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20/02/2006

Relativismo


A causa della mia pigrizia e complice anche una momentanea interruzione dell'energia elettrica che si è portata via tutto quello che avevo scritto, mi limito oggi a riportare integralmente un testo (spero non coperto da copyright) il cui argomento mi pare particolarmente attuale e interessante...

Relativismo culturale

Fino a tutto il XIX secolo, si riteneva che esistessero popoli provvisti di cultura e popoli privi di essa. I gruppi etnici diversi da quelli occidentali, seppur portatori di cultura, venivano considerati popoli di natura, "primitivi" o "barbari". Questa divisione così netta era dettata da una forma di etnocentrismo dell’uomo occidentale, auto-proclamatosi unico detentore del sapere "universale", in grado di proporre la propria cultura come termine di paragone per le altre. La tendenza di interpretare o valutare le altre culture partendo dalla propria, divenne evidente presso gli europei dopo le grandi spedizioni geografiche, con la scoperta dell’America, delle isole del Pacifico e dell'estremo oriente. Alcuni antropologi, ad esempio, consideravano i popoli pre-letterati privi di qualsiasi forma di religione (come fece Sir John Lubbock [1834-1914]) o provvisti di una "mentalità pre-logica" (come sostenne l'antropologo-filosofo Lucien Levy-Bruhl [1857-1939]), semplicemente perché il loro modo di pensare non corrispondeva a quello della cultura sviluppatasi nell’Europa occidentale. Non stupisce, quindi, il fatto che i rappresentanti delle culture non occidentali, ed in modo particolare i popoli privi di scrittura, siano stati in passato ampiamente descritti come esseri immorali, illogici, a volte perfino perversi.

Per difendere la sopravvivenza delle culture "primitive", che non venivano riconosciute se non come esistenti ad uno stato inferiore di evoluzione, si sviluppò all’inizio del '900 il cosiddetto "Relativismo culturale". Gli assertori di tale teoria combattevano l’etnocentrismo, negando l'esistenza di un'unità di misura universale per la comprensione dei valori culturali, poiché ogni cultura era portatrice di istituzioni ed ideologie che non avevano validità al di fuori della cultura stessa. Emerse un nuovo punto di vista che facilitò una profonda comprensione e un più sottile apprezzamento delle culture molto diverse dalla propria. Si comprese, così, che i bisogni umani universali potevano essere soddisfatti con mezzi culturalmente diversi e che ciò che era considerato morale in una cultura poteva essere amorale o eticamente indifferente in un’altra. Presso alcune culture, per esempio, non è amorale uccidere una bambina alla nascita o un uomo troppo anziano e non più produttivo in una situazione in cui non è possibile ottenere cibo a sufficienza per tutti. L’idea che gli elementi di una cultura debbano essere compresi e giudicati nell’ambito della stessa cultura porta alla conclusione che non si può considerare una cultura superiore o inferiore di un’altra. La cultura è il modo di vita di un gruppo sociale, l’insieme dei modelli di comportamento appresi e tramandati da una generazione all’altra durante il processo di socializzazione.


(di Federica Triolo, laureata in scienze Demo-etno-antropologiche presso l'università La Sapienza di Roma, dal sito: http://digilander.libero.it/antropogica/relativismo_culturale.htm)

25/01/2006

Legittima difesa


La nuova legge sulla legittima difesa consente (superando la precedente normativa che richiedeva l’esistenza di una reale proporzionalità fra la difesa prodotta e l’offesa temuta) al cittadino aggredito nella sua abitazione o in luoghi equiparati, di utilizzare armi da fuoco o altro mezzo idoneo, quando siano in gioco la propria o l’altrui incolumità o quando intenda difendere beni propri o altrui nel caso non vi sia desistenza e vi sia invece pericolo d'aggressione.
Non si tratta quindi, come un cattivo giornalismo tende a divulgare, di un’incondizionata “licenza di uccidere”, ma di una norma che attenua sì i limiti della reazione legittima, ma ciò subordinatamente al verificarsi di particolari condizioni di rischio.
La mia opinione è che questa legge sia sostanzialmente giusta perché consente all’aggredito di utilizzare i mezzi di difesa di cui è in possesso, senza pretendere da lui un’impossibile graduazione della reazione o un'irrealistica scelta dello strumento con cui reagire, dopo aver valutato sommariamente le capacità offensive di chi ha di fronte.
La verità è che chi ha davanti è quasi sicuramente più svelto, più abile, meno indeciso, meno soggetto a scrupoli di lui e che, questo è il problema, potrebbe diventare ancor più pericoloso se affrontato inadeguatamente con un’arma in pugno o ferito senza aver leso significativamente le sue capacità di reazione.
Una norma questa quindi a “doppio taglio”, che rischia di creare maggiori vittime anche dalla parte degli aggrediti.
Perciò, se vogliamo proprio compiere l’impegnativa scelta di tentare di difenderci con un’arma, mettiamo in conto anche i seri rischi che questo potrebbe comportare per noi stessi.... ma, una volta presa questa decisione, abbandoniamo le incertezze: sangue freddo, esercitarsi e scegliere armi di calibro sostenuto, dotate di elevato “man stopping power”

23/01/2006

Fedele cum Gaudio


La cronaca di oggi ci porta, fra le altre notizie, quella dell’arresto di Padre Fedele (69 anni) da Cosenza, missionario e fondatore della struttura di accoglienza Oasi Francescana, e del suo stretto collaboratore Antonio Gaudio (39 anni)...
Ebbene, in questa oasi beata in cui le debolezze umane dovrebbero essere bandite e a null’altro dovrebbe pensarsi se non al benessere spirituale di chi lì si trova e opera...... il citato frate avrebbe, insieme al Gaudio ed altri, commesso violenze sessuali nei confronti di una povera suora, nel periodo in cui ella lavorò nella citata oasi..
Frati, frati, queste cose non si fanno... solo per voi spero realmente esista quell’inferno di cui tanto siete certi e tanto nominate quale spauracchio per i peccatori... che ardiate e ardiate per l’eternità..:-)))
Per intanto le Patrie Galere tratterranno, in attesa del giudizio e degli eventi, i vostri deboli corpi.... e sì che, facendo parte dell’Ordine dei Minimi, ci sarebbero da aspettarsi, come dire, scarse attitudini a certe voluttà...;-))