Ok

By continuing your visit to this site, you accept the use of cookies. These ensure the smooth running of our services. Learn more.

11/12/2014

Natale 2014

Pensavo di scrivere un pezzo natalizio, se non altro per dare ancora un respiro di vita a questo blog, ma mi accorgo che non ho niente da dire... niente, perché se lo facessi sarebbe troppo.. troppo in tutti i sensi, troppo lungo, troppo fuori dalle righe.

Dico solo che mi considero uno straniero in Patria e che il senso di estraneità si espande ogni giorno di più, mentre ogni via di fuga si evidenzia ardua da percorrere e sempre più, invece, necessario difendersi dove si è, scavare trincee, erigere mura e resistere, nella speranza che il nemico si stanchi o cada, prima di aver avuto ragione di noi, definitivamente.

La verità, l'equilibrio, il raziocinio, la giustizia, la lealtà, la sincerità... sembrano ormai in gran parte sovvertiti, non solo a livello locale, ma globale, e le forze che pur ci sono e potrebbero riportare l'insieme intero sulla retta via, impedendone la disgregazione, ancora oggi troppo deboli per trionfare.

La grande bolla della falsità, della stupida e ottusa mistificazione, deve ancora scoppiare... né forse lo farà prima che i nostri occhi si chiudano alla possibilità di assistervi, se non altro nella forma in cui siamo adesso, se vogliamo credere, come crediamo, a una prosecuzione oltre i limiti di ciò che chiamiamo morte.

Lontana lontana suona quest'anno a me la festa del Natale, simbolo di una religione che ha su di sé macchie non cancellabili, lasciate da chi disse di agire in nome suo.. ma se un Dio c'è, questa la mia preghiera, fermi la mano dell'Uomo e rifletta sull'errore fatto nell'avergli dato tanto potere senza la capacità di esercitarlo con saggezza.

09:33 Scritto in Attualità | Link permanente | Commenti (5)

19/05/2014

Al voto!

 

End-of-Europe.jpg

 

Siamo ormai vicini alle elezioni europee, specchio fedele degli umori politici interni, e le speranze di riconoscere nel Governo Renzi un reale momento di svolta rispetto alla precedente stagnazione e all'ingarbugliamento di poteri e norme, appaiono ormai ridotte al lumicino: anch'egli, più che innovare, sembra essere preda di quel male proprio della Sinistra, che è il tassa e spendi, dove lo Stato, i suoi enti e organismi, sono gli utilizzatori finali di risorse prelevate al cittadino e distolte da un'uso più produttivo ed idoneo a creare ricchezza, anziché bruciarla.
I famosi 80 euro mensili, nell'ipotesi più benevola, escono da una tasca già languente e finiscono in un'altra, oppure escono e rientrano dalla medesima... ma, in questo gioco dell'entra ed esci, forse ci sono tasche intoccabili, altre sono iniquamente toccate, altre ancora lasciate ingiustamente fuori da tale benevola elargizione.
Così non va:
si perde in questo modo il senso della giustizia, del rapporto necessario fra tassazione e capacità contributiva, del rapporto fra bisogno e necessità di sostenerlo, si scombussola tutto in una girandola che lascia sgomenti, fra incertezze e rinvii, battute e promesse, ottimismi ostentati e dichiarazioni roboanti... fra cori di fanciulli inneggianti al Leader.
E' una democrazia ferita, nata da un qualcosa che non appare esagerato chiamare complotto, che ha disarcionato un Presidente del Consiglio voluto dal Popolo e, successivamente, ancora dichiarata e confermata lesa per l'incostituzionalità della sua legge elettorale.
Al comando oggi il frutto nato da una Italia malata, che ha perso la sua direzione, il suo riferimento come Patria del Diritto, che ha sbandato ed è finita fuori strada, nella melma.
Per chi votare allora?
Per quanto mi riguarda, sebbene io abbia di lui una buona considerazione per le sue qualità imprenditoriali e mi sia simpatico, come uomo pronto di battuta, vitale e combattivo, non voterò per Silvio Berlusconi e per il suo partito: troppo ondivago nelle sue idee, troppo caparbio nel voler restare in sella invece di proporre un credibile suo erede, troppo remissivo nell'accettare la sua defenestrazione e, colpevolmente, correo nell'aver votato le esiziali leggi di Mario Monti e del suo Governo, che appoggiò.
Inoltre, come noi potremmo pensare che un uomo che non ha saputo difendere se stesso dagli attacchi, più o meno giustamente fondati, che gli sono stati mossi, possa difendere e proteggere l'elettorato «medio» che dovrebbe votarlo ancora? ... non possiamo.
Lascio da parte i partiti minori, di cui anche ci sarebbe da dire, e passo direttamente al PD, che per me è l'emblema della conservazione dello status quo, la rappresentazione, in salsa renziana, del partito-stato, che permea ogni cosa, del conformismo più obbediente alle sollecitazioni socio-culturali di un'ideologia invadente e velleitariamente portatrice di un messaggio di supremazia morale, con intenti pedagogici da attuare a suon di leggi, bandiera di una pretesa funzione sociale da realizzare ad onta dell'impoverimento della Nazione e della sua capacità di produrre... ad onta della sua potenzialità inventiva, ad onta della voglia degli uomini di iniziativa e ingegno di essere padroni e liberi di lavorare, creare e crescere sì per il bene proprio, ma anche, di conseguenza, per il bene comune.
Un'Italia intristita, in mano a un'orda di funzionari e burocrati che legano le mani, utilizzano risorse e frustrano la gioia di vivere di un Paese invece ricco di bellezze e potenzialmente capace di idearne e realizzarne ancora, spinta dall'orgoglio del fare, del saper fare bene, del saper fare meglio, del saper stupire e farsi ammirare.
Ma nulla oggi, in questo momento, appare in grado di porre le basi per un cambiamento deciso, rivoluzionario, che sia però anche dolce e, contemporaneamente, fiero, leale, radioso... liberatorio.
Forse allora servirà un «pagliaccio», un «buffone» dovrà svolgere l'ingrato compito di buttare giù l'esistente.. e non sarà un passaggio morbido, né sarà un passaggio privo di rischi: non siamo ora in grado di immaginare quel che in realtà potrà accadere, ma sarà almeno la fine di quel che c'è.. e non è poco.

20:31 Scritto in Politica | Link permanente | Commenti (3)

12/05/2014

Riflessioni del 12 Maggio

 

sheepw.jpg

Mi domando, dopo aver letto articoli mirabilmente scritti su blog di tipo politico/culturale, cosa possa io mai dire che non sia che una copia in peius di quanto già trattato.

Ma forse è meglio tale domanda neppure porsela: se si prova l'istinto di dire qualcosa, sia come sia, sia pur inutile, vuoto, incapace di incidere o solo di arrivare al punto di essere percepito, lo si faccia.

I tempi sono grami, la civiltà occidentale, incapace di ammettere il fallimento di un modello culturale e di società che porta all'estinzione, si balocca nel porre al centro della sua attenzione la promozione di improbabili diritti, consuma energie vitali nell'imporre per legge un'equipollenza che non è nella natura umana, non è nel pensiero di chi segue la via della ragione, la via del buon senso, l'unica capace di sovrastare e ridicolizzare ogni norma che la avversi.

Il tamburellamento mediatico teso a creare un'umanità uniforme e, dico io, meglio controllabile, intimorita e succube, continua incessante e sicuro, forse, di una vittoria che, se verrà, sarà comunque ingoiata dai secoli.

Occorre guardare oltre, oltre la nostra breve ed effimera esistenza, per capire come tutto finisce, anche la vittoria dei vincitori, anche l'impudenza e la mala fede di chi fonda la sua forza su armi e ricatti, sull'ignoranza e sulle false credenze spacciate per verità.