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12/08/2013

Il Nulla e il Qualcosa

 

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Mi trovo spesso a pensare, immerso nel verde della solitudine silvestre, quale sia l'origine del mondo, dell'universo, della vita, della natura, dell'uomo... concetti troppo grandi e complessi per la nostra piccola mente, per cui occorre, se si tenta di addentrarvisi, sperare in una qualche fuggevole illuminazione, in un'intuizione dell'attimo, per provare a imbastire pensieri su di essa.

Certo è difficile astrarsi dalla realtà che conosciamo, fatta di inizi, di fini, di nascite, di morti... cicli che si avviano apparentemente dal nulla e nel nulla ritornano.

Il nulla appunto.. ma può esistere il nulla, alla base del tutto? Prima dell'inizio dell'universo, o multiverso, c'era il nulla?

Apparentemente la domanda sembrerebbe sensata, ma non lo è.. e questo per un semplice motivo: che dal nulla non può nascere il qualcosa.. il nulla è vuoto di contenuti e potenzialità.. il nulla è nulla, e tale è condannato a restare.

A questo punto potremmo chiederci però perché il regno del qualcosa «ha vinto» e non impera oggi il regno del nulla.

Interrogativo interessante, per il quale vedo ora soltanto una risposta logica e netta: il nulla in realtà non può esistere, non esiste, è un concetto astratto, una congettura senza fondamento.

Constatazione questa da cui per logica discende che, se da nulla nulla nasce, neppure qualcosa di esistente può nel nulla finire.

Ma allora, se nulla nasce dal nulla e niente può finire in nulla perché il nulla non esiste, «noi» siamo sempre esistiti ed esisteremo, pur nella forma mutevole obbligata dai cicli.

E qui mi fermo... oltre non so andare. ;)

23/02/2013

Voto nel vuoto

 

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Alla vigilia del voto, voglio dire che sono rimasto molto deluso e infastidito dalla campagna elettorale, e ve ne spiego anche i motivi, nominando, uno dopo l'altro, i suoi protagonisti:

Silvio, l'immarcescibile cavaliere azzurro, per eccesso di presenzialismo ha oscurato e annullato le sue truppe, i suoi generali, i suoi alleati.

Egli è stato, è vero, a tratti anche divertente, originale, vitale, attraente, ma poi è caduto nelle ripetizioni, ossessive, e in colpi di teatro goffi e maldestri, controproducenti: mi spiace dirlo ma è bocciato perché ha smarrito la percezione della situazione, degli umori, del futuro, delle speranze dei suoi.

Sul cosiddetto salvatore della Patria (il Prof. Mario) invece le parole non servono, basta vedere come siamo ridotti oggi per capire che, pur volendo ammettere la sua buona volontà, la sua buona fede, comprendere la sua incrollabile fiducia in se stesso, egli ha fallito e non rispecchia nei modi e nei fatti quello che ci si aspetterebbe da un leader forte ma vicino al popolo, paterno, amico.

Sul vecchio e buon Pierluigi, detto anche lo smacchiatore di giaguari e sulle sue milizie, non riesco a far altro che confermare che non credo nella loro capacità di governare senza essere di parte, senza quell'ossessione di essere i migliori, i più onesti, i più giusti, i più equi, i più moralmente avanzati e politicamente corretti: di soli diritti non si vive, i diritti e la possibilità di garantirli e rivendicarli devono coniugarsi con l'efficienza, il merito, l'impiego della forza lavoro in attività che generano un guadagno genuino, non fittizio o parassitario; e anche vorrei percepire il superamento di una visione classista, che non disdegna di riconoscersi in chi, considerato debole, attende di avere una rivincita su chi ha più di lui, su chi ha avuto più fortuna o capacità o migliori santi in cielo.

Come non dire anche della triste figura di Oscar, un uomo che voleva fermare il declino dello Stato, e che è riuscito invece, per leggerezza, vanità, non so neppure io dire cos'altro... a dare avvio al suo, di declino: incredibile.

Grillo?
Non ho ancora capito se crede in quel che dice, se è veramente convinto del suo fine, del suo progetto, oppure finge, approfitta del malcontento popolare... forse è sincero, forse anche è un buon «agitatore»: ieri sera ho visto il suo comizio di Roma, era stanco, un po' ripetitivo (avevo già sentito le stesse cose in un precedente comizio) e ciò mi ha dato l'impressione di un copione che lui recitava.. ma magari no, mi sbaglio.
C'era anche Casaleggio, uno strano personaggio, ha detto due parole.. un mistero.

Possono essere questi, il movimento di Grillo, definiti di destra? di sinistra? Non so, credo che all'interno ci sia di tutto, in un insieme indefinibile ma potente, giovane... qualcuno dice pericoloso.
Ma forse pericolosi o dannosi o pericolosamente dannosi non sono stati quelli che hanno avuto il potere fino ad ora?

Chiudo qui, chiedo scusa a chi non è stato citato: evidentemente l'ho ritenuto non troppo importante.

20:57 Scritto in Politica | Link permanente | Commenti (2)

18/09/2012

Una finestra aperta

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Riprendo con un breve post, tanto per non lasciar troppo inattivo questo blog e anche per rispetto di chi questo spazio gratuitamente mi concede perché lo usi e non per farne un deposito abbandonato di frammenti del tempo che fu.

Riprendo da dove avevo lasciato, e cioè dalle considerazioni sulla mia reiscrizione al network facebook, considerazioni con le quali mostravo entusiasmo e accenni di risveglio di quell'animo giocoso che fu il sentimento comune di molti di noi quando eravamo inesperti e giovani esploratori di un mondo nuovo, il mondo degli spazi personali, il mondo delle comunicazioni via web, il mondo dei blog.

Ebbene, dopo qualche mese, le acque si sono acquietate, le nebbie dell'euforia si sono dissolte e il paesaggio appare più chiaro, quantunque meno fiabesco di quel che avevamo immaginato o sognato.

E' stata un'occasione, un'occasione per sciogliere alcuni dubbi che ci erano rimasti, un'opportunità per intendere meglio quale fosse la condizione e la disposizione nostra e di altri.

E' stata un'esperienza di chiarezza: ognuno ha offerto e percepito una più esatta dimensione dei propri confini, di ciò che è, di ciò che può essere, di ciò che vuole essere ancora.

Qualcosa, qualcuno se ne è andato, qualcosa se ne va, ma molto resta: uno sguardo aperto verso ciò che sta fuori dalla nostra stanza è sempre molto di più che fissare un muro vuoto.