Ok

By continuing your visit to this site, you accept the use of cookies. These ensure the smooth running of our services. Learn more.

23/03/2006

Anthony Van Dick

medium_vandick220.4.jpg

A quanto sembra ricorre in questi giorni l’anniversario della nascita del pittore fiammingo Anthony Van Dick, allievo di Rubens, che visse nella prima metà del secolo diciasettesimo, morendo all’età di soli 42 anni.
I ritratti da lui realizzati, una vera e propria sua "specialità", sono di un’efficacia e di una vitalità assolutamente sorprendenti, tanto che risulta subito evidente come da essi traspaia un quid che la più moderna e attuale fotografia non è in grado di far emergere.
Credo, facendo una breve digressione, che alla pittura in generale, prima dell’invenzione suddetta, vada riconosciuto il grandissimo merito di averci riportato l’immagine di soggetti, luoghi, cose, di altri tempi che sarebbero altrimenti andati perduti.
Ma, tornando alla straordinaria abilità di Van Dick, come dissi, lì troviamo qualcosa in più della fotografia... sì che, tanto vivi e vitali appaiono i personaggi da lui ritratti, da farci riflettere.. e dubitare che di essi non possa esistere oggi più nulla e che nessuna loro traccia, nessuna loro impronta vitale, da qualche parte ancora aleggi.
V.D. è, secondo quanto lessi, ritenuto il migliore pittore fiammingo dopo Rubens... ma, per quanto più complesse e "difficili", affollate di soggetti e di atmosfere simboliche, siano le opere di quest’ultimo, esse non raggiungono mai, a mio vedere, la forza espressiva di quelle del suo allievo.
Voglio ora, per concludere, riportare un commento di S. Van Hoogstraeten (Inleyding tot de Hooge Schoole der Schilderkonst, 1678) sul pittore a cui ho dedicato questo post:
“Fece dei ritratti d’un genere sublime; li ha disposti in una maniera tale da donar loro una vita sorprendente e una grazia infinita. Li ha sempre abbigliati secondo la moda dei suoi tempi. Ha tratto da questa moda tutto quanto poteva essere vantaggioso per la pittura; e ha mostrato così che quando il pittore aggiunge all’arte un bel genio, fa luce dovunque e trova i mezzi per diffondere le bellezze sulle cose più ingrate. Van Dyck ha disegnato teste e mani con la massima perfezione; e ha dato loro una delicatezza e una bella proporzione di cui s’era fatta un’abitudine. Seppe scegliere gli atteggiamenti convenienti alle persone e i momenti più vantaggiosi dei volti. Egli osservava tutte le attrattive e le conservava nella memoria, e imitava così non solo quel che vedeva nel suo modello, ma ciò che riteneva possibile e capace di sottolineare un buon carattere, senza alterare la somiglianza.”

(nella foto: ritratto di Frans Snyders - cliccare per ingrandire)

08:25 Scritto in Arte | Link permanente | Commenti (19)

Commenti

Sai cosa mi è sempre piaciuto di Van Dyck?? Il fatto che riuscisse a mettere sulla tela non solo i tratti somatici e l'abbigliamento, ma la personalità stessa del soggetto ritratto. I suoi ritratti sembra che ci parlino della loro stessa vita...bello bello :-)) Buona giornata Enri*

Scritto da: alyjha | 23/03/2006

Buondì Aly... tu confermi un'opinione diffusa...;-)

Scritto da: Enri | 23/03/2006

GIà.. banale ma che ti aspettavi da una così infantile ;-))

Scritto da: alyjha | 23/03/2006

...così piccola è già così perspicace.....;-))

Scritto da: Enri | 23/03/2006

visto?? Sorprendente vero?? :-)) Buon week end Enri

Scritto da: alyjha | 24/03/2006

Ciao a tutti, carissimi!!! ;-). Già ieri sera, tornata verso le 22 dalla gita, ho dato un'occhiatina al tuo blog, Enrico, e mi sono detta: o poffarbacco!, ma allora domani parlerò anch'io di pittura! Ed eccomi qua a parlarne. Dovete sapere che, denominandosi le gite scolastiche " visite di istruzione", appartiene al concetto di "imperativo categorico" trascinare i nostri riluttanti e riottosi allievi a visitare i siti significativi dei luoghi prescelti, affinchè gli alunni squarcino le tenebre della loro inconsapevolezza e si affaccino al davanzale della cultura, per essere sfiorati carezzevolmente da una brezza di istruzione che si trovasse a spirare da quelle parti. Orbene: i colleghi e io abbiamo condotto i nostri alunni al Prado e al Museo regina Sofia. Al Prado abbiamo fatto full immersion, tra gli altri, in Goya, Velasquez, Rubens, Tiziano, Raffaello, Botticelli, Caravaggio, El Greco...E fin qui tutto bene, perchè trattasi di pittori geniali, ciascuno nel proprio ambito artistico-espressivo... Si possono apprezzare e condividere o meno i canoni estetici che informano la loro visione del mondo, dell'universo femminile, dell'universo maschile e dell'universo in senso lato...ma certo non si esce dal Prado senza avvertire quella sorta di benessere interiore che deriva dalla consapevolezza di aver attinto, per qualche breve attimo, alla Bellezza e all'Arte. A meno che non si sia afflitti dalla sindrome di Stendhal, ma questa è un'altra storia. Quando si esce dal museo Regina Sofia, invece, dove pure si può ammirare il celeberrimo" Guernica" picassiano, non ci si può esimere, dopo aver visto, poniamo, alcune tele di Mirò, dal chiedersi se molti espressionisti non abbiano inteso prendersi gioco di noi. Mi spiego: qual è l'emozione che si può avvertire vedendo raffigurati, in ordine sparso, su una tela, un asterisco, un pois azzurro, qualche riga e qualche punto? Prevengo le obiezioni:1) l'ordine non è sparso, ma voluto e perseguito;2) una siffatta tecnica di pittura indica la ricerca di rottura col passato e, al contempo, la rappresentazione visiva della difficoltà dell'artista di accettare di vivere in un mondo nel quale egli non si riconosce più;3) se il messaggio del quadro non arriva a chi lo guarda, la colpa è di chi guarda e non certo non dell'artista che ha espresso il suo mondo interiore...Contro obiezioni: un artista, per sua natura, è colui che, in virtù di una sensibilità acutissima e al limite del patologico, riesce a cogliere ciò che all'individuo comune non è dato di cogliere, ma che pure appartiene all'umanità di ciascun individuo. La funzione dell'artista è quella di provocare un'emozione profonda, anche senza nome, in chi osserva, tale da smuovere certezze,tranquillità, acquisizioni date per immutabili e sicurezze psicologiche. Quando ci si trova davanti a quattro righe in croce che non provocano neppure fastidio, ma solo perplessità, si incomincia a razionalizzare e a domandarsi che cosa accidenti l'autore abbia voluto dire. Nel momento in cui si innesca questo processo mentale in chi guarda, secondo me, l'artista ha fallito il suo compito e non può dirsi artista perchè non ha smosso le viscere di chi osserva ma il suo cervello. Ma se ne può riparlare, tirando magari in ballo la psicanalisi....Ciao!! ;-)))

Scritto da: lella | 24/03/2006

...cribbio, Lella, sei letteralmente esplosa dopo tanto silenzio!
;-)))

Scritto da: Enrico | 24/03/2006

buona serata piovosa....

quasi quasi mi vien voglia di cambiare template....

Scritto da: ele | 24/03/2006

Buona serata Ele.... qui umidiccio anche... oggi ha piovuto parecchio, ma adesso direi che non piove..
Cambi template?
Spero sia un segno di una ri-partenza del blog... altrimenti un template o l'altro che differenza fa? ;-)

Scritto da: Enrico | 24/03/2006

Lella, ho riletto il tuo scritto e, premesso che la mia cultura artistica si fonda solo su rapide e occasionali ricerche tramite Google e non su studi cartacei o visite a musei, posso dirti che condivido pienamente le considerazioni che fai nell'ultima parte del commento.
Ignoro però cosa sia la sindrome di Stendhal.... ma, anziché procedere alla ricerca di prassi, lascio a te il piacere di illuminarmi...:-))
Ciao e bentornata...;-)

Scritto da: Enrico | 24/03/2006

In questo scorcio di mattinata uggioso, e dopo essere tornata dalle prove di teatro con i ragazzi, mi dedicherò, Enrico, ad illustrarti le caratteristiche della sindrome di Stendhal. Trattasi di un insieme di sintomi che compaiono, e diventano molto fastidiosi, nonchè temporaneamente invalidanti, al cospetto di una serie consistente di opere d'arte, la cui vista pare indurre uno stato d'ansia e di scompenso neurovegetativo che può anche sfociare nella perdita di sensi. La sindrome fu descritta, appunto, dallo scrittore francese Stendhal, che sembra ne soffrisse personalmente. Che cosa accade, in sintesi, in persone particolarmente fragili sotto il profilo emotivo e condizionabili a livello psicologico? Avviene che esse si sentano schiacciate dal peso di tanta bellezza, soffocate dalla presenza di tanta arte e in sudditanza psicologica di fronte a tanta genialità...accade che si percepiscano come nullità al cospetto di tanta grandezza e preferiscano lenire la sofferenza scivolando nella difesa del "se non vedo non soffro" della perdita di sensi. Ehhhh...la complessità arzigogolata e paranoica della mente umana...Ciao, Enrico! ;-)) Buon sabato pomeriggio ;-))

Scritto da: lella | 25/03/2006

Buon sabato... sera... a te.. e ti ringrazio per la spiegazione..
In proposito, mi sembra di ricordare una non recente notizia di cronaca nella quale si diceva del malessere a cui era andato incontro un certo "turista" dopo aver osservato non ricordo più quali opera d'arte.. ;-)

Scritto da: Enrico | 25/03/2006

Buon lunedi Enri... :-)

Scritto da: alyjha | 27/03/2006

Buon lunedì a te Aly.... spero che dalle tue parti il tempo sia migliore di qui..... grrrrrrrrr... ;-))

Scritto da: Enri | 27/03/2006

ciao, mi piacerebbe invitarti sul nuovo forum di visiblmedia. Abbiamo inserito una sezione chiamata "mi BLOGghi? ma quanto mi BLOGghi..." dove puoi segnalare il tuo blog e parlarne (dopo una semplice registrazione).
inoltre, potrai esprimere anche un'opinione nel sondaggio "Internet Vs Tv, Radio, Stampa".
spero che l'invito sia gradito :)
un salutone,
Dani
http://visibilmedia.forumup.it

Scritto da: dani | 27/03/2006

No purtroppo il tempo qui è decisamente schifoso e c'è pure un'arietta fredda tanto fastidiosa...Ma quando arriva la primavera?? Ne sai qualcosa???

Scritto da: alyjha | 27/03/2006

Saluto chi eventualmente passasse di qui... purtroppo la mia connessione a Wind da casa era stamane talmente precaria da frustrare ogni mio tentativo di ricerca di argomenti utili per "costruire" un nuovo post... peccato.. comunque sia e in ogni modo, buona giornata!
;-)

Scritto da: Enri | 28/03/2006

Amici carissimi benchè virtuali, o forse in quanto virtuali, perchè, magari, se ci conoscessimo di persona non ci sopporteremmo per più di due minuti, amici carissimi, dicevo, ci sentiamo per il " buon week-end " di sabato. Domattina parto per un'altra gita, del tutto imprevista fino a ieri alle 11, al delta del Po. Sostituisco colleghi che, a turno, si sono detti indisponibili da un giorno all'altro e tornerò venerdì sera, sul tardi. Poi, naturalmente, che lo vogliate o no, vi racconterò del delta, di Ferrara e di Ravenna. Preparatevi. Non è una promessa: è una minaccia ;-))) ciao a tutti e, in particolare, al padrone di casa, che mi ospita con la consueta squisitezza. Ciao, Enrico :-))

Scritto da: lella | 28/03/2006

Ciao Lella..... comincio allora a prepararmi psicologicamente a un'approfondita lezione sul delta del Po...;-))

Scritto da: Enrico | 28/03/2006

I commenti sono chiusi.