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30/11/2009

Ogni giorno..

Ogni giorno che passa maggiore è lo sconcerto che ci prende per ciò che ci proviene dal mondo esterno, per ciò che ci è comunicato dai mezzi televisivi e non, dei quali spesso siamo succubi, dai quali cerchiamo di trarre, disorientati come siamo a volte, verità, indirizzi, suggerimenti.
La stessa scelta dei temi, degli argomenti, delle notizie, a cui viene affidata dai media la centralità, la maggiore evidenza e rilevanza, finisce per condizionare le nostre decisioni, il nostro umore, la nostra vita.
Cresce anche, mi pare, la sfiducia della gente verso ciò che ha una provenienza indistinta, sovranazionale, globale... inteso questo aggettivo come evocativo di uno scenario che sta fra l'idealistico e l'obbligato, l'ineluttabile, il preteso capolinea a cui non si può sfuggire.
C'è in noi diffidenza verso quelle istituzioni od organismi «mondiali», siano essi economici o sanitari, dietro ai quali immaginiamo siano elite che traggono vantaggio dai condizionamenti e dai rivolgimenti che loro stessi inducono nelle masse.
Per questo io credo che dobbiamo fermarci e riflettere, distogliendo ora il nostro sguardo dalle suggestioni dei media e rivolgendolo più al concreto, più a come noi stessi ci inseriamo concretamente nel territorio in cui viviamo, più a come la nostra presenza possa rivelarsi utile o per lo meno non dannosa nei confronti di chi ci circonda.
E per questo dobbiamo guardare dentro noi stessi, ricercando e ritrovando le tracce di un'umanità e di una ragionevolezza lontane, ma naturali, schiette e ruvide anche, all'occorrenza, rifiutando i messaggi scomposti che ci giungono da fuori, da chi vive e prospera creando modelli «fasulli» per vendere a noi qualcosa, per fare spettacolo, clamore, scandalo, scompiglio.
Noi siamo altro dai personaggi del G.F. o analoghi gruppi di persone che agiscono chiusi in un ambiente artificiale dando spesso il peggio di sé; noi valiamo, se valiamo, per quello che siamo o facciamo e non perché curiamo i nostri capelli con quel tal prodotto; noi evitiamo che l'ambizione, l'arroganza, la furbizia e la spregiudicatezza, siano modelli a cui fare riferimento e a cui ispirare i nostri rapporti sociali.

05/11/2008

Disastri su tutta la linea

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Rieccomi.... sull'onda delle vicissitudini abbattutesi su di me.
Procediamo con ordine: punto primo, la mia fino a questo momento perfettissima caldaia, stasera mi ha lasciato.... era accesa durante il temporale ed evidentemente la sua scheda elettronica ha sofferto qualche sbalzo di tensione di troppo.
Peraltro non mi pareva una burrasca proprio tremenda e neppure le scariche particolarmente potenti e vicine... tanto che il pc acceso (quello che sto usando ora) non ne ha risentito minimamente... e, comunque sia, sono ridotto adesso a una stufetta elettrica e vano è stato il tentativo di avvertire telefonicamente l'idraulico (ma erano già le 21 passate).
Vedremo domani se si riuscirà a rimediare al danno.
Aggiungo, nel quadro delle negatività, che la mia presenza su MySpace non pare, almeno al momento, essere molto fruttuosa, stante che, a parte Anna e Paolo (b-r) che già conoscevo, nessuna delle "donzelle" (salvo una con la quale però i rapporti si sono già esauriti) da me sollecitate con la tipica richiesta di amicizia, mi ha dato risposta.
E' francamente sconfortante la cosa, anche perché avevo posto un certo impegno a creare il mio profilo... ma si sa, l'età (vera) che li appare, probabilmente scoraggia, allontana, spaventa..
Niente che mi stupisca particolarmente, per carità, ma non è piacevole trovare conferme della relatività del proprio ascendente sulle donne... diciamo sulle donne bellocce con almeno almeno una dozzina di anni meno di me, per essere giusti e precisi..:-))
Ma non abdico, estenderò il mio interesse anche a un ambito meno locale, prima di abbandonare.
Ciao ciao... e speriamo quantomeno di sistemare la caldaia!! ;-)

30/10/2008

Senza strada

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Estraggo stamane dal cappello, interrompendo il mio "silenzio stampa", un vecchio post dell'agosto 2004, da me pubblicato su blog excite.... il suo contenuto, ne converrete, è ancor oggi assai attuale e condivisibile, e il quesito che pone alla sua conclusione sempre aperto, sebbene tutto farebbe propendere, o per meglio dire MI farebbe propendere, per un "NO".

Buona lettura!

Esiste nei rapporti per via "compiuterale" un limite fisiologico oltre il quale non si può andare.... è un po' come raggiungere il massimo dei giri di un motore o il fondo scala di uno strumento.
La confidenza cresce, la comunicativa pure, l'interesse anche.... ma... ma... c'è uno stop... la strada finisce proprio quando la velocità sta crescendo..... il cambio resta in folle... l'auto non accelera più.
Oltre c'è una terra inesplorata.... o meglio una terra che manca.
Capita ogni tanto di ritrovarsi in questa situazione..... e ci si chiede: e ora cosa faccio? Si può percorrere una strada che non cè? No di certo! Si può allora costruirla?
Non so.. Troppo grande forse è il salto che separa il percorso virtuale da quello reale.
Quale tipo di connessione sarebbe possibile, se mai lo fosse, fra le due sponde?
Si può saltare dalla consolle di un video game di F1 al sedile vero di una monoposto.... e correre... correre... e magari anche vincere?