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14/01/2014

Ultime da FB

 

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Continua il mio rapporto burrascoso con facebook... e infatti, come alcuni avranno notato, sono passato, dopo uno stop temporaneo, alla pubblicazione di sole foto.

Ma, prima ancora di spiegare i motivi del cambiamento, vorrei individuare le ragioni per cui, fino a poco tempo fa, inserivo nel mio diario notizie di varia natura, oltre che immagini.

E le ragioni erano varie:

di tipo divulgativo, consistenti nel proporre ai miei amici-lettori articoli e notizie interessanti o potenzialmente utili... una finalità che potrei definire «altruistica»;

di tipo culturale/hobbystico, sostanziantesi nell'offrire, attraverso l'oggetto delle mie pubblicazioni, elementi chiari, funzionali ad attirare al dialogo chi coltivi interessi comuni;

di tipo sfogo personale, con lo scopo di far sbollire, tramite la pubblicazione di un pensiero e/o di un articolo, la propria contrarietà verso qualcosa o qualcuno;

di tipo politico/economico/sociale, utilizzando il social network come mezzo per proporre e sostenere, propagandare, le idee di una parte piuttosto che quelle di un'altra, al contrario da avversare;

di tipo ludico/estetico, con riferimento particolare alla pubblicazione di foto, che rappresentano una promozione del bello o dell'insolito, del curiosamente giocoso, di qualcosa che strappi un sorriso o comunque una sensazione positiva;

di tipo condivisivo di vicende o immagini proprie.

Ma, ciò detto, se si scende dal piedistallo della teoria e si approda alla cruda realtà, gli effetti concreti di tutto questo lavorio, specialmente quanto ai punti 3 e 4, sono ben altri... e cioè:

che non si ottiene alcuna promozione delle proprie idee, né alcun effetto utile dall'essersi sfogati, ma piuttosto l'accorrere precipitoso di paladini e difensori della parte, dei soggetti o delle posizioni che invece si era intenzionati ad osteggiare, condannare, o quantomeno additare; gli stessi paladini che sono ben solleciti a svolgere, commentando, un'azione mirata a denigrare, demolire o deridere ciò che tu invece sostenevi ed approvavi;

che non escludo che i contenuti pubblicati su fb siano filtrati e verificati da qualche ente di sorveglianza onde scovare possibili oppositori e soggetti «pericolosi» per lo status quo, col risultato di essere magari schedati e tenuti d'occhio;

che comunque, osservando ciò che pubblichiamo e gradiamo, organismi e società interessati possono ottenere gratuitamente, grazie alla nostra generosa «incontinenza espressiva», profili delle personalità estremamente accurati, da utilizzare in qualsiasi modo.

Con ciò, considerato che il motivo preminente per cui, molti anni fa, «discesi» sul web era quello di conoscere ragazze brillanti intellettualmente, ma anche allegre e disinvolte, e che non amo il contraddittorio e chi si affanna a controbattere insistentemente quello che ho sostenuto io, a torto o a ragione, perché intanto, se cambierò idea, lo farò per mia autonoma riflessione e scelta, siamo o eravamo totalmente deragliati rispetto alla mission di partenza.  ;)

23/12/2013

Natale 2013

 

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Natale è per me soprattutto la festa dei bambini, per l'atmosfera dolce che si crea in famiglia, per il giocoso entusiasmo che essi mettono (e noi mettevamo) nella predisposizione degli addobbi, del presepe, per l'attesa curiosa e impaziente dei doni.
Non è quindi l'aspetto religioso della ricorrenza quello che sento e ciò soprattutto perché credo che è dentro di noi che dobbiamo cercare risposte alle nostre domande, è lì che va colto il discrimine fra bene e male, fra giusto e ingiusto, fra inutile ed essenziale.
Non credo vi sia bisogno di profeti, di qualcuno che, dall'alto, ci indichi verità o percorsi a cui noi stessi, da soli, non siamo giunti o nella possibilità di giungervi.
Niente verità rivelate, niente dogmi o certezze da accettare ciecamente, da accettare soprattutto se la nostra stessa ragione non le possieda già di suo, come patrimonio naturale, indelebile, spontaneo.
Quante sono state o sono ancor oggi le menti inebriate dalla suggestione di seguire suadenti verità assolute, seducenti ideologie, irrealizzabili visioni ideali?
Quanti uomini si sono fatti truppa al seguito di una religione, di un modello teorico, di una visione particolare del bene che, per affermarsi, non ha esitato ad armarsi di una lucente e mortifera spada?
Quante volte ciò che era stato individuato da taluni come il bene, nella sua affannosa ricerca di imporsi e sconfiggere il male, non ha saputo accorgersi che si stava trasformando in ciò che si proponeva di combattere?
L'uomo è vittima della sua ossessione di darsi delle verità, di mettere punti fermi, di costruire pilastri su cui fondare la propria esistenza e quella dei posteri: più volte ha tentato questa strada, caparbiamente, sanguinosamente, dissennatamente, per poi finire con l'arrendersi e scivolare nelle mani del più pericoloso antagonista di ciò che aveva posto come certezza, nelle mani del suo miglior giustiziere e boia: il relativismo.
Ma la verità, anzi il suo anelito, perché questa è un bene inafferrabile, è qualcosa di assai più semplice e sottile, discreto, è una ricerca interiore, un'umile pesca nel laghetto della propria mente.

19:20 Scritto in Pensieri | Link permanente | Commenti (13)

25/08/2013

Giustizia indiretta

 

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Siamo in questi giorni tutti a paventare o ad augurarci la caduta del Governo Letta: a minare la sua prosecuzione, non tanto questioni attinenti alla strategia da adottare per uscire dalla crisi del Paese, nella quale errori o misteriose trame ci hanno gettato, quanto il destino politico di Silvio Berlusconi.

Proprio a questo proposito vorrei esporre alcune mie considerazioni.

La prima di esse è che i pareri discordanti sulla costituzionalità e retroattività della cosiddetta Legge Severino, in base alla quale sarebbe votata la decadenza da Senatore del Presidente del PdL, consiglierebbero di non procedere alla votazione;

la seconda è che le dichiarazioni ante e post sentenza Mediaset del Presidente della sezione feriale della Corte di Cassazione hanno avuto un effetto «depotenziante» sulla sentenza stessa, suscitando dubbi da parte di alcuni osservatori sulla serenità del giudizio... e questo è un altro motivo per aggiungere interrogativi circa l'opportunità di esprimersi sulla decadenza.

Però, se da un lato i nemici di Berlusconi, Pd in testa, coerentemente non possono perdere l'occasione di tentare di liquidare finalmente il loro maggiore avversario, d'altra parte l'accanimento di Berlusconi nel voler resistere a una sorte che gli ha girato le spalle, tenendo bloccato sul suo caso l'intero sistema e appiattito sulla sua difesa il suo partito, impedendo anche l'emersione di nuovi potenziali leader, va assolutamente condannato.

Con questo, se immagino sia lecito esprimere l'opinione che la sentenza che determinerebbe la sua uscita dal Parlamento non ci convince del tutto, non si può negare che Silvio, nella sua carriera politica abbia commesso errori che comunque non renderebbero totalmente ingiusto l'esito che molti si augurano.

Scelte di politica estera come l'appoggio al conflitto iracheno e il facile «superamento» dell'amicizia con il trucidato leader libico, sono cose che non si dimenticano... così come non si dimentica che, con comportamenti riguardanti sì la sfera privata, ma discutibili anche se non avessero rilievo penale, egli abbia messo a rischio e in parte sprecato e «tradito» il patrimonio di fiducia in lui riposto dagli elettori, come uomo retto, capace, affidabile.

Per questo, se la sua estromissione dal Senato potrebbe anche sembrare ingiusta e sproporzionata in base alla obiettiva valutazione del motivo legale scatenante, questa pena comunque verrebbe a colpire un uomo che qualche colpa pur la ha nel tempo accumulata... tanto da far pensare, alla fine, al probabile esito per lui infausto, come a un atto indiretto di giustizia, la quale scaltramente colpisce per vie traverse, inaspettate, ma pur arriva al suo bersaglio.

15:42 Scritto in Politica | Link permanente | Commenti (4)