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14/05/2010

Orgoglio

E' evidente a tutti che in questa società e in questo sistema c'è qualcosa che non va.

Ma che cosa mi chiedo?

Manca coesione, manca uno scopo... ma non solo, mancano anche orgoglio, amor proprio, voglia di fare bene, di essere per bene.

Non è possibile vivere degnamente avulsi da un terreno comune, lontani da una comunanza di intenti e, anzi, al contrario, essere sempre più spinti all'egoismo o, peggio, all'antagonismo, all'opposizione, al contrasto, alla stupidità, alla rincorsa dell'effimero e del superfluo.

Terreno comune, fattore legante, potrebbe essere il nazionalismo, inteso come orgoglio di appartenere a un paese, a un territorio, a un «popolo»... ma non solo, anche orgoglio di lavorare bene, di essere estrosi e intelligenti, di essere onesti, bravi, di qualità, orgogliosamente utili a se stessi e agli altri.

Insieme, consapevoli e forti della propria «grandezza», sarebbe possibile andare avanti, piegando senza remore chi porta danno, divisione, disonestà, inganno.... non ci sono dei in terra, non c'è dio umano che non possa essere abbattuto e gettato nella polvere quando la sua verità si rivela falsa.

20/04/2010

Sorvolando

Allora... si presenta la necessità che io scriva un nuovo post, cosa non facile, soprattutto volendo scrivere anche qualcosa di inedito.. ma che cosa mai potrei dire che non sia già stato detto??

Vogliamo parlare del fatto che la ripetitività di molte azioni che compiamo ci fa indurre nell'errore che possiamo ripeterle indefinitamente, come se potessimo fermare il tempo, e che invece così non è?

Vogliamo ricordare che ciò è ancor più vero se a tali consuetudini comportamentali partecipano persone che per la loro età ci lasceranno inevitabilmente presto, prima di quanto immaginiamo?

Vogliamo dire che a fronte di tante scelte che possono essere facilmente cambiate o che sono praticamente ininfluenti sul corso della nostra vita, ve ne sono altre in grado di mutarla radicalmente e che non potremo mai più ripetere, mai più replicare?

Vogliamo dire che l'errore è sempre in agguato e che quasi sempre scopriremo che esso è tale solo dopo averlo commesso?

Vogliamo dire che il caso, la coincidenza, la concomitanza di fattori, pur sovente nella loro apparente pochezza e intrinseca irrilevanza, sono in grado di portare mutamenti anche radicali, definitivi?

Vogliamo dire che gli anni ci rendono più cinici e trasformano prima in blando stupore ciò che era sbalordimento, e poi in asettica presa di conoscenza ciò che era stupore?

Non so, il quadro non mi sembra buono.... forse è meglio non approfondire.. ;-)

31/12/2009

Oggi 31/12

Eccomi per una specie di messaggio di fine anno.... e, devo dirlo, non è andata proprio malissimo questa volta...
Questo però non mi fa esimere dall'auspicare che il futuro possa essere ancora per noi migliore, e lo sia in primo luogo facendoci sfuggire i nefasti condizionamenti di chi ci procura o ci ha procurato (non gliene facciamo una colpa) oppressione, mestizie, disagio..
Perché voglio gridarlo a tutti, noi (io, voi) non siamo nati per soffrire, seppure la sofferenza ci colga, inesorabile, prima o poi... e, per questo, penso sia nostro dovere, dovere verso noi stessi e chi sta intorno a noi, prenderne sulle nostre spalle la minor parte possibile, proprio quella che non possiamo evitare.
Cortesia, gentilezza, amabilità siano il nostro «stile», ma non lasciamoci sovrastare da chi ci vuol opprimere con idee o comportamenti che ci paiono odiosi... la tolleranza è anche sapersi sottrarre in tempo da chi potrebbe di lì a poco farci perdere la pazienza... e la serenità.
Ciò detto, faccio una divagazione: stamane ho fatto qualche passo in zona cittadina e ho ammirato dentro le vetrine di pasticcerie di rinomanza anche nazionale alcune torte augurali che erano veri capolavori, frutto dell'estro e dell'ingegno di abili artigiani... e mi sono detto che sarebbe ben giusto che essi avessero le soddisfazioni che meritano per il loro lavoro.
Doverosa riflessione in omaggio al «genio italico» che ben vediamo, capiamo e riconosciamo... sebbene io poco ne goda, soffrendo di una poco comprensibile ritrosia a «trattarmi bene», a cedere a dolci e languide lusinghe, adepto come sono di una ruvida spartanità dalla quale non riesco a sfuggire... ma qui ci vorrebbe lo psicologo...;-))
E' proprio questa stessa voglia di spartanità che mi fa anche dire che preferirei vivere in un paese «incivile», dove l'interessata cura per la vita e la salute del cittadino fosse meno solerte e burocraticamente organizzata... niente cinture di sicurezza, niente air bags, niente caschi, niente collaudi, niente fumi per le caldaie, niente velox, niente «a norma»... niente esercito di persone che vive e vegeta «pensando alla tua salute», e, mentre pensa a questo, te la fa perdere per il disagio e la frustrazione che ti provoca, che ti fa star male, ti umilia, lede la tua libertà..... gendarmi del mito moderno di una protezione generalizzata e generica che non tiene conto delle individualità e della diversità abissale fra le varie situazioni possibili.
E' la visione del cittadino-soggetto da educare, guidare, istruire... da consigliare anche per gli acquisti... così che io credo che se un «marziano» venisse sulla Terra e desse un'occhiata alle nostre trasmissioni televisive e alla pubblicità ossessiva e incessante che le permea, penserebbe che questo pianeta è popolato in gran parte da minorati psichici.... sia nostra cura, se mai incontreremo un marziano, fargli capire che non è così..;-)
Buon 2010!!!