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16/09/2010

Religioni

C'è una considerazione da fare, prendendo spunto dalle ultime tensioni per motivi religiosi coincise con l'anniversario dell'undici settembre.. che le religioni possono rappresentare un danno, un elemento di instabilità, disordine, violenza, quando si è in presenza di un'esasperazione dei loro precetti, e a una loro collocazione centrale, decisiva, all'interno del consorzio umano in cui estendono la loro influenza.
E' parso incredibile oggi, in questa ennesima occasione, a noi scettici osservatori, assistere a una reazione tanto intensa di migliaia di persone perché c'è stato chi ha dato o voleva dare alle fiamme qualche copia del loro sacro testo... testi sacri appunto, scritti provenienti da un passato lontanissimo, la cui perdurante attualità e veridicità è data, dagli esponenti del clero e dai fedeli, per acquisita, scontata, incontrovertibile.
Una verità particolare che assurge, in ogni culto, al ruolo di verità assoluta, quella esatta, quella proveniente da Dio, quella da Lui data all'uomo tramite i propri Profeti.. e, per questo, indiscutibile, inderogabile, inviolabile.
Diversamente, se si vuole uscire, come io desidero fare, dall'ambito dei precetti, dei dogmi e dei riti, esiste un solo metodo per giudicare le varie Religioni.. non la loro azione di proselitismo, non le parole, le preghiere o le cerimonie, ma la loro azione volta a migliorare la condizione umana, a essere di sollievo a chi necessita di aiuto.
E, se poco importa ai fini pratici se si sia indotti alla solidarietà e a comportamenti umanamente apprezzabili grazie a uno spiccato senso civico laico o all'obbedienza a un credo religioso, va lodato senza riserve quanto di bene è fatto nella convinzione, giusta o sbagliata, di comportarsi come fedeli esecutori della volontà di Dio, a cui seguirà un premio oltre la vita terrena.
Ma non solo, va anche riconosciuta alle religioni una funzione di supporto alla società nel mantenerne saldi i valori e gli elementi fondanti, la struttura di base, osteggiando anche con rigore quell'edonismo consumistico che sta indebolendo moralmente e numericamente la società occidentale a differenza di altre, forse meno tecnicamente e giuridicamente evolute, ma più modeste, sobrie, prolifiche e coese.
Noi, per concludere, non sappiamo quale sia la Verità dell'Uomo e del suo rapporto con Dio, se esiste, e dubitiamo di poterla raggiungere, ma, cercandola, se a questo tendiamo, nulla ci vieta di esaminare quella che altri ci propongono, purché non ci chiedano di accettarla ciecamente solo perché essi giurano sia proprio la loro quella autentica e giusta, quella che promana direttamente da Dio.

Commenti

Che tempismo! :-))
Sono sostanzialmente d'accordo.
L'unica cosa che mi disturba è il fatto che si possa scegliere di comportarsi bene non perchè sia giusto in assoluto farlo, ma perchè si spera di ottenerne in cambio un premio. Questo do ut des spirituale mi sembra molto volgare. Non posso credere che Dio sia lì a misurare con il bilancino del farmacista quanto hai dato e quanto ti spetta di ricevere. E penso che attribuire a Dio un pensiero di tal fatta sia mediocre e ingiusto. Però mi rendo conto che un sacco di gente interpreta in questo modaccio la fede e il suo riflesso pratico, cioè la religione. Tu e io no.
Ciao, Rebora :-))

Scritto da: Lella | 16/09/2010

Avrei dovuto fare il Papa.... ;-)))

Scritto da: Enrico | 16/09/2010

Papa Rebora I
ih ih ih :-))

Scritto da: Lella | 16/09/2010

Uu-uuhhuuuhhh...................Sei già in letargo!?!?

Scritto da: Lella | 22/09/2010

I commenti sono chiusi.