Ok

By continuing your visit to this site, you accept the use of cookies. These ensure the smooth running of our services. Learn more.

29/09/2008

Gusti estremi

mosca.jpg

Le donne sono come le mosche: o si posano sul miele o sulla merda.

By Truman Capote (New Orleans, 30 settembre 1924 – Bel Air, 25 agosto 1984) scrittore, giornalista e drammaturgo statunitense.

22:56 Scritto in Citazioni | Link permanente | Commenti (6)

26/09/2008

La redenzione di Benjamin

L'idea di felicità che possiamo coltivare è tutta tinta del tempo a cui ci ha assegnato, una volta per tutte, il corso della nostra vita. Una grande gioia che potrebbe suscitare la nostra invidia, è solo nell'aria che abbiamo respirato, fra persone a cui avremmo potuto rivolgerci, con donne che avrebbero potuto farci dono di sé. Nell'idea di felicità, in altre parole, vibra indissolubilmente l'idea di redenzione. Lo stesso vale per la rappresentazione del passato, che è il compito della storia. Il passato reca seco un indice temporale che lo rimanda alla redenzione. C'è un'intesa segreta fra le generazioni passate e la nostra. Noi siamo stati attesi sulla terra. A noi, come ad ogni generazione che ci ha preceduto, è stata data in dote una debole forza messianica, su cui il passato ha un diritto.

Walter Benjamin (Charlottenburg, 15 luglio 1892 – Portbou, 26 settembre 1940) filosofo e scrittore tedesco - "Tesi di filosofia della storia" -

Commento:

Sembra di cogliere nelle parole di Benjamin il concetto secondo cui l'idea di felicità sarebbe rappresentata da una sorta di sogno o di speranza di redenzione, intesi come possibilità di rimedio, riparazione, ripetizione delle nostre azioni od omissioni sbagliate che, evidentemente, hanno creato infelicità.
Ma quest'idea, questo sogno del ritorno, adombrato dal lettore, si scontra subito bruscamente con quell'"una volta per tutte", che esclude, per chi è già stato, ogni forma di ricomparsa, di reincarnazione che consenta ai medesimi soggetti di ripetere e rinnovare il proprio tempo, rimediando ai precedenti errori.
Il "compito redentivo" viene assegnato invece, come può dedursi nella seconda parte del brano, alle generazioni future, le quali hanno la sia pur debole forza messianica, innovatrice e propulsiva, necessaria per porre rimedio, o tentare di farlo, a ciò che anzi è stato, da chi li ha preceduti, compiuto di sbagliato... un rimedio che le generazioni passate hanno diritto di veder posto in atto, o almeno tentato.
Vien da sé che, redenzione dopo redenzione, il futuro dovrebbe essere sempre migliore del passato e che verso il meglio, verso una condizione migliore e più felice, sia rivolto il destino dell'umanità, anche se oggi tutto ciò pare assai difficile a credersi.

14:53 Scritto in Citazioni | Link permanente | Commenti (13)

23/09/2008

Asini e asine da soma

584e78ea28933174e0170733544d5fad.jpg

Chi sale sul monte più alto ride di tutte le tragedie vere e fasulle.
Coraggiosi, spensierati, ironici, violenti - così ci vuole la saggezza: essa è femmina e ama sempre solo il guerriero.
Voi mi dite: "La vita è pesante da portare". Ma a che scopo avreste la mattina il vostro orgoglio e a sera la vostra rassegnazione?
La vita è pesante da portare: ma non fingetevi tanto delicati di fronte a me! Siamo tutti quanti forti asini e asine da soma.
Che cos'abbiamo in comune con i boccioli di rosa che tremano sotto il peso di una goccia di rugiada?
E' vero: noi amiamo la vita, non perché siamo abituati a vivere, ma perché siamo abituati ad amare. Nell'amore c'è sempre un po' di follia. Ma nella follia c'è sempre un po' di saggezza.
E anche a me, che amo la vita, pare che le farfalle e le bolle di sapone e quanti fra gli uomini sono simili a loro, sappiano più cose della felicità.
Veder svolazzare queste esili folli tenere animule volubili commuove Zarathustra sino alle lacrime e al canto.
Io crederei solo a un dio capace di danzare.
E quando vidi il mio demone, lo trovai serio, scrupoloso, profondo, solenne: era lo spirito della gravità - a causa sua tutte le cose cadono.
Non si uccide con la collera, ma col riso. Su, andiamo a uccidere lo spirito della gravità!
Io ho imparato a camminare: da allora mi consento di correre. Ho imparato a volare: da allora non voglio venir spinto per muovermi.
Ora sono lieve, ora volo, ora vedo me sotto di me, ora tramite me danza un dio.

Così parlò Zarathustra.

(da "Così parlò Zarathustra" di Friedrich Nietzsche, Parte prima, Del leggere e scrivere)

13:55 Scritto in Citazioni | Link permanente | Commenti (12)