicarle... ma questa volta il giudizio non è il mio scopo, quanto accomunare azioni di uomini di potere, popoli o "chiese", in un unico intento di perseguire l'obiettivo del bene.
Ovviamente si tratta di un bene relativo, di ciò che loro intendevano come bene (perché, a un esame non relativistico, oggi a noi questo appare ben altro) dando comunque per acquisito che tale individuazione non fosse inquinata dal dubbio o dalla falsità.
Il mio post non riguarda quindi la valutazione dei vari casi in cui c'è stata, a mio vedere, ossessiva ricerca della vittoria (definitiva) di una certa idea, ritenuta la migliore, quanto il far risaltare il comune pensiero di far vincere stabilmente il bene (o il meglio) contro il "male".
E si tratta di un bene il cui contenuto viene individuato in momenti diversi, da soggetti diversi... io guardo ora solo al contenitore, alla bottiglia, di volta in volta riempita, e sulla cui etichetta è stampigliato "bene", il quale rappresenta, per chi la riempie, la verità relativa su ciò che è meglio.
Boh? ;-)

Scritto da: Enrico | 04/12/2009

Lella, le mie capacità deduttive non erano arrivate a tanto..:-))

Ebbene sì, ho notato, ma forse si tratta di un errore di battitura.... comunque è una brava pittrice... non so se hai visto i suoi quadri, nel caso tu possa accedere al suo album fotografico..;-)

Scritto da: Enrico | 04/12/2009

I commenti sono chiusi.