Ok

By continuing your visit to this site, you accept the use of cookies. These ensure the smooth running of our services. Learn more.

31/03/2006

Benvenute!

medium_breva_04.jpg

Notizie colte da un sito motociclistico francese (Moto Station) ne davano come imminente l’uscita già dal 23 del mese di marzo.... e ricerche da me fatte in rete ne confermavano la prossima messa in produzione....... ma nulla ancora, fino al momento in cui scrivo, dai siti del settore italiani...... ma era vero..... nella home page della Moto Guzzi la Breva 850 è apparsa, insieme alla “sorella” Griso*!
Più omogenea ed elegante nell'abbinamento dei colori rispetto alla già prodotta versione di maggiore cubatura (così come la Griso), la Breva 850 viene a colmare l’eccessivo divario fra la piccola e poco potente 750 e la 1100 cc.
Ottima idea creare questi modelli da parte della storica e gloriosa Casa motociclistica di Mandello del Lario, soprattutto se il prezzo di vendita sarà relativamente contenuto, come sembra.
Nota tecnica per gli appassionati di meccanica, il motore non è la riedizione del “vecchio” 850 che ha equipaggiato nel passato la GT, la California, la T, la T3, la T5, la Le Mans.., ma ha misure alesaggio per corsa totalmente nuove..... si è passati dal “classico” 83x78, all’inedito e molto superquadro 92x66, che dà una cilindrata totale effettiva di 877 cc.
Evviva!!

medium_griso_3.jpg
*la Moto Guzzi Griso 850

18:55 Scritto in Motori | Link permanente | Commenti (3)

28/03/2006

Senza rimedio

Vi sono errori per i quali non esiste possibilità alcuna di porvi riparazione.... sciocco è quindi dibattersi nel tentativo vano di trovare ad essi un rimedio che non c'è o sperare nel soccorso dato dall'oblio... meglio è radunar le proprie forze per affrontare il peso delle conseguenze..

21:15 Scritto in Pensieri | Link permanente | Commenti (25)

23/03/2006

Anthony Van Dick

medium_vandick220.4.jpg

A quanto sembra ricorre in questi giorni l’anniversario della nascita del pittore fiammingo Anthony Van Dick, allievo di Rubens, che visse nella prima metà del secolo diciasettesimo, morendo all’età di soli 42 anni.
I ritratti da lui realizzati, una vera e propria sua "specialità", sono di un’efficacia e di una vitalità assolutamente sorprendenti, tanto che risulta subito evidente come da essi traspaia un quid che la più moderna e attuale fotografia non è in grado di far emergere.
Credo, facendo una breve digressione, che alla pittura in generale, prima dell’invenzione suddetta, vada riconosciuto il grandissimo merito di averci riportato l’immagine di soggetti, luoghi, cose, di altri tempi che sarebbero altrimenti andati perduti.
Ma, tornando alla straordinaria abilità di Van Dick, come dissi, lì troviamo qualcosa in più della fotografia... sì che, tanto vivi e vitali appaiono i personaggi da lui ritratti, da farci riflettere.. e dubitare che di essi non possa esistere oggi più nulla e che nessuna loro traccia, nessuna loro impronta vitale, da qualche parte ancora aleggi.
V.D. è, secondo quanto lessi, ritenuto il migliore pittore fiammingo dopo Rubens... ma, per quanto più complesse e "difficili", affollate di soggetti e di atmosfere simboliche, siano le opere di quest’ultimo, esse non raggiungono mai, a mio vedere, la forza espressiva di quelle del suo allievo.
Voglio ora, per concludere, riportare un commento di S. Van Hoogstraeten (Inleyding tot de Hooge Schoole der Schilderkonst, 1678) sul pittore a cui ho dedicato questo post:
“Fece dei ritratti d’un genere sublime; li ha disposti in una maniera tale da donar loro una vita sorprendente e una grazia infinita. Li ha sempre abbigliati secondo la moda dei suoi tempi. Ha tratto da questa moda tutto quanto poteva essere vantaggioso per la pittura; e ha mostrato così che quando il pittore aggiunge all’arte un bel genio, fa luce dovunque e trova i mezzi per diffondere le bellezze sulle cose più ingrate. Van Dyck ha disegnato teste e mani con la massima perfezione; e ha dato loro una delicatezza e una bella proporzione di cui s’era fatta un’abitudine. Seppe scegliere gli atteggiamenti convenienti alle persone e i momenti più vantaggiosi dei volti. Egli osservava tutte le attrattive e le conservava nella memoria, e imitava così non solo quel che vedeva nel suo modello, ma ciò che riteneva possibile e capace di sottolineare un buon carattere, senza alterare la somiglianza.”

(nella foto: ritratto di Frans Snyders - cliccare per ingrandire)

08:25 Scritto in Arte | Link permanente | Commenti (19)