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23/02/2013

Voto nel vuoto

 

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Alla vigilia del voto, voglio dire che sono rimasto molto deluso e infastidito dalla campagna elettorale, e ve ne spiego anche i motivi, nominando, uno dopo l'altro, i suoi protagonisti:

Silvio, l'immarcescibile cavaliere azzurro, per eccesso di presenzialismo ha oscurato e annullato le sue truppe, i suoi generali, i suoi alleati.

Egli è stato, è vero, a tratti anche divertente, originale, vitale, attraente, ma poi è caduto nelle ripetizioni, ossessive, e in colpi di teatro goffi e maldestri, controproducenti: mi spiace dirlo ma è bocciato perché ha smarrito la percezione della situazione, degli umori, del futuro, delle speranze dei suoi.

Sul cosiddetto salvatore della Patria (il Prof. Mario) invece le parole non servono, basta vedere come siamo ridotti oggi per capire che, pur volendo ammettere la sua buona volontà, la sua buona fede, comprendere la sua incrollabile fiducia in se stesso, egli ha fallito e non rispecchia nei modi e nei fatti quello che ci si aspetterebbe da un leader forte ma vicino al popolo, paterno, amico.

Sul vecchio e buon Pierluigi, detto anche lo smacchiatore di giaguari e sulle sue milizie, non riesco a far altro che confermare che non credo nella loro capacità di governare senza essere di parte, senza quell'ossessione di essere i migliori, i più onesti, i più giusti, i più equi, i più moralmente avanzati e politicamente corretti: di soli diritti non si vive, i diritti e la possibilità di garantirli e rivendicarli devono coniugarsi con l'efficienza, il merito, l'impiego della forza lavoro in attività che generano un guadagno genuino, non fittizio o parassitario; e anche vorrei percepire il superamento di una visione classista, che non disdegna di riconoscersi in chi, considerato debole, attende di avere una rivincita su chi ha più di lui, su chi ha avuto più fortuna o capacità o migliori santi in cielo.

Come non dire anche della triste figura di Oscar, un uomo che voleva fermare il declino dello Stato, e che è riuscito invece, per leggerezza, vanità, non so neppure io dire cos'altro... a dare avvio al suo, di declino: incredibile.

Grillo?
Non ho ancora capito se crede in quel che dice, se è veramente convinto del suo fine, del suo progetto, oppure finge, approfitta del malcontento popolare... forse è sincero, forse anche è un buon «agitatore»: ieri sera ho visto il suo comizio di Roma, era stanco, un po' ripetitivo (avevo già sentito le stesse cose in un precedente comizio) e ciò mi ha dato l'impressione di un copione che lui recitava.. ma magari no, mi sbaglio.
C'era anche Casaleggio, uno strano personaggio, ha detto due parole.. un mistero.

Possono essere questi, il movimento di Grillo, definiti di destra? di sinistra? Non so, credo che all'interno ci sia di tutto, in un insieme indefinibile ma potente, giovane... qualcuno dice pericoloso.
Ma forse pericolosi o dannosi o pericolosamente dannosi non sono stati quelli che hanno avuto il potere fino ad ora?

Chiudo qui, chiedo scusa a chi non è stato citato: evidentemente l'ho ritenuto non troppo importante.

20:57 Scritto in Politica | Link permanente | Commenti (2)