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12/12/2009

Graviano & C.

Ho ascoltato anch'io in tv stralci della deposizione di Filippo Graviano all'udienza processuale tenutasi ieri nanti la Corte d'Appello di Palermo, nella quale lo stesso Graviano ha smentito la deposizione di Gaspare Spatuzza, rilasciata sette giorni prima.
Riguardo a ciò mi sento di osservare alcune cose:
La prima è che Graviano è un uomo che si esprime con proprietà, misura e intelligenza, e che quindi non è uno qualunque.
La seconda è l'esitazione che ha avuto quando gli è stato chiesto se conoscesse o meno il Senatore Dell'Utri: è passato infatti qualche interminabile secondo prima che dicesse «NO» (ed è una mia congettura, egli ha agito così per dare, pur nella sua sfavorevole condizione di carcerato, un segno del suo persistente potere, facendo capire, con quell'attesa, che egli avrebbe potuto scegliere fra più risposte... e ha scelto quella).
La terza è che al momento nulla c'è ad indicare che la verità stia con certezza dalla parte di Graviano e non da quella di Spatuzza, perché non mi pare che i Giudici si siano già espressi in proposito.
La quarta ed ultima è che l'On. Fini ha dichiarato che la deposizione di Graviano «dimostra che occorre avere fiducia nella volontà e nella capacità della Magistratura di accertare la verità», la qual dichiarazione mi pare si spinga un po' troppo avanti e presupponga che la Magistratura abbia già stabilito che la «miglior verità» sia l'ultima che è emersa.
Forse l'On. Fini è particolarmente ansioso di dare dimostrazioni della sua «amicizia» verso l'apparato giudiziario quale esso ora è...

08:59 Scritto in Attualità | Link permanente | Commenti (3)

11/12/2009

Silvio Show!!

Non si sa se ridere, esprimere consenso (o dissenso per chi dissente) o preoccuparsi.... certo le ultime dichiarazioni del nostro Presidente del Consiglio al congresso del PPE a Bonn sono destinate ad accrescere la tensione politica.
Ma prima di affrontare direttamente la questione e l'episodio specifico, è necessario ricordare ancora che la causa a monte, l'origine di quanto sta accadendo, va cercata nel già più volte citato lodo Alfano e nella sua bocciatura da parte della Corte Costituzionale.
Come già da me scritto, tale decisione è stata a mio vedere l'errore gravissimo (il padre di tutti gli errori) da cui è partito tutto ciò che di negativo e distruttivo ad esso è seguito... perché, ribadisco la mia opinione, in presenza di valevoli ragioni giuridiche che avrebbero consentito la dichiarazione di costituzionalità del lodo, la Consulta «era tenuta» a preferire questa strada, sia per il bene e la tranquillità della Nazione, sia in ossequio a un «vincolo solidaristico e armonico» con le altre istituzioni della Repubblica (una sorta di «Gentlemen's agreement»), sia per non contraddire precedenti orientamenti che avrebbero potuto indurre (ingiustamente e incolpevolmente) in errore il Legislatore nel proporre una sua norma nelle forme ordinarie.
Detto ciò, non posso negare che non approvo (se non altro per questioni di carattere) la scelta del Premier di tenere alta la tensione e di parlare «a ruota libera», seppure capisco che, umanamente, di fronte a una platea internazionale, egli abbia voluto, a suo modo, difendersi dalla quantità di accuse che gli sono piovute addosso, le quali di certo hanno avuto ampia eco anche all'estero.
Ma devo dire pure che, se talvolta non mi trovo d'accordo con Silvio B. soprattutto nei modi e nelle forme espressive, per cui provo anche disagio o preoccupazione quanto lo vedo a tal punto scatenato e ciarliero, altrettanto mi disturba e mi rattrista la scontata visione dei volti seri e lapidei di chi si scandalizza, s'indigna, stigmatizza, prende le distanze o trasecola, dopo le sue dichiarazioni.
Forse il Presidente, con questi suoi modi, vuole costringere i suoi avversari a venire allo scoperto, vuol far sì che, provocandoli, essi si manifestino in maniera più schietta e chiara, abbandonando quel mascheramento formale che copre la loro vera identità.
Forse egli vuole mettere alle corde e alla prova chi fra «i suoi» tentenna o si dissocia, e cogliere così l'occasione per estrometterlo una volta per tutte dal partito, o meglio ancora indurlo a fare le valige lui stesso.

08:37 Scritto in Politica | Link permanente | Commenti (0)

04/12/2009

Il caso Cucchi

C'è qualcosa che vorrei dire sulla tragica vicenda Cucchi, non tanto per comunicare la mia idea su come siano andate effettivamente le cose, quanto per esprimere la mia opinione su una presunta incongruenza sul piano giuridico, sul piano dei reati contestati a chi avrebbe, con le sue azioni od omissioni, causato la morte del giovane.
Orbene, a quanto pare si contesterebbe alle guardie carcerarie (o comunque a chi aveva Stefano Cucchi in custodia) il reato di omicidio preterintenzionale, ovvero il fatto di aver con le proprie azioni, comunque idonee a ledere la vittima, involontariamente cagionato la sua morte.
Saremmo quindi di fronte a percosse le quali avrebbero provocato lesioni tali da produrre un esito mortale, seppure non voluto dall'agente.
Ai sanitari, per contro, viene contestato l'omicidio colposo, ovverosia un comportamento omissivo, negligente, imprudente o inadeguato, che avrebbe causato, sia pur in modo non doloso, non volontario, la morte del soggetto.
E allora a questo punto mi sorge un dubbio, che è questo: 
se a qualcuno è contestato l'omicidio preterintenzionale, significa, secondo me, che si giudica che il suo comportamento lesivo è idoneo di per se stesso, di suo, a determinare la morte, senza che debba intervenire l'apporto di un successivo evento colposo da addebitare ad altri.
Analogamente, se a qualcuno viene contestato l'omicidio colposo, mi pare che ciò sottenda la valutazione che in assenza della sua colpa la morte non sarebbe avvenuta... e da ciò discende che a chi aveva agito contra legem antecedentemente non potrebbe essere addebitato nulla di più che il reato di lesioni.

Quindi, per concludere e riassumendo, ho molti dubbi che si possa ammettere la compresenza di omicidio preterintenzionale e omicidio colposo... gli sviluppi della vicenda sapranno, credo, dare una risposta alle mie perplessità.

07:53 Scritto in Diritto | Link permanente | Commenti (4)