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05/11/2015

Isaiah Berlin

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Sir Isaiah Berlin (Riga, 6 giugno 1909 – Oxford, 5 novembre 1997) è stato un filosofo, politologo e diplomatico britannico, la cui opera di studioso e divulgatore sostenne una concezione del liberalismo che, per essere tale, deve essere sottratto alle limitazioni legate all'ingerenza statale nella vita sociale, economica e culturale dei singoli e delle comunità.

Egli distingueva fra una libertà positiva intesa come possibilità di dare libero corso alle proprie capacità, alla propria iniziativa, e una libertà negativa, concepita come assenza di interferenze e limiti alla precedente.

Nonostante che la sua produzione letteraria sia stata vasta, la possibilità di reperire online testi di Berlin è preclusa dal copyright, per cui l'alternativa minima e residuale per riprodurre suoi scritti autentici, è la pubblicazione di brevi citazioni, fra le quali propongo la seguente.

L'essenza della libertà è sempre consistita nella capacità di scegliere come si vuole scegliere e perché così si vuole, senza costrizioni o intimidazioni, senza che un sistema immenso ci inghiotta; e nel diritto di resistere, di essere impopolare, di schierarti per le tue convinzioni per il solo fatto che sono tue. La vera libertà è questa, e senza di essa non c'è mai libertà, di nessun genere, e nemmeno l'illusione di averla. (da Libertà)

(Parzialmente tratto da Wikipedia)

11:32 Scritto in Citazioni | Link permanente | Commenti (6)

Commenti

Quella della libertà è una storia lunga:è chiaro che il limite della libertà è il rispetto dell'esistenza in vita degli altri e del loro stesso diritto alla medesima libertà; l'ingerenza dello stato (insomma, di un organismo superiore) dovrebbe definire questo limite e vigilarne il rispetto per permettere il regolare svolgimento della vita sociale e il massimo della libertà consentita per il singolo individuo.

Al momento, non mi sembra che questa libertà da noi ci sia...

Scritto da: Diemme | 05/11/2015

La libertà di esistere è la libertà primaria... al di sotto di essa si trovano quelle libertà che, essendoci, permettono all'individuo la sua massima valorizzazione, pur senza che questo venga a ledere analoga libertà (o aspettativa o diritto) di altri.

Lo Stato su questo punto deve mediare e vigilare, evitando però di sottrarre, senza alcun vantaggio per altri che non per se stesso e per la sua struttura politico-amministrativa, risorse umane ed economiche più utilmente impiegabili, a vantaggio della società stessa.

Scritto da: Enrico | 05/11/2015

La nostra libertà non dipende mai solo da noi, purtroppo. In più di una accezione: non dipende da noi fino alla maggiore età per i noti motivi. Non dipende esclusivamente da noi in seguito, perchè siamo legati al senso etico, innato e indotto, che abbiamo sviluppato strada facendo, e che ci impedisce spesso di fare scelte che non sarebbero nè antietiche nè immorali, ma che contrasterebbero con le descrizioni comportamentali genitoriali con le quali siamo cresciuti e che saranno parte di noi, consciamente o inconsciamente, anche quando non dovremo più rispondere ai genitori che ce le hanno inculcate. Insomma: la libertà totale è un'illusione. Tant'è vero che non sapremmo neppure in quali termini definirla. E' più facile definirla per limitazioni, a partire dal noto assunto che recita che la mia libertà finisce dove comincia la tua. Ma quale spazio concedo, io, alla mia libertà? E tu, quanto concedi alla tua? Perchè potrebbe anche accadere che tu intendessi attribuire, anche in buona fede, alla tua libertà uno spazio preponderante rispetto a quanto io potrei desiderare, ma che io potrei considerare di secondaria importanza realizzatrice nei confronti dei tuoi desiderata, autolimitandomi nelle mie aspirazioni. Come vedi, quello della libertà è un problema molto complesso e anche di lana caprina :-)

Scritto da: Lella | 05/11/2015

Io credo in una sola cosa: la nostra libertà finisce dove inizia quella di un altro.

Bentornato Enrico!

Scritto da: eleonora | 05/11/2015

Io cercherei comunque di restare nell'argomento centrale del post e del pensiero di Berlin... e cioè della libertà dell'individuo in relazione ai limiti posti dallo Stato.
Libertà di realizzare il proprio ruolo nella società, come parte attiva e utile di essa, senza interferenze o condizionamenti da parte dello Stato.. o perlomeno essendo gravati da condizionamenti limitati allo stretto necessario... ove, aggiungo io, la stessa abnorme tassazione e l'ipertutela di chi turba l'ordine e la legalità, o anche l'incapacità nel perseguire chi agisce in violazione di legge, si configurano come ostacoli concreti all'ottenimento del traguardo a cui ognuno legittimamente aspira o vorrebbe poter aspirare.

Scritto da: Enrico | 05/11/2015

Giusto. E' vero :-)

Scritto da: Lella | 05/11/2015

I commenti sono chiusi.