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14/03/2010

Malinconia

Malinconia.jpgLeggevo tempo fa alcune definizioni di malinconia e, nel leggerle, trovavo diversità profonda fra ciò che io pensavo di lei e quel che molti dotti e studiosi pensavano: essa non era certo per me, come taluno asseriva, uno stato prolungato di tristezza, e neppure, per quanto fossi già più concorde con quest'idea, qualcosa come la felicità di essere tristi.

Essa era altro: io la chiamerei una condizione lieve, non triste, non allegra, ma fatta di una serenità attenta che consente di cogliere quelle sensazioni leggere che affiorano alla mente o che da essa si fanno catturare quando il nostro centro pensante si disconnette dal quotidiano, da quello stato drogato di autoprotezione che costringe a un tono mentale più forte, più pronto alla replica, più pronto alla difesa.. ma anche più confuso, più ottuso, più «sporco».

Serenità attenta dicevo, recettiva anche verso quel mondo naturale che circonda, che non è felice né triste, ma vive, respira, fa in modo che tutto, ogni cosa, ogni piccola entità, ogni piccolo anelito, si perpetui.

Malinconia è uno stare commosso, uno stare in cui ci offriamo nudi e indifesi (e questo ci può arrecare quel senso di smarrimento che taluno prende per tristezza) a ciò che, non umano od oltre l'umano, sta fuori di noi, oppure nel nostro profondo... la natura, come scrissi, ma anche quel che essa supera, come auspicati incontri con quel che visibile non è, anime amiche, pensieri che volano nell'aria, già patrimonio di chi fu prima di noi, segni, sogni, segnali, indizi, tracce di verità, misteri e segreti sepolti, anche in noi stessi... questa è malinconia, dolce, accattivante e accogliente rifugio per chi la sa ascoltare!

08:29 Scritto in IoAutore | Link permanente | Commenti (22)

07/03/2010

Cassandra Crossing

Inutile dire che questa faccenda degli errori nella presentazione di alcune liste elettorali regionali del pdl ha turbato la serenità degli Italiani, già scossa da scandali, veri o falsi, che coinvolgono personaggi importanti, pubblici e non.
Sembra incredibile, è questa la riflessione che ancora una volta sorge spontanea, che in questo benedetto paese sia così difficile attraversare un congruo periodo di tempo in cui si è tranquilli, sereni, e nulla contribuisca a esacerbare gli animi e a porre di fronte, l'un contro l'altro armati, gli opposti schieramenti.
Malauguratamente, tornando al tema del post, la soluzione adottata per rimediare agli errori, il cosiddetto decreto «salva liste», il quale a quanto pare nasce dalla collaborazione fra Governo e Presidenza della Repubblica, appare a molti come una sanatoria ingiusta... e forse tale è ma, per quanto ingiusta sia, essa si palesa anche come l'unica possibile per non privare, altrettanto ingiustamente, moltissimi italiani della possibilità di votare per la parte politica che preferiscono.
C'era, io credo, la possibilità che l'attesa delle decisioni dei TAR desse ugualmente ragione alle motivazioni dei ricorrenti e ciò avrebbe escluso la necessità del decreto legge, ma in caso contrario temo che lo stesso decreto, emesso dopo le decisioni, sarebbe stato inefficace.
Forse anche, diciamolo, il partito di maggioranza relativa avrebbe dovuto trovare il coraggio di rivolgersi agli Italiani per scusarsi con loro della propria leggerezza e del pressapochismo con cui ha gestito la presentazione delle liste.
Un brutto pasticcio, dopo il quale le scomposte reazioni delle fazioni contrarie al decreto non hanno fatto altro che complicare ulteriormente le cose: male l'Italia dei Valori che vuole abbattere insieme al Governo anche il Presidente della Repubblica, male il Segretario Bersani che condanna il decreto ma non lo ricollega anche all'azione dello stesso Presidente Napolitano, il quale invece ne spiega e difende le ragioni, malissimo il Monsignore Presidente degli affari giuridici della CEI che getta benzina sul fuoco dichiarando oggi che cambiare le regole del gioco quando questo è in atto è scorretto, più altre «sgradevolezze»... questo è forse il ruolo pacificatorio che deve ispirare le azioni della Chiesa?
Me lo chiedo, sconfortato e rassegnato come sono per quanto è accaduto e ancor più per quanto potrà accadere.

16:31 Scritto in Politica | Link permanente | Commenti (9)