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13/03/2011

150

 

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Nell'approssimarsi dell'evento del 150° anniversario dell'unità d'Italia, non posso che confessare la mia indifferenza di fronte a tale ricorrenza e a ritenere preminentemente formali i festeggiamenti e le cerimonie predisposte e previste.

Non è la comunanza geografica e territoriale che dà vita a un'unione.... mai come oggi il Popolo italiano si presenta infatti diviso, e non certo separato da migliaia di chilometri di strada, ma da abissali distanze nel pensiero: i fomentatori della divisione delle idee, dalle loro posizioni privilegiate, operano quotidianamente incessanti e implacabili.

Si appartiene realmente a un territorio per una continuativa presenza fatta di decenni e decenni di contatto con la terra su cui si è vissuto, per averla amata, coltivata, ammirata, adornata, arricchita e glorificata con la propria presenza e con quella della propria famiglia... a chi ha fatto questo, al contadino che ogni pietra e ogni albero conosce della sua campagna io dico:

tu sei il vero, l'autentico figlio della tua terra, e a buon titolo puoi fregiarti di appartenere ad essa ed essa a te.

Tutto il resto è fumo, parole senza uomini, polvere scura che vola nel vento e mai si poserà al suolo.