Ok

By continuing your visit to this site, you accept the use of cookies. These ensure the smooth running of our services. Learn more.

07/03/2012

Intervallo musicale

Girovagando per il web mi sono imbattuto ieri in un articolo

( http://www.rischiocalcolato.it/2012/03/la-nuova-grande-depressione-la-grecia-e-la-corsa-alle-patate.html )

che suggerisco di leggere e che, al suo interno, conteneva dei versi latini: fatta una ricerca, ho appurato che trattavasi di un brano dei Carmina Burana, intitolato Fortune plango vulnera, che canta la mutevolezza della fortuna.

In attesa di un nuovo post "tematico", propongo oggi a mo' di intervallo, tale brano: volendo offrire anche una sua traduzione e non piacendomi quelle reperite, ho provveduto a "perfezionarla" io.

Chiedo eventualmente venia ai latinisti se mi sono preso troppe licenze nella mia conversione del testo nell'italico idioma e anche mi dolgo del fatto che in questa operazione le rime sovente si perdono.. ;-)

 

Fortune plango vulnera
stillantibus ocellis,
quod sua michi munera
subtrahit rebellis.
Verum est, quod legitur,
fronte capillata,
sed plerumque sequitur
Occasio calvata.                                                            Piango le ferite della Fortuna
                                                                                   con gli occhi lacrimanti:
                                                                                   quel che mi regalò,
                                                                                   ribelle ora mi leva.
                                                                                   Vero è ciò che si legge:
                                                                                   la fronte è capelluta,
                                                                                   ma per tutti tempo vien
                                                                                   in cui in calva si muta.

In Fortune solio
sederam elatus,
prosperitatis vario
flore coronatus;
quicquid enim florui
felix et beatus,
nunc a summo corrui
gloria privatus.                                                             

                                                                                   Sul trono della Fortuna
                                                                                   in alto mi ero assiso,
                                                                                   di variopinti fiori e
                                                                                   prosperità guarnito:
                                                                                   assaporai ogni cosa
                                                                                   felice e beato,
                                                                                   ma dall’alto caddi
                                                                                   e d'ogni gloria spogliato.

Fortune rota volvitur:
descendo minoratus;
alter in altum tollitur;
nimis exaltatus
rex sedet in vertice -
caveat ruinam!
nam sub axe legimus
Hecubam regina
                                                                                   Gira la ruota della Fortuna:
                                                                                   rimpicciolito io scendo
                                                                                   e sopra un altro è spinto.
                                                                                   Smisuratamente esaltato
                                                                                   il re alla sommità siede-
                                                                                   ma attento alla rovina!
                                                                                   ché sotto l’asse leggiam:
                                                                                   Ecuba regina

16/12/2011

Hot Rod

HotRod.jpg

Provo una grande invidia quando vedo, grazie alla tv digitale, quei canali come Nuvolari e DMAX, che trattano soprattutto di argomenti motoristici e spesso mettono in onda trasmissioni, di provenienza USA, che mostrano le varie fasi di elaborazione o costruzione di motociclette e auto "special", assolutamente fuori serie e, anzi, esemplari unici.

In pratica, per farla breve, esistono officine di professionisti del ramo che realizzano artigianalmente mezzi a due e quattro ruote esclusivi i quali, senza bisogno di omologazione alcuna (o comunque senza che nulla di burocraticamente impeditivo o complesso sia richiesto), una volta ultimati escono liberamente su strada, senza timore che qualcuno possa contestare loro la legittimità della circolazione.

Parliamo di auto con motori extraserie di cilindrata spropositata, con potenza anche superiore ai 500 cv, con ruote, gomme, tutto ben fuori dalla norma.... e di moto fatte in un modo che io stesso avrei qualche remora a guidarle per la stramberia dei loro telai, sospensioni, cerchi.. che però, appena terminate, così come sono, vanno sulla pubblica via... e chi le guida di solito come copricapo indossa solo una semplice bandana!

Qui invece tutto deve essere puntigliosamente omologato, collaudato, verificato, vidimato e, se c'è qualcosa di non originale nel veicolo che hai (basta la misura delle gomme), ti mandano alla revisione... insomma, ci sembra di essere liberi, ma in realtà siamo oppressi dalla burocrazia e dalle regole.

Per non parlare se vai senza casco o senza cinture di sicurezza: praticamente assimilato a un delinquente, da punire pecuniariamente in modo pesante, da privare di manciate di punti della patente e magari da redarguire pure con una paternalistica ramanzina a cura del tutore dell'ordine di turno.

My God!
Ma come ci siamo ridotti!
Da Popoli di indomiti guerrieri, da figli di romani imperi e barbari fieri, a ca..oni chiusi fra airbags e vessatorie normative: tutelati dal danno e danneggiati dalla tutela, custoditi nell'involucro e indeboliti nella mente... davvero uno sconfortante traguardo per la spaurita (e sempre più sparuta) progenie di un Vecchio Continente ormai verso il declino.

07/10/2011

Inaccettabile

unacceptable.jpg

E' da un po' di tempo che è invalso, soprattutto nell'ambiente politico, l'uso dell'aggettivo «inaccettabile», come estrema espressione di critica da parte del soggetto che lo utilizza.

Indicare come inaccettabile un certo comportamento altrui rappresenta qualcosa di più intenso di una semplice aggettivazione negativa attinente all'oggetto del giudizio (come potrebbe essere deplorevole, criticabile, inqualificabile), perché implica il coinvolgimento personale di chi l'afferma.

L'inaccettabilita, secondo me, proprio per questa sua peculiarità di coinvolgere colui che la dichiara, prevederebbe anzi una fase in cui l'«inaccettante» compie un'attività volta a reagire in modo concreto contro ciò che reputa non ricevibile, cosa che, in pratica, non avviene mai.

Ma, se non abbiamo riscontri sul compimento dell'attività reattiva di cui ho appena scritto, resta fermo il significato di inaccettabile come espressione di un personale e profondo distacco.

Probabilmente, aggiungo, il fatto di preferire a un semplice giudizio negativo, per quanto forte, un altro che lo elevi a «questione personale», descrittivo della propria massima ripulsa, rientra fra «le mode» di oggi, e particolarmente in quella che si propone di enfatizzare le diversità, distinguere i buoni dai cattivi, e far probabilmente passare il messaggio:

io sono diverso, diverso e migliore di te.

Ecco, forse potrà sembrare un mio pallino quello di denunciare tutto ciò che significa per alcuni porsi al di sopra di altri, voler rimarcare la propria e «migliore diversità»... ma in un mondo in cui discriminazioni di razza, religione, genere e quant'altro, ufficialmente si combattono, quello di esaltare, anche attraverso l'uso di particolari espressioni verbali, le separazioni sul piano personale, mi pare sia un comportamento per nulla apprezzabile e condivisibile.