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22/12/2005

Messaggio Natalizio

Nell’occasione del Natale, ricorrenza che non riveste per me un particolare significato, voglio ugualmente rivolgermi a chi, abitualmente o saltuariamente, mi legge.
Mi trovo qui, in campagna, in una casa invidiata da molti, mia ma non per mio merito...... sono solo, testardamente presente, non vinto e nello stesso tempo non vincente... sono soltanto.
Essere solo non significa però per me patire la solitudine che, al contrario, considero uno stato di disagio mentale il quale può prescindere anche completamente dalla "singolarità".
Il mio disagio, comunque, se proprio di esso vogliamo parlare, discende ben più dall’assenza di chi non c’è più, che non da quella di chi, vivente, potrebbe invece assumere un ruolo di "partner di coppia".
D’altronde qui non si tratta, ammesso che vi sia un posto da occupare in quel ruolo, di bandire un concorso allo scopo di assegnarlo ad ogni costo, selezionando il soggetto più meritevole..... qui, invece, si tratta di vedere se, il destino o il caso, ci danno la possibilità di incontrare chi corrisponde esattamente a ciò che completa noi stessi e a ciò che noi stessi completiamo e questo anzitutto da un punto di vista spirituale, prima ancora che materiale.
Semplicistico e grossolano e rispondente a superficiali criteri logico-estetico-temporali-utilitaristico-pratici da parte mia quindi sarebbe passare in rassegna, come peraltro ho già fatto, le donne teoricamente disponibili (divenute spesso tali per il fallimento delle loro famiglie) dei dintorni che potrebbero prendere il posto di cui sopra parlavo....... questo non è un mercato zoologico, non è un concorso o una selezione per assegnare un posto di lavoro.
Ringrazio inoltre qui ora, pubblicamente, tutte le gentili donne e ragazze che in passato mi hanno fatto l’enorme dono di abbandonarmi o di rifiutare la mia corte, impedendomi così di rendere durevole o effettiva una relazione banale, opprimente, basata su presupposti e fondamenta inconsistenti, ridicole, risibili........ adesso, col loro aiuto, io godo di un tremendo, terribile ma inebriante potere che mi deriva dall’essere solo........ la vista della sofferenza e la familiarità con la morte, col dolore per l’apparentemente irrimediabile, non edulcorati o filtrati da alcuno, né spartiti con alcuno, assunti nella loro quasi insostenibile purezza, offuscano, come giusto, riducono al nulla, polverizzano, ogni passata "storiella", reale o cercata, allora agognata............. ora soltanto una luce accecante e nitidissima potrebbe superare lo scuro spessore della consapevolezza, un tuono irresistibile spezzare la brunita e magnifica corazza di cui mi fregio....
Grazie ancora, ragazze, per tutto ciò che (non) avete fatto per me!
A tutti.... buone feste!
;-)

09:00 Scritto in Pensieri | Link permanente | Commenti (23)

20/12/2005

Il dì più corto


Contrariamente a quanto è credenza comune, il dì più corto dell’anno non è il 13 dicembre (S. Lucia), bensì il giorno in cui si verifica il solstizio d’inverno, che quest’anno cade, nell’emisfero nord, il 21 dicembre.
Come riferisce il sito di meteorologia Meteolive però, esiste un intero periodo, che immediatamente precede e segue la data esatta del solstizio, e che viene ricompreso fra il 20 e il 26 dicembre, in cui il dì ha l’uguale (e minima) durata di 9h e 7m.
Al 13 dicembre invece può attribuirsi il titolo del giorno col pomeriggio più corto, con un tramonto che, alle nostre latitudini, avviene già alle ore 16 e 29.

17/12/2005

Diciassette


Il diciassette viene tradizionalmente considerato un numero sfortunato, ma quali sono le ragioni di tanto cattiva fama?
Sembra che la cosa dipenda anzitutto dal fatto che, scrivendo quel numero in caratteri romani, "XVII", un suo possibile anagramma sia "VIXI", che significa "ho vissuto", quindi "sono morto"; oltre a ciò, altra circostanza sfavorevole al 17 è che, secondo la Bibbia, proprio un diciassette ebbe inizio il diluvio universale.
Si dice inoltre che porti particolarmente sfortuna il venerdì 17 perché, sempre secondo la Bibbia, di venerdì sarebbe avvenuta la morte di Gesù.

(fonte Wikipedia)