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02/12/2011

Lieve offerta

140px-Antonia_Pozzi.jpg

Troppo spesso i rapporti si appesantiscono:
il peso delle idee, l'istinto mai sopito degli uomini di conquistare spazi alla propria ambizione se non alla propria insolenza, ci caricano di un fardello che non vorremmo, mentre il nostro incedere si fa più lento e gli stivali affondano nella terra molle..

Per questo, per trarne un sollievo, ho voluto cercare stamane una «poesia lieve» e la fortuna ha fatto sì che la trovassi:
si intitola «Lieve offerta» ed è di Antonia Pozzi, poetessa milanese nata il 13 febbraio 1912 e morta suicida il 3 dicembre 1938.

Domani, quindi, ricorre l'anniversario della sua scomparsa... e fa riflettere che proprio oggi io abbia scoperto una sua opera e mi ingegni con partecipazione a ricordarla:
sono queste le coincidenze nelle quali riusciamo a intravvedere il segno di un legame fra chi ancora c'è e chi è passato... dove non sappiamo.

In ciò vogliamo cogliere un inebriante messaggio di continuità e speranza, che ci commuove fino alle lacrime..

Lieve offerta

Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera
come le estreme foglie
dei pioppi, che s’accendono di sole
in cima ai tronchi fasciati
di nebbia -

Vorrei condurti con le mie parole
per un deserto viale, segnato
d’esili ombre -
fino a una valle d’erboso silenzio,
al lago -
ove tinnisce per un fiato d’aria
il canneto
e le libellule si trastullano
con l’acqua non profonda -

Vorrei che la mia anima ti fosse
leggera,
che la mia poesia ti fosse un ponte,
sottile e saldo,
bianco -
sulle oscure voragini
della terra.

5 dicembre 1934

http://it.wikipedia.org/wiki/Antonia_Pozzi

09:08 Scritto in Citazioni | Link permanente | Commenti (5)

17/08/2010

Invano tentò...

Francesco_Cossiga.jpg

 

"Invano tentò, con passo malfermo, di evitare la tomba che lo attendeva. Ma inciampò e cadde".

 

(Francesco Cossiga)

19:15 Scritto in Citazioni | Link permanente | Commenti (33)

10/11/2008

L'Amore è servito! (ingredienti e preparazione)

schiller.jpg

Se noi abbracciamo con passione un tale che è degno del nostro disprezzo, sentiamo penosamente la costrizione della natura. Se proviamo avversione per un altro che pure c'impone il rispetto, sentiamo penosamente la costrizione della ragione. Ma se egli suscita la nostra affezione mentre ha, insieme, acquistato il nostro rispetto, sparisce la costrizione del sentimento e della ragione, e noi cominciamo ad amarlo, cioè a giocare nello stesso tempo con la nostra affezione e col nostro rispetto.

Un pensiero di Johann Christoph Friedrich von Schiller (Marbach am Neckar, 10 novembre 1759 – Weimar, 9 maggio 1805) poeta, drammaturgo e storico tedesco.

07:58 Scritto in Citazioni | Link permanente | Commenti (0)