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04/12/2009

Il caso Cucchi

C'è qualcosa che vorrei dire sulla tragica vicenda Cucchi, non tanto per comunicare la mia idea su come siano andate effettivamente le cose, quanto per esprimere la mia opinione su una presunta incongruenza sul piano giuridico, sul piano dei reati contestati a chi avrebbe, con le sue azioni od omissioni, causato la morte del giovane.
Orbene, a quanto pare si contesterebbe alle guardie carcerarie (o comunque a chi aveva Stefano Cucchi in custodia) il reato di omicidio preterintenzionale, ovvero il fatto di aver con le proprie azioni, comunque idonee a ledere la vittima, involontariamente cagionato la sua morte.
Saremmo quindi di fronte a percosse le quali avrebbero provocato lesioni tali da produrre un esito mortale, seppure non voluto dall'agente.
Ai sanitari, per contro, viene contestato l'omicidio colposo, ovverosia un comportamento omissivo, negligente, imprudente o inadeguato, che avrebbe causato, sia pur in modo non doloso, non volontario, la morte del soggetto.
E allora a questo punto mi sorge un dubbio, che è questo: 
se a qualcuno è contestato l'omicidio preterintenzionale, significa, secondo me, che si giudica che il suo comportamento lesivo è idoneo di per se stesso, di suo, a determinare la morte, senza che debba intervenire l'apporto di un successivo evento colposo da addebitare ad altri.
Analogamente, se a qualcuno viene contestato l'omicidio colposo, mi pare che ciò sottenda la valutazione che in assenza della sua colpa la morte non sarebbe avvenuta... e da ciò discende che a chi aveva agito contra legem antecedentemente non potrebbe essere addebitato nulla di più che il reato di lesioni.

Quindi, per concludere e riassumendo, ho molti dubbi che si possa ammettere la compresenza di omicidio preterintenzionale e omicidio colposo... gli sviluppi della vicenda sapranno, credo, dare una risposta alle mie perplessità.

07:53 Scritto in Diritto | Link permanente | Commenti (4)

Commenti

Io mi chiedo come mai tu non abbia esercitato la professione, Rebora!

Scritto da: Lella | 04/12/2009

Ciao Enri, mi tocca di nuovo intervenire
perchè quello di Cucchi, ma soprattutto
quell'altro di cui hanno parlato solo Le Iene
e Le invasioni barbariche, quello accaduto
a Perugia ad un poveretto reo solo di
coltivare erba e anche lì, da autopsia,
morto per percosse scientificamente
inflitte (che non lasciano traccia esteriore
ma lesioni interne) entro un carcere
dello Stato Italiano, mi hanno colpito
molto e credo potrebbero capitare
forse a chiunque. Io non sono in grado
di imputare reati in particolare, ma è
un fatto che essi siano stati picchiati
entro un carcere che dovrebbe garantire
l'incolumità del prigioniero quantomeno
nei confronti dei carcerieri. L'omicidio
diventa di Stato solo se non si accerta
la verità, però se non lo si fa è di Stato
eccome, poichè sebbene la colpa sia
dei singoli e non si scarichi sullo Stato,
se esso li copre è correo. Guarda ai
casi della scuola Diaz e di Genova Bolzaneto.
Sebbene siano episodi comprensibili,
e lo sottolineo, poichè il clima in quelle
ore era veramente terribile e rovente
e bisogna trovarcisi per immaginare
le reazioni che vengono fuori dall'uomo
(a proposito e per sgombrare il campo
da equivoci, guardati per curiosità i
video di Cronaca Qui di ciò che succede
qui a To, dove gli anarchici hanno già
attaccato per ben due volte le sedi di
partito della Lega e del Pdl, causando
scontri con la polizia, tanto per capire
il loro concetto di pacifismo e democrazia),
non sono per nulla giustificabili, ed
infatti sono stati perseguiti e giudicati
dalla magistratura (non ho seguito con
quali esiti di gravità).


Quindi, lo Stato, in quanto garante del
diritto e del bene comune e rappresentante
del popolo, in quanto stato etico, non
si può permettere di lasciar torturare i
prigionieri. In alcun modo e per nessun
fine. Altrimenti si pone al livello del
criminale e non ha più alcuna legittimazione
morale alla sua autorità e potere.

buona serata Enrico Re.. ;)...San Enrico Re ;))))

Scritto da: b-rightful | 04/12/2009

Paolo, credo che una cosa sia parlare di omicidi di Stato come atti voluti, preordinati, decisi da chi è in posizioni di comando in seno allo Stato, altra cosa sono gli omicidi compiuti da dipendenti dello Stato, per loro scelta, la cui eventuale mancata individuazione e punizione è ascrivibile a soggetti dello stesso rango, interni allo stesso organismo o anche no.
V'è in questi casi una responsabilità indiretta dello Stato in quanto chi ha commesso il danno era suo dipendente, ma questo in sede civile.. riguardo al penale la responsabilità è personale.

Ciao e buon sabato! ;-)

Scritto da: Enrico | 05/12/2009

Volevo aggiungere che, chiaramente,
la mia idea di responsabilità dello
Stato in senso lato, era riferita ai
principi primi ed ideali fondanti
uno Stato che sia etico e giusto.

Non volevo dire, sul modello "piove,
governo ladro", che se muore un
uomo in carcere il responsabile è
il governo in carica. Però, fin dalle
più alte cariche dello Stato per
fatti di questa gravità, dovrebbe,
per così dire, partire l'input per
acclarare la verità e punire gli
eventuali colpevoli. Gli organismi
che se ne dovrebbero occupare
sono naturalmente organi dello
stato come il Ministero della
Giustizia (che abitualmente nomina
commissioni di indagine sulle
varie Procure quando pensa che
qualcosa non vada) ed in particolare
il Dipartimento per gli Istituti
di pena (mi pare che se ne
occupasse il grande Caselli,
già procuratore di Palermo,
prima di diventare Procuratore
capo qui da noi, nella sua To).

E' su cose come queste che
si giudica il livello di democrazia
e libertà di un Paese. Per fortuna
esistono persone ed organizzazioni,
nel mondo, che rischiano anche
la vita per controllare il rispetto
dei diritti umani e delle regole
di rappresentanza politica
(ad esempio gli osservatori
che vanno a controllare le
varie elezioni parlamentari,
o i membri di Amnesty Int.).

Bene, chiarito meglio il mio
discorso, ti saluto caramente.
Aloah ;)

Scritto da: b-rightful | 05/12/2009

I commenti sono chiusi.