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16/01/2006

Ulisse e le Sirene


"Amici", io dissi,
Degno mi par che a tutti voi sia conto
Quel che predisse a me l'inclita Circe.
Scoltate adunque, acciocché, tristo o lieto,
Non ci sorprenda ignari il nostro fato.
Sfuggire in pria delle Sirene il verde
Prato e la voce dilettosa ingiunge.
Vuole ch'io l'oda io sol: ma voi diritto
Me della nave all'albero legate
Con fune sì, ch'io dar non possa un crollo;
E dove di slegarmi io vi pregassi
Pur con le ciglia, o comandassi, voi
Le ritorte doppiatemi ed i lacci".

(Odissea, libro dodicesimo, parla Ulisse..:))

21:40 Scritto in Mitologia | Link permanente | Commenti (2)

Commenti

"...fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e conoscenza...
( 26° canto dell' Inferno- fraudolenti)
E' Ulisse che incita i compagni a non temere di andare oltre le colonne d'Ercole per lanciarsi nell'Atlantico...l'uomo ha curiosità, sete di sapere, ingegno...non deve limitare se stesso con i timori e l'ansia del nuovo e dell'ignoto...Però l'avventura, com'è noto, finì molto male, secondo la rappresentazione dantesca, poichè Ulisse fu punito con la morte per aver osato sfidare Dio e i suoi divieti. Le colonne d'Ercole rappresentavano la fine del mondo conosciuto e a nessun uomo era concesso di conoscere ciò che Dio aveva predisposto che non fosse conosciuto...Dunque, si potrebbe chiosare, Dio regala l'intelligenza agli uomini ma stabilisce quale uso l'uomo debba farne, ed entro quali limiti...E' accettabile? Adesso vado a fare gli scrutini delle mie tre classi e poi, magari, ne riparliamo. Ciao a tutti

Scritto da: lella | 17/01/2006

Non credo sia accettabile.... forse dovremmo liberarci dell'idea di dio, soprattutto come essere soprannaturale e sostanzialmente buono e benevolo..

Scritto da: Enrico | 17/01/2006

I commenti sono chiusi.