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21/01/2006

Toccata e fuga


L'Uomo resta sulla Terra solo il tempo necessario per capire che non vale la pena di restare

12:40 Scritto in Pensieri | Link permanente | Commenti (6)

Commenti

Enrico!! ( mi sembra di sgridare mio fratello, che si chiama Enrico a sua volta, benchè soprannominato Einrich, alla tedesca, perchè da piccolo era biondo e teutonico. E dopo questa amenità avrai un motivo in più per considerare pressochè disperante l'esperienza terrena...). Comunque...Enrico!!! Non puoi approfittare del fatto che il povero Bach è impegnato e impossibilitato a risponderti per carpirgli un'idea musicale e piegarla al ghiribizzo di farne un titolo che prelude a un pensiero, il quale, a sua volta, sintetizza la tua ormai ben nota Weltangshauung ( sarebbe " visione del mondo" in tedesco...non so neppure se ho scritto correttamente..) Santo cielo!! La vita è quella che è...! e punto...! e basta...! Dipende dalle aspettative nelle quali ciascuno di noi coccola le sue ansie, le sue insoddisfazioni, le sue frustazioni...Dipende dal fertilizzante con il quale fortifica la pianticella della sua saggezza...Dipende dalla sorgente con la quale alimenta il ruscello della sua ironia...Ho detto ironia, non sarcasmo. L'ironia è leggera, imbevuta di umana comprensione, e sostenuta dalla consapevolezza dell'ineludibile condivisione delle comuni miserie che toccano CIASCUN essere umano...Il sarcasmo è brutto, cattivo ed esteticamente volgare. Ora, poichè forma e sostanza sovente coincidono, così come c'è spesso comunanza, quando non identità, fra estetica e etica, se ne evince che il sarcasmo, risultando per lo più formalmente ed esteticamente sgradevole, appare, di fatto, eticamente discutibile. Dunque, riassumendo: non nutrendo improbabili aspettative, alimentando la saggezza di base che la vita ci ha insegnato a praticare ed esercitando l'arte dell' ironia intelligente, si può vivere con serenità l'insensatezza intrinseca dell'esistenza e se ne possono attendere, giorno per giorno, i frutti che essa vorrà o non vorrà elargirci. Ringraziandola se vorrà, non caricandola di troppe responsabilità se non avrà voluto. Tu, per quanto riesco a capire attraverso ciò che scrivi, sei razionalmente calato in quest'ottica di composta ragionevolezza...senonchè, di quando in quando, l'emotività prende il sopravvento e, per quanto controllata e contenuta, lascia sfuggire folate di insoddisfazione, libecci di rodimenti, tramontane di rimpianti e mareggiate di malinconie. Guarda che essere costretti a lavorare 10 ore al giorno in miniera sarebbe ben peggio, eh...:-)))

Scritto da: lella | 21/01/2006

Comprendo i tuoi percorsi mentali secondo cui l'ironia sarebbe il mezzo, direi anche la lente, attraverso la quale guardare, interpretare, accettare la vita....... ma io sono stufo di espedienti e mezzucci servendosi dei quali si dovrebbe riuscire a rendere o a far apparire meno amara questa strana pillola e di teorie secondo cui l'uomo magari esiste perché deve espiare vecchie e nuove pene, castighi "naturalmente" giusti e meritati..... voglio invece risposte, spiegazioni, verità esatte, reali, plausibili, logiche, razionali, matematiche, voglio il perché vero per cui siamo qua.... e, così, nel frattempo, azzardo e mi diletto in ipotesi, teorie, pensieri, come quello espresso in questa breve frase del post..
;-))

Scritto da: Enrico | 21/01/2006

Il grande Montale, tuo conterraneo, diceva in un suo celebre componimento ( commento i versi...): è inutile che chiediate a noi poeti o agli studiosi chi siamo, cosa facciamo e, in genere, il segreto dell'universo e della vita...noi ne sappiamo quanto voi...questo solo oggi possiamo dirvi: ciò che non siamo e ciò che non vogliamo. E' la teoria della negatività montaliana. Definirsi attraverso quello che non si è. Perchè è più facile dire che cosa non si è, piuttosto che non che cosa si sia...Così come è più facile definire la vita per ciò che non è, piuttosto che per ciò che è. La vita, ad esempio, non è: una passeggiata, una vacanza, un pensiero stupendo, una tragedia annunciata, forse non è un equivoco o forse sì...ecc ecc...E poi ognuno di noi ha di che esprimersi personalmente su ciò che la vita è o non è per lui. Altro che formule matematiche! E poi, scusa Enrico, abbi pazienza: ridurre l'essenza, la complessità, il mistero e l'enigma della vita ad una arida, banale e insufficientemente esplicativa formula matematica mi sembrerebbe veramente riduttivo. E anche mediocre. La mia vita, la tua vita, la vita di chiunque altro, per quanto minime e insignificanti, valgono ben di più, ed esorbitano ben oltre, una squallida equazione di secondo grado. Tra l'altro, se avessimo la possibilità di comprendere a fondo l'essenza dell'esistenza e ne conoscessimo senza possibilità di equivoco le cause e le finalità, il passo successivo sarebbe quello di pretendere di controllarne ogni attimo e ogni movimento...Tu pensa: la vita di ciascuno di noi sotto il diretto e occhiuto controllo del legittimo proprietario...nessuna possibilità di variazione sul tema...nessuna concessione all'imprevisto...nessuna possibilità di sperare in qualcosa di diverso...nessuna capacità di soffrire per qualcosa che non ci si aspettava, ma neppure di gioire per qualcosa che non ci si aspettava...Orribile! Voglio che la vita rimanga quello che è!!!! E' proprio in questa loro apparentemente casuale insensatezza che risiede il fascino delle nostre vite. altro che storie!! Perciò, fai il bravo ragazzo e rassegnati a non saperne nulla...o vuoi sapere tutto come i grandi!?!? ;))))

Scritto da: lella | 21/01/2006

Invece preferirei sapere, e anche nel dettaglio....... dev'esserci sotto qualcosa a questa storia della vita terrena dell'uomo... ;-)))

Scritto da: Enrico | 21/01/2006

Io credo che invece ne valga assolutissimamente la pena... tanto più che spero sempre di trovare l'Elisir di Lunga Vita o la Pietra Filosofale, comunque qualcosa che mi allunghi la vita tanto e tanto ancora... :-)) Buona giornata!!

Scritto da: alyjha | 23/01/2006

Buon lunedì Aly.... mi auguro che tu trovi tutto ciò..;-)

Scritto da: Enri | 23/01/2006

I commenti sono chiusi.