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27/05/2010

Vanità e....

Mi rendo conto che i miei post sono sempre più una lamentela, un lamento... ma non posso farci nulla, l'insoddisfazione è un sentimento che mi è spesso assai vicino.
A questo proposito, anche la mia esperienza sul social network MySpace mi pare che stia volgendo alla sua conclusione, a un affievolimento che sa di preannunzio della fine... ma è nella natura di ogni cosa terminare, spegnersi più o meno gloriosamente... perché allora dolersene?
Ma a ben altro argomento avevo pensato di dedicare questo post, il cui tema avrebbe dovuto essere il confronto fra vanità e ambizione... caratteristiche, qualità, difetti, o specificità dell'uomo, comunque si vogliano definire.
E di qui ancora volevo ricollegarmi al deleterio ruolo che esercitano i media, perché essi sovente danno, colpevolmente, continuo alimento e stimolo alla vanità soltanto.
Ma quale differenza vi è fra vanità e ambizione?
La vanità può essere inquadrata come un narcisistico impulso ad abbellire se stessi, come voglia di apparire, di brillare, di essere notati... solo fumo, esteriorità... l'ambizione, al contrario, come voglia di crescere, spinta a portarsi più in alto, ad acquisire capacità, qualità materiali, ma anche e soprattutto morali.. come un motore potente del nostro miglioramento reale.
La vita non è uno scherzo, ce ne siamo accorti e, se lo fosse, lo sarebbe di dubbio gusto, e ciò che la vanità ci ha dato si scioglierà al primo ostacolo importante, come un vestito di cera colorata che indossiamo sotto il solleone, lasciandoci nudi, esposti, deboli, pronti a essere vinti, inceneriti... l'ambizione avrà invece fatto emergere ciò che di valore è dentro di noi... e saremo così più capaci a resistere, a combattere, e a vincere anche, o a trovare per una volta ancora un'onorevole via di fuga.
Noi non sappiamo perché siamo qui, ma deve essere almeno nostro impegno esserci in modo limpido e dignitoso.

Commenti

Giusto.
E oggi è sempre più difficile, perchè viviamo in una melma indistinta di tutto e di contrario di tutto, di bene e di male, di giusto e di ingiusto, e diventa sempre più difficile per le giovani generazioni avere dei saldi punti di riferimento. Ciò che un trempo era valore, oggi è disvalore: i miei, ad esempio, mi punivano quando, dicevano loro, facevo la furba, perchè fare i furbi era una cosa del tutto disdicevole e persino ignobile. Oggi, fare i furbi è un must. Ma io continuo a punire i miei alunni quando pretendono di fare i furbi, e faccio sempre prediche di mezz'ora sulla differenza tra furbizia e intelligenza, dimostrando loro, nei fatti, che intelligenza batte furbizia 4 a 0.
Ciao, Rebora: sursum corda, va' là :-))

Scritto da: Lella | 28/05/2010

Ehi! Che aria truce, Rebora!
:-))

Scritto da: Lella | 29/05/2010

E' che non è facile scattarsi le foto da solo con la macchina in mano e senza vedere l'inquadratura... e poi, come ho già scritto a GG e a B-r, mi invecchia un po'... però eliminarla mi spiace..

Scritto da: Enrico | 29/05/2010

..... e può darsi che i truci piacciano di più... ;-))))))

Scritto da: Enrico | 29/05/2010

Sìììì...in effetti non sei malaccio :-))

Scritto da: Lella | 29/05/2010

Beh, in effetti, così sei più dolce.
Resta da vedere quale delle due foto ti corrisponda di più...
Ciao, Rebora :-))

Scritto da: Lella | 31/05/2010

Non tanto questione di dolcezza ma di rughe.... la versione giusta è truce ma più giovanile e sveglia.. ;-)

Scritto da: Enrico | 31/05/2010

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