Ok

By continuing your visit to this site, you accept the use of cookies. These ensure the smooth running of our services. Learn more.

07/10/2011

Inaccettabile

unacceptable.jpg

E' da un po' di tempo che è invalso, soprattutto nell'ambiente politico, l'uso dell'aggettivo «inaccettabile», come estrema espressione di critica da parte del soggetto che lo utilizza.

Indicare come inaccettabile un certo comportamento altrui rappresenta qualcosa di più intenso di una semplice aggettivazione negativa attinente all'oggetto del giudizio (come potrebbe essere deplorevole, criticabile, inqualificabile), perché implica il coinvolgimento personale di chi l'afferma.

L'inaccettabilita, secondo me, proprio per questa sua peculiarità di coinvolgere colui che la dichiara, prevederebbe anzi una fase in cui l'«inaccettante» compie un'attività volta a reagire in modo concreto contro ciò che reputa non ricevibile, cosa che, in pratica, non avviene mai.

Ma, se non abbiamo riscontri sul compimento dell'attività reattiva di cui ho appena scritto, resta fermo il significato di inaccettabile come espressione di un personale e profondo distacco.

Probabilmente, aggiungo, il fatto di preferire a un semplice giudizio negativo, per quanto forte, un altro che lo elevi a «questione personale», descrittivo della propria massima ripulsa, rientra fra «le mode» di oggi, e particolarmente in quella che si propone di enfatizzare le diversità, distinguere i buoni dai cattivi, e far probabilmente passare il messaggio:

io sono diverso, diverso e migliore di te.

Ecco, forse potrà sembrare un mio pallino quello di denunciare tutto ciò che significa per alcuni porsi al di sopra di altri, voler rimarcare la propria e «migliore diversità»... ma in un mondo in cui discriminazioni di razza, religione, genere e quant'altro, ufficialmente si combattono, quello di esaltare, anche attraverso l'uso di particolari espressioni verbali, le separazioni sul piano personale, mi pare sia un comportamento per nulla apprezzabile e condivisibile.

03/10/2011

Nego ergo sum

NEGATION.jpg

Io non so se esista una classificazione medica o patologica del comportamento di chi, abitualmente, si pone in contraddizione, in negazione, di quanto sostenuto o fatto da altri, ma riscontro come questo comportamento sia assai diffuso, anche fra amici o magnanimamente considerati tali.

Magari tu sussurri, con garbo e misura, una tua «verità», alla quale, di contro, viene opposta una contraria, vigorosa e «gridata» risposta, con l'intento evidente di soverchiare quanto da te sostenuto, fatto o pensato.

Credo, pur non essendo psicologo e non volendo addentrarmi nella lettura di testi che comprovino la mia impressione, che questi siano sistemi attraverso i quali l'Io di chi con tanta veemenza si oppone, ottiene una particolare gratificazione, legata al conseguimento di una «vittoria» su chi viene visto, in fondo, come un antagonista, un soggetto che è meglio battere, ridurre, minimizzare.

Trovo in questo modo di agire una particolare analogia con quello adottato da chi perviene all'esaltazione di se stesso, alla valorizzazione delle proprie specificità, dileggiando, ridicolizzando, atti, scelte, inclinazioni, di altri.. comportamento anche questo che gode di una certa diffusione e popolarità fra gli adepti della «setta dei migliori»..

L'animo umano è pieno di miserie e debolezze, ma quella di far pagare ad altri il prezzo della propria esaltazione, dell'effimero godimento derivante da queste pratiche, mi pare sia una fra le manifestazioni più penose e indicative di un'interiore meschinità e pochezza.

Ogni riferimento a persone o cose.... non è detto che sia casuale.. ;-))

25/09/2011

Il foglio del come

crozza.jpg

Per quanto io non sia un fan di Crozza, ho più volte visto con divertimento lo spot pubblicitario di un suo programma che ultimamente appare su La7, quello in cui imita Luca Cordero di Montezemolo.

Nello spot, la macchietta del noto manager elenca tutti i suoi propositi di rilancio dell'Italia, finché, a un certo punto, una voce fuori campo gli chiede: «come?».

Lui, pazientemente, ripete di nuovo l'elenco dei suoi propositi, ma alla fine, implacabile, la voce fuori campo gli domanda ancora: ma come?

Crozza-Cordero allora rovista nervoso fra le carte che ha davanti alla disperata ricerca del «foglio del come» e, non trovando nulla, si rivolge verso l'uditorio chiedendo ripetutamente a Emma (Marcegaglia): hai tu quel foglio?.. senza avere risposta alcuna.

Fin qui nulla di strano se non fosse che poi, pochissimi giorni fa, si verifica la straordinaria coincidenza che proprio la Presidente di Confindustria, in una sua dichiarazione in cui critica ancora il Governo, annunci un manifesto delle imprese per salvare l'Italia, del quale indica i cinque punti fondamentali: innalzamento dell'età pensionabile, dismissioni, liberalizzazioni, accelerazione grandi opere, riduzione tasse a imprese e lavoratori.... ecco, ho pensato subito io, Emma ha trovato il foglio del come!

Ma, al di là della burla, in questa incredibile Italia, può rappresentare davvero un azzardo pensare che anche una satira, una finzione scenica, possa sollecitare risposte concrete?

Il buffo Montezemolo di Crozza, mi chiedo, ha realmente un potere mediatico e comunicativo così intenso da riuscire a riverberarsi sul mondo reale, influenzandone le scelte?

14:54 Scritto in Attualità | Link permanente | Commenti (6)